mercoledì 1 aprile 2020

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


STORIE DIVINE

 
Mettere mano al patrimonio mitologico greco è impresa, è il caso di dirlo, titanica. Non tanto perché si entra nel territorio del sacro, infatti in tanti lo hanno saccheggiato senza sfiorare quella dimensione; quanto per la vastità delle fonti e per la molteplicità delle versioni relative a quasi tutti gli episodi. In linea di massima, trovo più interessanti e più fedeli quegli autori che attingono direttamente a questo o quel testo, che sia l’Odissea o Le Metamorfosi di Ovidio.
L’operazione tentata da Murielle Szac è invece diversa: in due titoli, “Le avventure di Ermes dio dei ladri” e “Il romanzo di Artemide”, pubblicati entrambi da L’Ippocampo, l’autrice tenta l’azzardo di mettere, almeno apparentemente, ordine al corpus mitologico e, nello stesso tempo, di modernizzarlo, traducendo le vicende degli dei in una forma narrativa ‘continua’.
La struttura di entrambi i libri vede una divisione in cento episodi, che raccolgono una quantità impressionante di storie mitologiche, che in parte, com’è ovvio, si sovrappongono.
Il volume dedicato ad Ermes tratta soprattutto dei miti dell’origine del mondo, delle divinità primordiali da Urano e Gea ai Titani, Ciclopi e compagnie mostruose di vario genere; l’episodio centrale è la nascita di Zeus e la sua lotta col padre Crono. Tutto questo Ermes lo sa facendo visita alle tre vecchie nutrici del monte Parnaso. Ma nel frattempo cresce, impara, acquisisce nuove competenze e si intrufola nella disputa fra Prometeo e Zeus, con tutto quello che deriva di fortune e disgrazie legate al genere umano. Già su questo ci sarebbe moltissimo da dire, anche solo mettendo in relazione questo insieme di storie, che, come dicevo, prevede svariate versioni, con le mitologie di altre religioni. Ma ci sarebbe moltissimo da dire su quello che il mito racconta sul genere umano, su ciò che viene considerato lodevole (l’astuzia, la mètis) o ciò che è riprovevole (l’arroganza, la hybris).


Nel secondo romanzo, che ha una veste editoriale molto diversa, dalla brossura alla rilegatura, da un carattere di stampa ‘umano’ ad un altro veramente proibitivo, si accentua il tentativo di dare continuità narrativa nel passaggio da un episodio all’altro, cercando di fornire un ritratto a tutto tondo della protagonista, Artemide, vista come una divinità ombrosa, dedita alla solitudine e alla caccia, compagna delle sole ninfe che le sono fedeli, legata da sentimenti contraddittori alle altre divinità. Ma l’ambiguità è la cifra prevalente di queste figure: Artemide stessa è colei che protegge la natura, ma che ama la caccia; che accompagna le giovani vergini all’età del matrimonio, che non si accompagna agli uomini, ma presiede alle nascite. Le sue compagnie maschili più apprezzate, a parte il fratello Apollo, sono Chirone, il centauro suo maestro, ed Asclepio.
Artemide può essere considerata l’incarnazione di una immagine femminile moderna, basata sulla autodeterminazione, la forza, la capacità di competere ad armi pari con le altre divinità? Tutto è possibile e data la grande versatilità di queste storie non è priva di suggestioni un’interpretazione di questo genere; ma non riesco a non trovare fuorviante, considerando che la mole delle pagine, soprattutto in questo secondo volume, seleziona un lettore e una lettrice almeno alla fine delle elementari, il ridurre la mitologia a racconto pittoresco e originale.
Un approccio del genere è giustificato con lettori più giovani e si accosta alle letture fiabesche. Non è, a mio avviso, descrivendo Artemide come una intraprendente ragazza dei giorni nostri che si riesce a trasmettere la potenza intramontabile del mito, delle sue immagini, delle sue allusioni, della ricchezza delle sue molteplici interpretazioni. L’ambiguità che è insita nelle divinità è l’ambiguità della condizione umana, costantemente legata alla sua condizione materiale e nello stesso tempo protesa nell’atto incompiuto della trascendenza. Certo, non è così, con questi termini, che lo proporrei ai ragazzi e alle ragazze, ma andrei a pescare nella tradizione letteraria classica tutta la magia del racconto mitologico.
Vedo bene questi testi come fonte di spunti, come suggerimento di percorsi nel labirinto del mito, a partire dai dieci, undici anni.

Eleonora

“Le avventure di Ermes dio dei ladri”, M. Szac, L’ippocampo 2018
“Il romanzo di Artemide”, M. Szac, L’Ippocampo 2019



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