PLASTICA IN MARE
‘Plasticus Maritimus. Una specie
invasiva’ è un libro senz’altro originale: nasce dalla
collaborazione fra Ana Pêgo, biologa marina, e Isabel Minhós
Martins con Bernardo Carvalho, che insieme ci propongono un libro di
divulgazione che è anche un agile manuale per la pesca di un oggetto
particolare, la plastica, che abbonda nel mare come una perniciosa
specie invasiva.
Questo è l’escamotage più originale
del libro: la plastica, ma dovremmo dire le plastiche, è trattata
come una specie biologica, con tanto di nome scientifico: Plasticus
Maritimus. Vista in questo modo, la plastica è una specie dalle
forme e colori differenti, dotata di grandi capacità mimetiche,
presente in tutti i mari e in tutti gli oceani, in cui si sposta
sfruttando le correnti, con grandi capacità distruttive in qualsiasi
ecosistema marino.
Per capire bene la gravità della
situazione bisogna focalizzare due argomenti: l’importanza degli
oceani nel produrre ossigeno e controllare la temperatura delle terre
emerse, nonché per la sopravvivenza delle popolazioni che di pesca
vivono; e, questo è il secondo punto, la quantità incontrollata di
plastica che si riversa nell’oceano: otto milioni di tonnellate
ogni anno.
Ana Pêgo, che ha fatto della esplorazione delle coste
marine una passione e un lavoro, ci spiega dettagliatamente come la
plastica arrivi in mare e come si comporti una volta arrivata lì,
mostrando i lentissimi processi di degradazione che alla fine
producono le micro plastiche, quelle che ci ritroviamo nel piatto,
quando mangiamo prodotti ittici.
I pericoli rappresentati dai diversi
tipi di plastica sono molteplici: dalla succitata micro plastica,
ingoiata da diversi animali marini, alle reti da pesca, ai
contenitori realizzati con sostanze tossiche.
La vera soluzione, oltre ai buoni
comportamenti relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti, è
nella riduzione della produzione e quindi dell’uso, eliminando gli
oggetti usa e getta, gli imballaggi, sostituendoli con materiali
biodegradabili.
Se questa è la teoria, c’è poi una
parte pratica: ovvero come diventare un efficiente pescatore di
plastiche; anche questo aspetto può diventare lo spunto per una
ricerca, per un diario in cui vengono catalogati i ‘reperti’. Ci
sono aspetti della nostra vita quotidiana solo apparentemente
innocenti e che in realtà sono la manifestazione di pessime
abitudini: l’uso di cannucce per le bibite, o dei cotton fioc o dei
palloncini per le feste.
Si può indiscutibilmente fare a meno
di tutto questo e di molto altro e possiamo confidare, con un pizzico
di ottimismo, che le giovani generazioni sapranno fare scelte
radicali in questo senso. Leggere questo testo dà la precisa misura
di quanto sia vasto e complesso il problema e di quanto un ‘mondo
migliore’ passi necessariamente dalla riduzione e riqualificazione
dei consumi.
‘Plasticus maritimus’ è dunque un
bel libro di divulgazione, dedicato a un argomento di grande
attualità, ma si segnala anche per altri aspetti: il rigore dei
contenuti scientifici, sottoposti a più revisioni, la semplicità e
la precisione del testo, anche quando si affrontano temi più
squisitamente scientifici; la bella impaginazione, fondata sulle
illustrazioni coloratissime di Bernardo Carvalho, che accompagnano il
testo in ogni pagina, prendendosi un piccolo riquadro o la pagina
intera.
Nella parte finale sono presenti anche delle fotografie, in
cui la poesia dell’immaginazione lascia il posto alla prosaica e
triste rappresentazione della pletora di rifiuti che possono trovarsi
sulle spiagge.
Per questi motivi, direi che abbiamo
davanti uno dei migliori libri di divulgazione usciti finora, una
bella sintesi di cura editoriale e di correttezza scientifica, come
si vorrebbe vedere più spesso.
Con la mediazione adulta è un libro
che può essere apprezzato a partire dai sei anni, ma piacerà
senz’altro anche a ragazze e ragazzi più grandi, che vogliano
tradurre in pratica l’ideale di un mondo migliore.
Eleonora
“Plasticus Maritimus. Una specie
invasiva”, A.Pêgo, I. Minhós Martins, B. P. Carvalho, Topipittori
2020
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