mercoledì 12 febbraio 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


COME A CASA

Il Lupo non verrà, Myriam Ouyessad, Ronan Badel
Lo Editions (Officina libraria) 2019


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

- Dormi, leprottina mia.
- Sei sicura che il lupo non verrà?
- Sicurissima.
- Come fai a esserne così sicura?
- I lupi non ci sono più. I cacciatori li hanno cacciati.
- E non ce n'è proprio più nessuno?
- Sì, qualcuno è rimasto, ma pochi.
- Allora come fai a essere sicura che uno di questi lupi non verrà?

Interno notte.
Ora di dormire, ma non c'è modo. In un dialogo serrato tra madre e figlia di può dedurre che la maggior preoccupazione di quella piccolina sia l'arrivo del lupo e la maggior preoccupazione della madre sia quella di rassicurarla sul fatto che il lupo non arriverà. 


Parole pacate, accompagnate da gesti consueti: chiudere le tende, ripiegare i vestiti, prendere una coperta aggiuntiva dall'armadio, stenderla sul lettino, e darle il bacio della buonanotte prima di spegnere la luce grande e accendere quella piccolina, sul comodino.
Questo è quello che la madre dice, ma ben altra cosa è quello che immagina la leprotta, rilanciando domanda dopo domanda.
Spenta la luce, uscita la madre, qualcuno bussa alla porta di casa. La leprottina sfreccia ad aprire, certa che sia il lupo...
E lo è.

Ci sono dei libri che hanno il pregio di essere meccanismi narrativi perfetti.
Disegno, testo, ritmo dell'uno e dell'altro, tempo interno, contesto, lingua, segno, colore dialogano per poi convergere tutti verso un centro ideale che è il senso ultimo del racconto e che è anche un meraviglioso colpo di scena.


La circostanza che ha quasi del miracoloso è la doppia firma, ovvero il fatto che due teste separate concepiscano ognuna per proprio conto, oppure ammettiamolo comunque, in regime di collaborazione, una narrazione che di fatto è impeccabile nel suo essere armonica, da qualsiasi parte la si guardi.
Testo a sinistra e disegno a destra dialogano che è una bellezza!
Per chiarezza conviene mettere in lista le cose che sono successe sulla pagina perché tutto ciò avvenisse nel miglior modo possibile.
Anche se le parti sono osmotiche forse conviene separarle per capire meglio.
E una volta tanto si può partire dal lavoro compositivo dell'illustratore.
Una palette di colori ridotta, ma coerente: il bruno del lupo, dei leprotti, dei cacciatori, del bosco e del mobilio a cui risponde un rosa in crescendo: prima solo accennato e pieno di sfumature, poi sempre più sicuro di sé diventa colore pieno di pigiama, palloncini e scatola, nella sterzata finale. In mezzo, un azzurro polvere che aiuta nelle connessioni e favorisce le ombre notturne. 
  

Il segno alla Sempé, pieno di ironia e gusto per il piccolo dettaglio che ha la capacità di creare un ambiente familiare in cui tutti possono riconoscere porzioni del proprio vissuto. E non sono solo gli interni di un appartamento o gli esterni del bosco e della città a far sentire il lettore 'a casa'; grande contributo arriva dalla gestualità dei personaggi: per intenderci la madre che si intravede dietro un'anta aperta di un armadio, o vista di fronte a svuotare i piatti dai rimasugli di crema della torta, o quel padre sfinito da una festa di compleanno allo smontaggio delle decorazioni, o quel salto finale che mette in mostra un pigiama ormai troppo piccolo di taglia sono piccole pietre preziose: pezzi di vita quotidiana che un bambino o una bambina hanno già acquisito nella propria memoria visiva.
Che bel modo che hanno scelto Ouyessad e Badel di accogliere il lettore nel loro libro, nella loro storia, fin dai risguardi...
Il ritmo delle immagini è scandito con assoluta regolarità. Pagina di sinistra con disegno più piccolo, che si abbassa o si alza nella pagina per dar modo al testo di inserirsi, e racconta ciò che accade in casa; pagina di destra a disegno pieno senza margini che racconta la proiezione mentale della leprotta alle parole della madre. Questa cadenza, ovviamente, si interrompe sul più bello per finire in un trionfo della piena pagina con il fine di accogliere e accompagnare degnamente il colpo di scena finale. 


Il merito da assegnare alla Ouyessad è la costruzione di un dialogo che tiene su l'intera storia. Nessuna voce fuori campo: sono mamma e figlia che - in un botta e risposta continuo - si sfiniscono a vicenda (già questo basterebbe per far sentire nuovamente 'a casa' i lettori, grandi e piccoli).
Così come notato nel disegno, anche nel testo è possibile cogliere una serie di piccole gioie per l'ascolto. In questo, l'anonimo traduttore, ha fatto un gran lavoro per esempio per l'ambiguità della parola 'cacciati', per il metaforico 'stirato' del lupo nel traffico.


Il merito maggiore però ancora una volta è il ritmo: un lento quanto inarrestabile crescendo, una sorta di gara al rialzo che si tacita, almeno per un attimo, con lo spegnimento della luce e con il bacio della buonanotte.
Ecco, buonanotte. Ma domani procuratevelo.

Carla

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