FANTASMA DA ASPORTO
Rosa Riedl,
fantasma custode,
Christine Nöstlinger
(trad. Anna Patrucco
Becchi)
La nuova frontiera 2020
NARRATIVA PER GRANDI
(dai 10 anni)
"Allora ho
pensato: Rosa, devi andare da lui! Rosa, Fischl ha bisogno di te!
Rosa mi sono detta, esci da questa stupida cassa! Esci
immediatamente, Rosa!
E non scherzo ce
l'ho fatta. Mi sono semplicemente alzata e sono uscita dalla bara. La
gente avrà proprio di che stupirsi, ho ancora pensato. Ma la gente
non si è stupita. Perché non mi hanno nemmeno vista."
Il suo corpo morto
nella bara, mentre a decollare è il suo gagliardo spirito che deve
assolutamente aiutare il signor Fischl che è stato malmenato e
umiliato dalle camicie brune. Per farlo, Rosa è finita sotto un tram
e adesso è fantasma. Per diventarlo, dunque, devi avere una buona
ragione che ti spinga e Rosa ce l'ha: aiutare il prossimo,
soprattutto i più deboli. Ed è qui che entra in gioco Nasti,
bambina timida e paurosa che vorrebbe tanto avere un angelo custode,
come quello della sua amica Tina. Un angelo che la difendesse dai
mille pericoli che vede davanti a sé.
Tuttavia, forse in
ragione del fatto che è atea, Nasti non può avvalersi di un angelo
che la protegga, ma di un fantasma, sì. Rosa Riedl la prende sotto
il suo abbraccio invisibile ma protettivo e con lei condivide molto
del suo tempo. Vanno in giro, poco perché Rosa ha i piedi delicati,
e imparano molto l'una dell'altra. Nasti conosce così la storia di
Rosa, portinaia del palazzo accanto a quello di Nasti. Ne impara e
ammira il coraggio e l'innato e irrefrenabile senso di giustizia che
la fa combattere fino alla morte. E anche solo grazie alla sua
presenza, Nasti smette piano piano di aver paura di tutto: cani,
buio, solitudine in casa. E da fifona, diventa quasi una barricadera.
Di sicuro guadagna abbastanza coraggio e sicurezza di sé con i suoi
affetti, a tal punto da condividere con loro la conoscenza del suo
personalissimo fantasma, senza temere di essere presa per pazza.
Questo è il racconto
del loro rocambolesco e avventuroso 'pezzo di strada' fatto assieme.
Dopo una partenza un po' rallentata, il libro si scioglie e tutto scorre, è proprio il caso di dirlo, a meraviglia.
D'altronde, sono piuttosto basse le
probabilità che un libro di Christine Nöstlinger sia un brutto
libro. E anche questo, già pubblicato quarant'anni fa anche in
Italia con il titolo Angelo custode, cercasi, non fa eccezione.
Nonostante l'età, che si percepisce in
quella patina che lo rende un classico moderno, Rosa Riedl
mostra tutte le caratteristiche peculiari della scrittura
dell'autrice austriaca: in primo luogo il gusto per il meraviglioso
che ha funzione di miccia per accendere un racconto che invece ha
come obiettivo quello di radicare nella realtà, qui addirittura
nella Storia. Dall'indimenticabile bambino liofilizzato che arriva in
sorte a Berta Bartolotti, all'invenzione del signor Bat che rimette
in sesto una nonna ringiovanita un bel po' fino ad arrivare ai nani
in testa, la Nöstlinger è capace di giocare con il filo
dell'assurdo in moltissime delle sue migliori storie. La sua
caratteristica però sta nell'inserimento del meraviglioso a uso e
consumo di una situazione molto reale. E nel farlo, riconferma il
carattere 'sociale', 'etico' si potrebbe definire, delle sue
invenzioni. In altre parole, introduce il magico con la funzione di
sciogliere problemi reali, ingiustizie evidenti, debolezze
conclamate.
Qualcosa di molto
diverso dal magico che si conosce nella fiaba.
Qui le paure di una
bambina, certe sue timidezze si risolvono attraverso un fantasma
altruista che funziona altresì anche da collante per le amicizie di
Nasti e per consolidare le relazioni familiari.
A questo punto entra in
gioco un'altra costante delle sue storie: l'accettazione
dell'imperfezione che diventa in qualche misura addirittura un suo
marchio di fabbrica. A parte l'elemento scatenante, ovvero le paure
di Nasti, la Nöstlinger sparge imperfezioni anche dove non sono
previste. Che sia un espediente per rendere in chiave comica il
personaggio chiave, il fantasma con i piedi piatti a cui viene
l'emicrania ogni qualvolta si manifesta alla vista dei mortali, è
chiaro a tutti; ma è anche un modo per avvicinare idealmente la
perfezione al difetto.
Questo, se visto in
trasparenza è un modo intelligente per raccontare il mondo
all'infanzia, veicolando un messaggio che non credo sia necessario
qui dover esplicitare.
E così si arriva alla
terza caratteristica: la posizione allineata all'infanzia che si
consolida ancora di più nel racconto ironico a talvolta sarcastico
di un mondo di adulti, non sempre all'altezza delle situazioni. Senza
mai arrivare a farne dei personaggi negativi, la Nöstlinger si
limita a coglierne i tic, le fragilità, riuscendo comunque sempre a
mantenere una certa bonarietà nei loro confronti. I bambini e la
bambine sono raccontati con sincerità, con pregi e difetti, ma anche
qui - accanto al rispetto che lei porta all'intera categoria che
sente di dover difendere - aggiunge uno sguardo affettuoso e
indulgente.
L'impegno sociale è
uno degli altri temi forti della Nöstlinger, che qui diventa
politico. Messo sullo sfondo della vicenda personale di Rosa,
l'invettiva contro il nazismo, inevitabilmente diventa spunto di
riflessione.
Visto l'argomento, il
rischio di cadere nella didascalia poteva presentarsi, ma non con la
Nöstlinger che è capace di creare con questa costruzione la giusta
distanza e soprattutto di spargerci intorno una delle sue
straordinarie fantasmagorie. Anzi, in questo caso preciso,
fantasma-gorie.
Brrrr.
Carla
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