COME A CASA
Il Lupo non verrà,
Myriam Ouyessad, Ronan Badel
Lo Editions (Officina libraria) 2019
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
- Dormi, leprottina mia.
- Sei sicura che il lupo non verrà?
- Sicurissima.
- Come fai a esserne così sicura?
- I lupi non ci sono più. I
cacciatori li hanno cacciati.
- E non ce n'è proprio più
nessuno?
- Sì, qualcuno è rimasto, ma
pochi.
- Allora come fai a essere sicura
che uno di questi lupi non verrà?
Interno notte.
Ora di dormire, ma
non c'è modo. In un dialogo serrato tra madre e figlia di può
dedurre che la maggior preoccupazione di quella piccolina sia
l'arrivo del lupo e la maggior preoccupazione della madre sia quella
di rassicurarla sul fatto che il lupo non arriverà.
Parole pacate,
accompagnate da gesti consueti: chiudere le tende, ripiegare i
vestiti, prendere una coperta aggiuntiva dall'armadio, stenderla sul
lettino, e darle il bacio della buonanotte prima di spegnere la luce
grande e accendere quella piccolina, sul comodino.
Questo è quello
che la madre dice, ma ben altra cosa è quello che immagina la
leprotta, rilanciando domanda dopo domanda.
Spenta la luce,
uscita la madre, qualcuno bussa alla porta di casa. La leprottina
sfreccia ad aprire, certa che sia il lupo...
E lo è.
Ci sono dei libri
che hanno il pregio di essere meccanismi narrativi perfetti.
Disegno, testo,
ritmo dell'uno e dell'altro, tempo interno, contesto, lingua, segno,
colore dialogano per poi convergere tutti verso un centro ideale che
è il senso ultimo del racconto e che è anche un meraviglioso colpo
di scena.
La circostanza che
ha quasi del miracoloso è la doppia firma, ovvero il fatto che due
teste separate concepiscano ognuna per proprio conto, oppure
ammettiamolo comunque, in regime di collaborazione, una narrazione
che di fatto è impeccabile nel suo essere armonica, da qualsiasi
parte la si guardi.
Testo a sinistra e
disegno a destra dialogano che è una bellezza!
Per chiarezza
conviene mettere in lista le cose che sono successe sulla pagina
perché tutto ciò avvenisse nel miglior modo possibile.
Anche se le parti
sono osmotiche forse conviene separarle per capire meglio.
E una volta tanto
si può partire dal lavoro compositivo dell'illustratore.
Una palette di
colori ridotta, ma coerente: il bruno del lupo, dei leprotti, dei
cacciatori, del bosco e del mobilio a cui risponde un rosa in
crescendo: prima solo accennato e pieno di sfumature, poi sempre più
sicuro di sé diventa colore pieno di pigiama, palloncini e scatola,
nella sterzata finale. In mezzo, un azzurro polvere che aiuta nelle
connessioni e favorisce le ombre notturne.
Il segno alla
Sempé, pieno di ironia e gusto per il piccolo dettaglio che ha la
capacità di creare un ambiente familiare in cui tutti possono
riconoscere porzioni del proprio vissuto. E non sono solo gli interni
di un appartamento o gli esterni del bosco e della città a far
sentire il lettore 'a casa'; grande contributo arriva dalla
gestualità dei personaggi: per intenderci la madre che si intravede
dietro un'anta aperta di un armadio, o vista di fronte a svuotare i
piatti dai rimasugli di crema della torta, o quel padre sfinito da
una festa di compleanno allo smontaggio delle decorazioni, o quel
salto finale che mette in mostra un pigiama ormai troppo piccolo di
taglia sono piccole pietre preziose: pezzi di vita quotidiana che un
bambino o una bambina hanno già acquisito nella propria memoria
visiva.
Che bel modo che
hanno scelto Ouyessad e Badel di accogliere il lettore nel loro
libro, nella loro storia, fin dai risguardi...
Il ritmo delle
immagini è scandito con assoluta regolarità. Pagina di sinistra con
disegno più piccolo, che si abbassa o si alza nella pagina per dar
modo al testo di inserirsi, e racconta ciò che accade in casa;
pagina di destra a disegno pieno senza margini che racconta la
proiezione mentale della leprotta alle parole della madre. Questa
cadenza, ovviamente, si interrompe sul più bello per finire in un
trionfo della piena pagina con il fine di accogliere e accompagnare
degnamente il colpo di scena finale.
Il merito da
assegnare alla Ouyessad è la costruzione di un dialogo che tiene su
l'intera storia. Nessuna voce fuori campo: sono mamma e figlia che -
in un botta e risposta continuo - si sfiniscono a vicenda (già
questo basterebbe per far sentire nuovamente 'a casa' i lettori,
grandi e piccoli).
Così come notato
nel disegno, anche nel testo è possibile cogliere una serie di
piccole gioie per l'ascolto. In questo, l'anonimo traduttore, ha
fatto un gran lavoro per esempio per l'ambiguità della parola
'cacciati', per il metaforico 'stirato' del lupo nel traffico.
Il merito maggiore
però ancora una volta è il ritmo: un lento quanto inarrestabile
crescendo, una sorta di gara al rialzo che si tacita, almeno per un
attimo, con lo spegnimento della luce e con il bacio della
buonanotte.
Ecco, buonanotte. Ma domani procuratevelo.
Carla
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