mercoledì 29 aprile 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL PROFUMO DEL GI-NE-PRO

Il riccio nella nebbia, Sergeij Kozlov, Jurij Norstein, 
illustrazioni di Francesca Yarbusova, (trad. Livia Signorini)
Adelphi 2019


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Ogni sera Riccio andava a casa di Orso a contare le stelle. Accovacciati su un tronco i due sorseggiavano il tè e guardavano il cielo stellato, sospeso sopra il tetto proprio dietro al comignolo. Le stelle a destra del comignolo appartenevano a Orso. Quelle a sinistra erano di Riccio."


Con il suo fagottino che contiene un barattolo di marmellata di lamponi Riccio si mette per strada, attraversa la pineta e non smette di guardare il cielo stellato, anche nel riflesso della pozzanghera. Un gufo lo segue e lo imita, anche quando, passando, Riccio manda il suo saluto al fondo del pozzo.
All'improvviso la nebbia. 


Un cavallo bianco ha le sue zampe immerse in quella lattigine impalpabile. Riccio la attraversa, gioca con le falene, con una foglia secca che nasconde una lumaca sotto di sé. Schiva un volo di pipistrelli, ma ormai la nebbia lo avvolge sempre di più, facendogli sparire ogni cosa davanti.
Con l'aiuto di un bastoncino arriva a rifugiarsi nella cavità di un grande albero, ma poi scappa perché la nebbia gli turbina intorno e gli sembra di essere inseguito da pipistrelli, lumache elefanti e dal gufo. Anche il fagotto sembra introvabile, fino a che un cane, arrivato dal nulla, non glielo posa sulle zampine. Perso ogni orientamento finisce nel fiume e dalla corrente si fa trasportare, ma quando le forze lo stanno abbandonando, Qualcuno lo trasporta al sicuro sulla riva. Sfinito Riccio si siede su un tronco, finché Orso, che lo aveva invocato nella disperazione, non lo raggiunge trafelato. Ha preparato ogni cosa e, finalmente di nuovo insieme, sulle sedie di vimini, prenderanno il tè e conteranno ancora una volta le stelle.
Solo un pensiero di Riccio scappa verso il Cavallo nella nebbia, se la caverà?

Tra i criteri di scelta di un libro c'è quello che si fonda sulla fiducia nei progetti editoriali. Il progetto editoriale di Adelphi non è affare da raccontare qui. Forse però vale la pena mettere in chiaro e per iscritto che la fiducia la merita. Tutta e sempre.
Rari e preziosi sono i libri che Adelphi pubblica nella collana I cavoli a merenda, una collana dedicata ai lettori più giovani, di cui però solo di rado i grandi flussi di comunicazione si occupano. Forse non è un caso, perché i libri in collana sono oggetti molto raffinati, che hanno spesso radici che affondano nel passato, in odore di classici. Purosangue i suoi autori: da Sendak a Sis, da Cneut a Gorey, da Richler a Sto, dai coniugi Dugin alla coppia Norstein-Yarbusova.
Questo è per dire che un libro del genere non va lasciato giù. 
A prescindere, non può tradirti.
Chi siano questi due artisti russi, entrambi provenienti dal mondo della cinematografia, Jurij Norstein (qui nella scrittura supportato da Kozlov) è considerato il miglior autore russo di animazione e la Yarbusova è la sua scenografa di sempre. La storia di questo personaggio particolarissimo, un artista visionario con una inguaribile nostalgia per un'Unione sovietica che non esiste più, che da trentanove anni lavora all'animazione de Il cappotto di Gogol, la si può apprendere ancora una volta grazie ad Adelphi, nel libro che racconta la sua storia (Verrà il lupetto grigio, di Brian Phillis). Delle qualità della Yarbusova parlano le illustrazioni. Una su tutte, il cavallo nella nebbia. La storia di questo piccolo riccio che ha abitudini tenere e che attraversa la natura con un intreccio di timore e di meraviglia e che non può e non vuole dimenticare ciò che ha incontrato sulla sua strada, sembra essere, ironia della sorte, una sorta di alter ego di Norstein. 


Dimostrano entrambi, a vedere le loro storie, di avere la medesima sensibilità e purezza d'animo, la medesima poesia espressiva, il medesimo stupore negli occhi.
Il riccio e la nebbia nasce, ovviamente, come breve animazione nel 1975. La Petruševskaja, con la quale all'epoca stava progettando la scrittura di un altro film di animazione, gli disse camminando in un parco che il progetto era in un vicolo cieco, perché mai e poi mai avrebbe potuto fare qualcosa di più bello del Riccio nella nebbia

 
Le cose andarono diversamente, forse anche per merito della scrittura di Ljudmila: con Il Racconto dei Racconti del 1979 vincerà importanti riconoscimenti anche internazionali e tutti lo considereranno la sua summa poetica e il più bel film di animazione di sempre.
La cosa che lascia stupiti i lettori del libro, all'epoca lasciò senza parole sia i bambini che gli animatori che si chiesero come fosse possibile renderla così viva.
Nel libro tutto questo si attenua, ma quella nebbia è davvero una magia, nel suo nascondere e svelare. 

In questa rarefatta, quanto (o)scura atmosfera ci sono alcuni punti fermi e luminosi: l'amicizia tra Riccio e Orso, che è ad evidenza una sicurezza per entrambi; l'esplorazione della natura che ha una sua voce molto precisa ed è protagonista e non solo sfondo. A tal proposito, Norstein afferma che nessuno meglio della Yarbusova dimostra di avere sensibilità più adatta per raccontare la natura. Questa attraversata di bosco, ovviamente, assume carattere onirico e diventa esercizio spirituale nei confronti delle proprie inquietudini.
Dunque, dopo amicizia, esplorazione nella natura ed esplorazione nel proprio intimo, si aggiunge l'altra grande questione che il libro pone: il mistero che fino in fondo non si svela. Da un parte, le visioni di Riccio, che ricordano per costruzione del Il sonno della ragione di Goya e dall'altra, l'arrivo di Qualcuno, il traghettatore gentile; ecco la gentilezza, per esempio in quel paziente ripetere gi-ne-pro, è l'altro elemento che tiene insieme questa storia.



È quella stessa gentilezza e premura per l'altro che ricorda gli animali del bosco di Tellegen o quelli della Perret o ancora Luigi di Katharina Valckx. Ultimo elemento, trattandosi di una trasposizione su carta di quello che Miyazaki considera uno dei film d'animazione suoi preferiti, è la meraviglia.
La meraviglia di perdersi e di ritrovarsi, la meraviglia di saper guardare con occhi sempre nuovi: il volo delle falene, la lucciola sul filo d'erba, la poltroncina di vimini e quel magnifico cavallo.


Sì, è meraviglia.

Carla

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