lunedì 30 marzo 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA SEGGIOLINA VERDE

Vai via Alfredo!, Catherine Pineur (trad. Tanguy Babled)
Babalibri 2019



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"Alfredo è un tipo strano.
Non vogliamo tipi come te!
Vai via!
Alfredo ha appena il tempo di prendere la sua piccola sedia e se ne va."

E così Alfredo non ha più un posto dove stare. Invano cerca ospitalità sui rami degli alberi. Ma per una ragione o per l'altra nessuno gli fa spazio:il nido è troppo piccolo, oppure la mamma non sarebbe d'accordo, oppure la tua presenza sui fili li appesantirebbe troppo...
Alfredo, sconsolato, si tira dietro la sua seggiolina e capisce molto bene che nessuno lo vuole.
Sul fondo però nota una strana casetta, alta e stretta. E' quella di Sonia, ma lui non lo sa chi sia Sonia. Quella casetta è fatta apposta per lei, che è una gru. A lei piace vivere lontano da tutti e da tutto, laggiù alla fine del bosco. Dalla finestra Sonia si accorge dell'arrivo di quel tipo strano e chiude la porta per la paura ed è contenta che stia facendo buio così non lo vedrà più.
La mattina dopo quando si alza, però, Alfredo è ancora lì, seduto sulla sua seggiolina.


Lentamente gli si avvicina, Alfredo le sorride e...

Ci sono libri che sono timidi, un po' come Sonia, che è schiva. E che se sei distratto, possono passare inosservati, o peggio, sfuggirti del tutto.
Stava per succedere, ma come spesso accade tra timidi, ci si intende quando gli sguardi si incrociano.
Ignorato al momento della sua apparizione sugli scaffali delle librerie, la sua copertina mi appare a mesi di distanza in qualche escursione personale in rete.
E poi c'è quella seggiolina verde. 


Partendo da zero, con la sola immagine di copertina, pare già dire tanto.
Un uccellino con un gran becco giallo, uno zuccotto rosso in testa. Lo sguardo basso, forse in direzione di una seggiolina verde che è accanto a lui.
La sua solitudine emerge anche da quel titolo urlato, Vai via, Alfredo!
Scatta immediato il senso di protezione nei suoi confronti.
Ancora prima di aver visto cosa contiene, Alfredo ha già un pezzetto del mio cuore.
Nei risguardi Alfredo è ancora lì.
E poi c'è anche quella seggiolina.
Ha perso il colore e il tratto a matita è ancora più sottile. Da questo punto in poi, in un lago di bianco si susseguono pochi segni, linee orizzontali o verticali, ottenute con l'uso di carta carbone, che alludono a una strada o a tronchi d'albero: lo scarno contesto in cui Alfredo si muove. 


E poi c'è quella seggiolina verde che è nel contempo un peso che lui si trascina dietro, ma anche l'ultimo pezzettino di una casa che non c'è più. E' un oggetto che in alcuni momenti accentua il ridicolo della situazione, e in altri diventa utensile, in altri ancora, anche se non raffigurata, diventa simbolo di attesa e poi finisce per essere funzionale alla scena finale. 


Anche quella seggiolina verde è timida, come Alfredo.
Questa diffusa timidezza di segno si ripropone a ogni incontro che Alfredo fa. E tanto più è delicato il gesto del disegno, tanto più è forte l'impatto del testo. E qui pare evidente la qualità della scelta poetica della Pineur, peraltro confermata in una sua presentazione, ovvero quella di dare una voce 'timida' sottile al quel personaggio e a tutto quello che esso può rappresentare e invece dare una voce forte, violenta a tutti gli interlocutori e a tutto quello che essi possono rappresentare. Ma non solo. Il valore aumenta nella scelta programmatica di usare un segno timido per lasciare spazio alla questione di fondo.
Raccontata con così pochi segni, e con così poche parole, ma affilate, la storia di Alfredo assume necessariamente un valore che esula dal contingente e diviene universale. Sotto le piume di quell'uccellino ci sono tanti fratelli e sorelle che come lui non sanno dove stare. E che come lui, dal mondo prendono solo schiaffi.
La Pineur racconta di una sua 'rabbia interiore' per tutto quello che vede succedere attorno a sé rispetto a tutti coloro che, come Alfredo, una casa non la hanno. E questo piccolo libro diventa il suo contributo, la sua voce per dire: No, così no! 


Il finale, nelle parole della gru e nella presenza di quella seggiolina verde, come è giusto che sia nei bei libri, sono una porta spalancata - questa finalmente sì - verso la discussione.
E i risguardi ne sono il suggello.

Carla

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