STORIE DIVINE
Mettere mano al patrimonio mitologico
greco è impresa, è il caso di dirlo, titanica. Non tanto perché si
entra nel territorio del sacro, infatti in tanti lo hanno
saccheggiato senza sfiorare quella dimensione; quanto per la vastità
delle fonti e per la molteplicità delle versioni relative a quasi
tutti gli episodi. In linea di massima, trovo più interessanti e più
fedeli quegli autori che attingono direttamente a questo o quel
testo, che sia l’Odissea o Le Metamorfosi di Ovidio.
L’operazione tentata da Murielle Szac
è invece diversa: in due titoli, “Le avventure di Ermes dio dei
ladri” e “Il romanzo di Artemide”, pubblicati entrambi da
L’Ippocampo, l’autrice tenta l’azzardo di mettere, almeno
apparentemente, ordine al corpus mitologico e, nello stesso tempo, di
modernizzarlo, traducendo le vicende degli dei in una forma narrativa
‘continua’.
La struttura di entrambi i libri vede
una divisione in cento episodi, che raccolgono una quantità
impressionante di storie mitologiche, che in parte, com’è ovvio,
si sovrappongono.
Il volume dedicato ad Ermes tratta
soprattutto dei miti dell’origine del mondo, delle divinità
primordiali da Urano e Gea ai Titani, Ciclopi e compagnie mostruose
di vario genere; l’episodio centrale è la nascita di Zeus e la sua
lotta col padre Crono. Tutto questo Ermes lo sa facendo visita alle
tre vecchie nutrici del monte Parnaso. Ma nel frattempo cresce,
impara, acquisisce nuove competenze e si intrufola nella disputa fra
Prometeo e Zeus, con tutto quello che deriva di fortune e disgrazie
legate al genere umano. Già su questo ci sarebbe moltissimo da dire,
anche solo mettendo in relazione questo insieme di storie, che, come
dicevo, prevede svariate versioni, con le mitologie di altre
religioni. Ma ci sarebbe moltissimo da dire su quello che il mito
racconta sul genere umano, su ciò che viene considerato lodevole
(l’astuzia, la mètis) o ciò che è riprovevole (l’arroganza, la
hybris).
Nel secondo romanzo, che ha una veste
editoriale molto diversa, dalla brossura alla rilegatura, da un
carattere di stampa ‘umano’ ad un altro veramente proibitivo, si
accentua il tentativo di dare continuità narrativa nel passaggio da
un episodio all’altro, cercando di fornire un ritratto a tutto
tondo della protagonista, Artemide, vista come una divinità ombrosa,
dedita alla solitudine e alla caccia, compagna delle sole ninfe che
le sono fedeli, legata da sentimenti contraddittori alle altre
divinità. Ma l’ambiguità è la cifra prevalente di queste figure:
Artemide stessa è colei che protegge la natura, ma che ama la
caccia; che accompagna le giovani vergini all’età del matrimonio,
che non si accompagna agli uomini, ma presiede alle nascite. Le sue
compagnie maschili più apprezzate, a parte il fratello Apollo, sono
Chirone, il centauro suo maestro, ed Asclepio.
Artemide può essere considerata
l’incarnazione di una immagine femminile moderna, basata sulla
autodeterminazione, la forza, la capacità di competere ad armi pari
con le altre divinità? Tutto è possibile e data la grande
versatilità di queste storie non è priva di suggestioni
un’interpretazione di questo genere; ma non riesco a non trovare
fuorviante, considerando che la mole delle pagine, soprattutto in
questo secondo volume, seleziona un lettore e una lettrice almeno
alla fine delle elementari, il ridurre la mitologia a racconto
pittoresco e originale.
Un approccio del genere è giustificato
con lettori più giovani e si accosta alle letture fiabesche. Non è,
a mio avviso, descrivendo Artemide come una intraprendente ragazza
dei giorni nostri che si riesce a trasmettere la potenza
intramontabile del mito, delle sue immagini, delle sue allusioni,
della ricchezza delle sue molteplici interpretazioni. L’ambiguità
che è insita nelle divinità è l’ambiguità della condizione
umana, costantemente legata alla sua condizione materiale e nello
stesso tempo protesa nell’atto incompiuto della trascendenza.
Certo, non è così, con questi termini, che lo proporrei ai ragazzi
e alle ragazze, ma andrei a pescare nella tradizione letteraria
classica tutta la magia del racconto mitologico.
Vedo bene questi testi come fonte di
spunti, come suggerimento di percorsi nel labirinto del mito, a
partire dai dieci, undici anni.
Eleonora
“Le avventure di Ermes dio dei
ladri”, M. Szac, L’ippocampo 2018
“Il romanzo di Artemide”, M. Szac,
L’Ippocampo 2019
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