L'INFANZIA È COME L'ACQUA
La buca, Emma Adbåge
(trad. Samanta K. Milton Knowles)
Camelozampa 2020ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"Il mio posto
preferito di tutta la Buca è la Grande Radice.
Là si può giocare
a qualsiasi cosa: a mamma orsa, a capanna, a nascondersi, al
negozio...a tutto.Una delle piccoli radici che spuntano dalla Grande Radice è tutta liscia e lucida. Da quante volte l'abbiamo afferrata per arrampicarci, si è tutta consumata. Come una maniglia.
I grandi odiano la Buca."
La
Buca è accanto al giardino di scuola ed è nata quando hanno portato via un
gran mucchio di ghiaia. Ora ci sono cresciute le piante e ci sono
delle parti in cui c'è una riserva inesauribile di fango giallo.
Appena suona la ricreazione tutti vanno alla Buca e non è necessario
fare tutti lo stesso gioco.
È buona per scivolare, per arrampicarsi. Ma i grandi, le maestre Eva in testa, pensano che sia pericolosa. Da oggi c'è una nuova regola: vietato è entrare nella buca, ma il bordo è ancora lì a disposizione. Il Bordo, con il suo precipizio a un passo, è quasi più bello della buca. Ma i grandi, le maestre, Eva in testa pensano che si pericoloso. Da oggi c'è una novità: è sparita tanto la Buca quanto il suo Bordo. Riempita di terra, ora è una bella spianata piatta. I giochi nel giardino non sono altrettanto divertenti, palloni sgonfi, altalene cigolanti. Noia! Ma a ben guardare dall'altra parte dello spiazzo c'è un mucchio fatto di ghiaia, sabbia e sassi. Fine della noia! È buono per arrampicarsi, per spenzolarsi, per scavare. Il Mucchio è più divertente del Bordo e della Buca messi insieme. E domani si ricomincia.
Due
dei criteri che di solito non tradiscono nella scelta di un libro per
l'infanzia hanno entrambi a che fare con l'infanzia.
Il
primo riguarda direttamente il tipo di infanzia che essi raccontano.
Qui vale la legge della memoria, dell'amarcord, della rêverie e
dell'osservazione dal vero, il tutto condito con un po' di
sensibilità umana.Il secondo è un po' più ambiguo e riguarda la relazione eventuale tra grandi e piccoli all'interno della storia.
Questo
secondo va un po' spiegato. Statisticamente (vent'anni di letture) i
libri dove i grandi sono assenti, o si sono fatti da parte, o fanno
sostanzialmente da 'tappezzeria' sono di solito libri ben fatti, che
funzionano. A questi vanno aggiunti tutti quei libri che raccontano
con onestà l'esistenza di una certa frizione, o contrasto, o
distanza di vedute tra grandi e piccoli.
Va
da sé che in questi libri l'adulto che scrive lo fa in una modalità
non giudicante, onesta appunto, e spesso anche ruvida e scomoda per
se stesso e per tutta la categoria di appartenenza.La buca appartiene a pieno titolo a questa categoria di storie. Ci sono dei ragazzini e delle ragazzine che si creano in assoluta autonomia un loro personale campo di gioco, fatto di niente, ovvero fatto con quello che un pezzo di giardino può offrire: terra, radici scoperte, rami rotti e fango. Poco interessa loro il gioco tradizionale, fatto secondo regole, dondolarsi sull'altalena o dare calci a palloni sgonfi.
E gli adulti dissentono, proibiscono, esercitano tutto il loro potere.
Il risultato qual è? Lo stesso che si ottiene quando si tenta di dire all'acqua dove andare. I bambini e le bambine del Nord, nipoti di Emil e Pippi, come l'acqua vanno piuttosto dritti per la loro strada o sanno trovare una strada alternativa e se un grande diventa un ostacolo, allora occorrerà aggirarlo.
Ed
è esattamente quello che accade qui: i grandi rappresentano
l'ottusità di pensiero, la caparbia convinzione di sapere in
anticipo come andranno le cose - tutte le volte smentiti dai fatti
che i ragazzini e le ragazzine non possono ignorare. L'evidenza viene
sistematicamente smentita e alla lecita domanda sul perché delle
scelte, i grandi fanno l'ennesima pessima figura, trincerandosi
dietro l'odioso quanto inutile 'perché sì' che è tutto meno che
una risposta.
Nel
frattempo i bambini eleggono di volta in volta il loro campo di
azione, dandogli ogni volta dignità e importanza, con quella lettera
maiuscola, inequivocabile: la Buca, il Bordo, il Mucchio. Brava a raccontare questa gemella di casa Adbåge e a farlo tanto a parole, ben tradotte dalla Milton Knowles, quanto a disegni. Così perfettamente connessi con il panorama della giovane illustrazione svedese che parecchio deve alla Lindström per tipo di inquadratura, per linea chiara, per quella caratteristica distorsione delle figure. Ma, volendo allargare il cerchio, si notano legami con il panorama più ampio scandinavo, da Torseter alla Maijala, attraversato sempre da tanta leggerezza e spontaneità di segno. Brava, bravissima nel lavoro di impaginazione del testo all'interno dell'immagine; brava bravissima nel ritmo e nella libertà di movimento e nella scelta di una dominante cromatica, che può essere a pieno titolo eletta come personaggio a sé: la terra su cui l'infanzia corre e scorre.
Carla
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