martedì 14 aprile 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IL LATO SOLARE

E se...?, Anthony Browne (trad. Sara Saorin)
Camelozampa 2020


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 6 anni)

"Joe stava andando alla sua festa importante, a casa del suo amico Tom, ma aveva perso l'invito, e quindi non sapeva quale fosse il numero della casa.
'Tranquillo, Joe' disse la mamma. 'La casa di Tom è da qualche parte in questa via. La troveremo. E si incamminarono."

Joe non è affatto tranquillo. La cosa che lo preoccupa non sembra tanto il non trovare la casa, ma piuttosto il suo contrario. Andare a una festa, dove magari c'è qualcuno di sconosciuto o magari c'è troppa gente, o dove magari le cose da mangiare o i giochi a lui non piacciono... Tutto questo rovello accompagna la camminata che madre e figlio fanno lungo la strada su cui si affacciano diverse case, effettivamente sempre più tetre, abitate da curiosi personaggi. 


Attraverso le grandi finestre che permettono loro di sbirciare dentro si susseguono una coppia di anziani viaggiatori nello spazio, un elefante, un gruppo di studenti scalmanati, un gruppo di villani e contadini 'olandesi' del Cinquecento. Arrivati all'ultima casa della via, davvero la più lugubre, quando ormai Joe non vede l'ora di tornarsene a casa e anche la fiducia e l'ottimismo della madre sembrano venire meno, si apre una porta e appare Tom, sorridente e circondato dagli amici e le amiche di Joe: tutti lo invitano a entrare...

Uno dei grandi pregi che vanno assegnati ad Anthony Browne è la sua coerenza. Che evidentemente deriva da una forte consapevolezza e rispetto della propria storia personale e del proprio progetto, delle proprie scelte in campo stilistico, delle proprie scelte di modus operandi e, last but not least, del proprio pubblico.

 
E se...? arriva dopo una lista di capolavori che hanno reso Anthony Browne, quello che è nell'immaginario di tutti quelli che se ne occupano e lo apprezzano a diverso titolo.
Dal 1976, anno in cui viene pubblicato il suo primo libro, Through the Magic Mirror, sono passati trentasette anni e se lo si mette vicino a What if...? (2013) la grande distanza che li divide si sente tutta.
La coerenza e alcuni tratti della sua poetica però si riconoscono ancora.
Ma se mettiamo accanto a E se...? libri come Gorilla (1983) o TheTunnel (1989) si riconosce immediatamente il segno, e un bel numero di elementi comuni, ciò nonostante si percepisce che qualcosa di diverso c'è. 
La complessità di un autore come Anthony Browne è difficilmente scomponibile per filoni, tuttavia credo sia incontrovertibile che Browne sia da un lato maestro del mistero, dell'oscuro, dell'enigmatico (il lato notturno o se si preferisce sendakiano della questione di raccontar storie) e con la medesima intensità, dall'altro, sappia essere un 'paterno' o 'materno' accompagnatore dei propri lettori, e solutore delle piccole o grandi difficoltà della vita reale, il suo lato solare.

 
È pur vero che questi due percorsi hanno spesso elementi in comune che sono per esempio il gioco dell'illusione ottica (ma in Browne si dovrebbe parlare di allusione ottica finanche nei dettagli) o il gusto per la trasformazione, a cui Browne per scelta non rinuncia mai (è il suo antidoto personale contro la noia). Per intenderci, Browne sia in Tunnel, sia in E se...? è prestigiatore e rende l'inspiegabile o il trucco, qualcosa che si può definire con una unica parola: il meraviglioso. Ma la grande differenza è che in Gorilla o in The Tunnel il trucco non si svela, e il senso di inquietudine del lettore deve trovare soluzione altrove, mentre in E se...? , oppure Into the Forest (2004, il titolo in italiano è Nel bosco) il nodo si scioglie nella distensione finale.


Uno degli elementi formali che separano queste due categorie, ripeto 'artificiose', è il testo e il ritmo che scandisce e tiene insieme parole e immagini.
In quelli che possono considerarsi i suoi libri epocali, Anthony Browne lavora con il testo e con le immagini come un esperto cesellatore che deve rimuovere dal corpo del libro, tutto ciò che potrebbe nuocere al suo progetto di costruzione di un gioiello prezioso.
E tanto più è nella prima fase della sua carriera, tanto più non dimostra timore nel farlo. In Gorilla le grandi magie si colgono con gli occhi, ma dalle parole non arriva nessun aiuto: in the night something amazing happened.
Il ritmo delle immagini è di una regolarità perfetta: testo e tavola più piccola, quella che lui stesso definisce immagine di raccordo (salvo una eccezione in corrispondenza del climax) a sinistra, tavola grande in cornice e senza testo a destra. E tra l'immagine di un padre assente dietro un giornale in un lago di angoli e colori freddi, e una padre affettuoso in un lago di curve e colori caldi c'è in mezzo un intero libro, una intera storia, ma soprattutto la grande domanda, quella sì con un punto interrogativo che si rinnova a ogni nuova lettura che se ne voglia fare.
Qualche anno dopo, in The Tunnel il mistero continua a esistere in quel tunnel da attraversare, un 'topos' letterario perfetto, ma le parole, come una evidente funzione rassicurante, accompagnano lo sguardo attraverso quel something amazing che sta accadendo. La pagina finale è un piccolo capolavoro di sintesi, dove il trucco dell'illusionista non si svela, ma lo sguardo d'intesa dei due fratelli, rispetto alla domanda nel testo Is everything all right? suggella la grande ambiguità di fondo. Che esiste e resiste.


In E se...? si ritrova - salvo nel finale - la stessa regolare scansione tra testi e immagini: a sinistra tavole a fumetto (ibridazione di linguaggio che spesso viene utilizzato per dire tante cose in poco spazio) e talvolta testo, a destra tavola a pagina piena con cornice, cui segue tavola su doppia pagina che tiene in sé, come un ritornello: No, disse Joe!.
In E se...? si ritrova anche il gioco dell'allusione ottica, che come tale ha il compito di stabilire un legame di senso tra l'immagine e la singola paura di Joe: alieni per la paura di conoscere gli invitati, elefante per la paura di essere in troppi in poco spazio ecc ecc.
In E se...? si ritrova il gusto per la citazione, per il dettaglio che corrobora il senso generale, a riprova che neanche qui Anthony Browne si sia annoiato nel disegnare.
In E se...? come già in parte Nel bosco con cui condivide grossomodo l'impostazione generale - inquietudine di partenza, percorso in crescendo attraverso diverse stazioni intermedie piene di mistero, scioglimento della tensione iniziale con faccione solare che chiude - tutto si risolve nel migliore dei modi e tutto quello che c'era da dire è stato detto.


Ecco, ed è qui che, paradossalmente, a me manca qualcosa.
Per assurdo, per fare posto al tutto e a così tante parole dette per spiegare, manca un po' di silenzio, quello che lo stesso Anthony Browne definisce, evidentemente riferendosi ad altri suoi libri, come the gap.
Il vuoto, lo iato, il vacuum, appunto. Spazio lasciato libero, soprattutto dalle parole, ma talvolta coraggiosamente anche dal disegno, per concedere al lettore di entrarci, di accomodarcisi, di guardarsi intorno e, in caso, di poterlo riempire di propri pensieri.

Carla

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