IL LATO SOLARE
E se...?, Anthony Browne
(trad. Sara Saorin)
Camelozampa 2020
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 6 anni)
"Joe stava andando alla sua
festa importante, a casa del suo amico Tom, ma aveva perso l'invito,
e quindi non sapeva quale fosse il numero della casa.
'Tranquillo, Joe' disse la mamma.
'La casa di Tom è da qualche parte in questa via. La troveremo. E si
incamminarono."
Joe non è affatto
tranquillo. La cosa che lo preoccupa non sembra tanto il non trovare
la casa, ma piuttosto il suo contrario. Andare a una festa, dove
magari c'è qualcuno di sconosciuto o magari c'è troppa gente, o
dove magari le cose da mangiare o i giochi a lui non piacciono...
Tutto questo rovello accompagna la camminata che madre e figlio fanno
lungo la strada su cui si affacciano diverse case, effettivamente
sempre più tetre, abitate da curiosi personaggi.
Attraverso le
grandi finestre che permettono loro di sbirciare dentro si susseguono
una coppia di anziani viaggiatori nello spazio, un elefante, un
gruppo di studenti scalmanati, un gruppo di villani e contadini
'olandesi' del Cinquecento. Arrivati all'ultima casa della via,
davvero la più lugubre, quando ormai Joe non vede l'ora di
tornarsene a casa e anche la fiducia e l'ottimismo della madre
sembrano venire meno, si apre una porta e appare Tom, sorridente e
circondato dagli amici e le amiche di Joe: tutti lo invitano a
entrare...
Uno dei grandi
pregi che vanno assegnati ad Anthony Browne è la sua coerenza. Che
evidentemente deriva da una forte consapevolezza e rispetto della
propria storia personale e del proprio progetto, delle proprie scelte
in campo stilistico, delle proprie scelte di modus operandi e, last
but not least, del proprio pubblico.
E se...?
arriva dopo una lista di capolavori che hanno reso Anthony Browne,
quello che è nell'immaginario di tutti quelli che se ne occupano e
lo apprezzano a diverso titolo.
Dal 1976, anno in
cui viene pubblicato il suo primo libro, Through the Magic Mirror,
sono passati trentasette anni e se lo si mette vicino a What
if...? (2013) la grande distanza che li divide si sente tutta.
La coerenza e
alcuni tratti della sua poetica però si riconoscono ancora.
Ma se mettiamo
accanto a E se...? libri come Gorilla (1983) o TheTunnel (1989) si riconosce immediatamente il segno, e un bel
numero di elementi comuni, ciò nonostante si percepisce che qualcosa
di diverso c'è.
La complessità di
un autore come Anthony Browne è difficilmente scomponibile per
filoni, tuttavia credo sia incontrovertibile che Browne sia da un
lato maestro del mistero, dell'oscuro, dell'enigmatico (il lato
notturno o se si preferisce sendakiano della questione di raccontar
storie) e con la medesima intensità, dall'altro, sappia essere un
'paterno' o 'materno' accompagnatore dei propri lettori, e solutore
delle piccole o grandi difficoltà della vita reale, il suo lato solare.
È pur vero che
questi due percorsi hanno spesso elementi in comune che sono per
esempio il gioco dell'illusione ottica (ma in Browne si dovrebbe
parlare di allusione ottica finanche nei dettagli) o il gusto per la
trasformazione, a cui Browne per scelta non rinuncia mai (è il suo
antidoto personale contro la noia). Per intenderci, Browne sia in
Tunnel, sia in E se...? è prestigiatore e rende
l'inspiegabile o il trucco, qualcosa che si può definire con una
unica parola: il meraviglioso. Ma la grande differenza è che in
Gorilla o in The Tunnel il trucco non si svela, e il
senso di inquietudine del lettore deve trovare soluzione altrove,
mentre in E se...? , oppure Into the Forest (2004,
il titolo in italiano è Nel bosco) il nodo si scioglie nella
distensione finale.
Uno degli elementi
formali che separano queste due categorie, ripeto 'artificiose', è
il testo e il ritmo che scandisce e tiene insieme parole e immagini.
In quelli che
possono considerarsi i suoi libri epocali, Anthony Browne lavora con
il testo e con le immagini come un esperto cesellatore che deve
rimuovere dal corpo del libro, tutto ciò che potrebbe nuocere al suo
progetto di costruzione di un gioiello prezioso.
E tanto più è
nella prima fase della sua carriera, tanto più non dimostra timore
nel farlo. In Gorilla le grandi magie si colgono con gli
occhi, ma dalle parole non arriva nessun aiuto: in the night
something amazing happened.
Il ritmo delle
immagini è di una regolarità perfetta: testo e tavola più piccola,
quella che lui stesso definisce immagine di raccordo (salvo una
eccezione in corrispondenza del climax) a sinistra, tavola grande in
cornice e senza testo a destra. E tra l'immagine di un padre assente
dietro un giornale in un lago di angoli e colori freddi, e una padre
affettuoso in un lago di curve e colori caldi c'è in mezzo un intero
libro, una intera storia, ma soprattutto la grande domanda, quella sì
con un punto interrogativo che si rinnova a ogni nuova lettura che se
ne voglia fare.
Qualche anno dopo,
in The Tunnel il mistero continua a esistere in quel tunnel da
attraversare, un 'topos' letterario perfetto, ma le parole, come una
evidente funzione rassicurante, accompagnano lo sguardo attraverso
quel something amazing che sta accadendo. La pagina finale è
un piccolo capolavoro di sintesi, dove il trucco dell'illusionista
non si svela, ma lo sguardo d'intesa dei due fratelli, rispetto alla
domanda nel testo Is everything all right? suggella la grande
ambiguità di fondo. Che esiste e resiste.
In E se...? si
ritrova - salvo nel finale - la stessa regolare scansione tra testi e
immagini: a sinistra tavole a fumetto (ibridazione di linguaggio che
spesso viene utilizzato per dire tante cose in poco spazio) e
talvolta testo, a destra tavola a pagina piena con cornice, cui segue
tavola su doppia pagina che tiene in sé, come un ritornello: No,
disse Joe!.
In E se...? si
ritrova anche il gioco dell'allusione ottica, che come tale ha il
compito di stabilire un legame di senso tra l'immagine e la singola
paura di Joe: alieni per la paura di conoscere gli invitati, elefante
per la paura di essere in troppi in poco spazio ecc ecc.
In E se...?
si ritrova il gusto per la citazione, per il dettaglio che corrobora
il senso generale, a riprova che neanche qui Anthony Browne si sia
annoiato nel disegnare.
In E se...?
come già in parte Nel bosco con cui condivide grossomodo
l'impostazione generale - inquietudine di partenza, percorso in
crescendo attraverso diverse stazioni intermedie piene di mistero,
scioglimento della tensione iniziale con faccione solare che chiude -
tutto si risolve nel migliore dei modi e tutto quello che c'era da
dire è stato detto.
Ecco, ed è qui
che, paradossalmente, a me manca qualcosa.
Per assurdo, per
fare posto al tutto e a così tante parole dette per spiegare, manca
un po' di silenzio, quello che lo stesso Anthony Browne definisce,
evidentemente riferendosi ad altri suoi libri, come the gap.
Il vuoto, lo iato,
il vacuum, appunto. Spazio lasciato libero, soprattutto dalle parole,
ma talvolta coraggiosamente anche dal disegno, per concedere al
lettore di entrarci, di accomodarcisi, di guardarsi intorno e, in
caso, di poterlo riempire di propri pensieri.
Carla
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