mercoledì 27 maggio 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


FAVOLACCIA

Fuori di galera, Sofia Gallo, Pino Pace
Marcos y Marcos 2020


NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni)

"Insomma: niente regali, niente cane, niente vacanze in inverno. E nemmeno in estate se è per questo.
In compenso pare che guadagnerò un padre: io il 3 gennaio compio gli anni, lui esce di galera, dopo dieci anni. Una coincidenza? un segno del destino? una fortuna? oppure l'inizio della fine?"

Ilde ha appena ritirato dalla postina una busta verde, una lettera raccomandata, in cui si comunica alla madre la scarcerazione di Angelo, il padre che lei non ha quasi mai visto. Per buona condotta, esce dopo dieci anni per essere stato condannato per rapina a mano armata e omicidio preterintenzionale.
La vita già piuttosto monotona di questa ragazzina, un po' solitaria, piena di desideri che non si realizzano mai, sta per avere un bello scossone.
Alla soglia del suo quindicesimo compleanno, l'ennesimo senza regali, Ilde è nella sua casa torinese di due camere con Manuela, sua madre, e Rita, la madre di Angelo. Questa raccomandata mette in subbuglio tutte e tre, per ragioni molto diverse. Mi amerà ancora? si chiede Manuela; Sarà finalmente cambiato? spera Rita e Ilde, naturalmente, ne ha mille di domande in testa.
Sta per incontrare, sotto la pioggia davanti al carcere di Alba, uno sconosciuto, che però è anche suo padre.
La vita sottotono di questa ragazzina che anche durante le vacanze di Natale passa i suoi pomeriggi nel bar dei nonni materni a chiacchierar di libri con il signor Gianni, ad arrabbiarsi per i messaggi della sua unica amica Martina da Sanremo, a sognare il primo amore con Giovanni, sta per cambiare un bel po'.
Dopo una notte passata solo con Manuela a parlare del futuro che li aspetta, Angelo le sottrae la figlia, la carica in macchina, e si dirige verso il mare della Liguria. Lontano da tutti, solo con Ilde vuole passare due giorni speciali prima di riprendere probabilmente il largo.
Non è esattamente la vacanza che questa ragazzina sognava, tuttavia si rivela un viaggio fondamentale, anche se molto duro.
Necessario per arrivare a capire in che direzione andare.

Misurarsi con il mondo degli adulti è quello che occupa gran parte del tempo di Ilde. A parte Martina e, sullo sfondo, Giovanni e Lorenzo, le sue giornate sono abitate quasi solo da adulti. Alcuni più presenti di altri, e tra questi la squadra dei tre nonni che come spesso accade costituiscono per lei una piccola costellazione di affetti stabili. A loro si aggiunge il vecchio professore, Gianni, che si prende cura delle sue letture, tra un amaro e l'altro.
Madre e padre sono il suo problema. 
A tal punto che la stessa Ilde fatica a chiamarli mamma e papà e opta per un più onesto Manuela e Angelo.
Da un lato c'è una madre ondivaga, che anche affettivamente non dimostra grande solidità, che tuttavia ha il merito di farsi in quattro per mantenere questa strana famiglia tutta al femminile. Usa delle premure nei confronti della figlia come potrebbe farlo uno schiacciasassi. Sebbene tutto questo sia dettato dalla ragion di stato, ovvero da una condizione di povertà sempre latente, ciò nonostante non è un personaggio condivisibile o positivo.
L'ennesimo adulto fragile in un libro per ragazzi.
La seconda questione riguarda il grande assente, Angelo. Quello che sua nonna definisce un padre a fette. La sua assenza è stata così lunga e pesante per Ilde che lei stessa più volte non è capace di riconoscergli il ruolo. Di fatto, lui, almeno fino a oggi, si è illuminato solo di riflesso, nei ricordi di sua madre e di sua nonna. Attraverso l'immaginario della madre - Ilde non ha avuto modo di costruirsene uno proprio - diventa, giocoforza, un mito da tirare fuori nelle grandi occasioni. Salvo poi ricadere nella polvere durante i momenti più bui di solitudine di una quasi quindicenne 'diversamente fortunata'.
Dal momento in cui Angelo le compare davanti, l'assenza, quindi l'alternanza tra mito e polvere, sparisce per lasciare posto a una presenza che di fatto si rivela un percorso molto accidentato di conoscenza reciproca.
Concepito come un fine settimana di vacanza si trasforma in un week end da brivido, al limite dell'inverosimile, architettato secondo le modalità consuete di un ex rapinatore, galeotto e forse assassino. Che incidentalmente è anche un papà.
Attraverso incontri con malavitosi, furti, fughe, scazzottate, padre e figlia misurano il loro affetto reciproco e in qualche modo ci riescono e si conoscono. 
A parte qualche debolezza di troppo nelle parti del racconto dedicate alle relazioni di Ilde con i suoi coetanei, i due elementi di interesse che emergono da Fuori di galera sono condivisi da tanta altra letteratura e, in questo periodo, casualmente, da due film che si somigliano.
Da un lato, sono storie in cui si riconferma che gli adulti spesso e volentieri non sappiano fare il loro mestiere. Si dimostrano fragili, disorientati, egoisti, depressi, in ogni caso si sottraggono alle responsabilità del loro ruolo genitoriale.
Dall'altro lato - di necessità - si vedono figli farsi carico di responsabilità che non dovrebbero competergli, prendere decisioni forti, suggerire ai grandi percorsi virtuosi. Come, per esempio, fa Ilde con Angelo a fine corsa.
E questi ragazzini e ragazzine sono in prima linea, e penso a Favolacce e a Magari, con una compostezza e una lucidità e soprattutto una forza che mette in crisi l'intera categoria degli adulti. 
Forse non aveva tutti i torti Ilde a chiedersi se non fosse davvero l'inizio della fine.

Carla

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