LA SEGGIOLINA VERDE
Vai via Alfredo!,
Catherine Pineur (trad. Tanguy Babled)
Babalibri 2019
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)
"Alfredo è un tipo strano.
Non vogliamo tipi come te!
Vai via!
Alfredo ha appena il tempo di
prendere la sua piccola sedia e se ne va."
E così Alfredo non ha più un posto
dove stare. Invano cerca ospitalità sui rami degli alberi. Ma per
una ragione o per l'altra nessuno gli fa spazio:il nido è troppo
piccolo, oppure la mamma non sarebbe d'accordo, oppure la tua
presenza sui fili li appesantirebbe troppo...
Alfredo, sconsolato, si tira dietro la
sua seggiolina e capisce molto bene che nessuno lo vuole.
Sul fondo però nota una strana
casetta, alta e stretta. E' quella di Sonia, ma lui non lo sa chi sia
Sonia. Quella casetta è fatta apposta per lei, che è una gru. A lei
piace vivere lontano da tutti e da tutto, laggiù alla fine del
bosco. Dalla finestra Sonia si accorge dell'arrivo di quel tipo
strano e chiude la porta per la paura ed è contenta che stia facendo
buio così non lo vedrà più.
La mattina dopo quando si alza, però,
Alfredo è ancora lì, seduto sulla sua seggiolina.
Lentamente gli si avvicina, Alfredo le
sorride e...
Ci sono libri che sono timidi, un po'
come Sonia, che è schiva. E che se sei distratto, possono passare
inosservati, o peggio, sfuggirti del tutto.
Stava per succedere, ma come spesso
accade tra timidi, ci si intende quando gli sguardi si incrociano.
Ignorato al momento della sua
apparizione sugli scaffali delle librerie, la sua copertina mi appare
a mesi di distanza in qualche escursione personale in rete.
E poi c'è quella seggiolina verde.
Partendo da zero, con la sola immagine
di copertina, pare già dire tanto.
Un uccellino con un gran becco giallo,
uno zuccotto rosso in testa. Lo sguardo basso, forse in direzione di
una seggiolina verde che è accanto a lui.
La sua solitudine emerge anche da quel
titolo urlato, Vai via, Alfredo!
Scatta immediato il senso di protezione
nei suoi confronti.
Ancora prima di aver visto cosa
contiene, Alfredo ha già un pezzetto del mio cuore.
Nei risguardi Alfredo è ancora lì.
E poi c'è anche quella seggiolina.
Ha perso il colore e il tratto a matita
è ancora più sottile. Da questo punto in poi, in un lago di bianco
si susseguono pochi segni, linee orizzontali o verticali, ottenute
con l'uso di carta carbone, che alludono a una strada o a tronchi
d'albero: lo scarno contesto in cui Alfredo si muove.
E poi c'è quella seggiolina verde che
è nel contempo un peso che lui si trascina dietro, ma anche l'ultimo
pezzettino di una casa che non c'è più. E' un oggetto che in alcuni
momenti accentua il ridicolo della situazione, e in altri diventa
utensile, in altri ancora, anche se non raffigurata, diventa simbolo
di attesa e poi finisce per essere funzionale alla scena finale.
Anche quella seggiolina verde è
timida, come Alfredo.
Questa diffusa timidezza di segno si
ripropone a ogni incontro che Alfredo fa. E tanto più è delicato il
gesto del disegno, tanto più è forte l'impatto del testo. E qui
pare evidente la qualità della scelta poetica della Pineur, peraltro
confermata in una sua presentazione, ovvero quella di dare una voce
'timida' sottile al quel personaggio e a tutto quello che esso può
rappresentare e invece dare una voce forte, violenta a tutti gli
interlocutori e a tutto quello che essi possono rappresentare. Ma non
solo. Il valore aumenta nella scelta programmatica di usare un segno
timido per lasciare spazio alla questione di fondo.
Raccontata con così pochi segni, e con
così poche parole, ma affilate, la storia di Alfredo assume
necessariamente un valore che esula dal contingente e diviene
universale. Sotto le piume di quell'uccellino ci sono tanti fratelli
e sorelle che come lui non sanno dove stare. E che come lui, dal
mondo prendono solo schiaffi.
La Pineur racconta di una sua 'rabbia
interiore' per tutto quello che vede succedere attorno a sé rispetto
a tutti coloro che, come Alfredo, una casa non la hanno. E questo
piccolo libro diventa il suo contributo, la sua voce per dire: No,
così no!
Il finale, nelle parole della gru e
nella presenza di quella seggiolina verde, come è giusto che sia nei
bei libri, sono una porta spalancata - questa finalmente sì - verso
la discussione.
E i risguardi ne sono il suggello.
Carla
Nessun commento:
Posta un commento