lunedì 22 giugno 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


FANTASMA DA ASPORTO

Rosa Riedl, fantasma custode, Christine Nöstlinger
(trad. Anna Patrucco Becchi)
La nuova frontiera 2020


NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)

"Allora ho pensato: Rosa, devi andare da lui! Rosa, Fischl ha bisogno di te! Rosa mi sono detta, esci da questa stupida cassa! Esci immediatamente, Rosa!
E non scherzo ce l'ho fatta. Mi sono semplicemente alzata e sono uscita dalla bara. La gente avrà proprio di che stupirsi, ho ancora pensato. Ma la gente non si è stupita. Perché non mi hanno nemmeno vista."

Il suo corpo morto nella bara, mentre a decollare è il suo gagliardo spirito che deve assolutamente aiutare il signor Fischl che è stato malmenato e umiliato dalle camicie brune. Per farlo, Rosa è finita sotto un tram e adesso è fantasma. Per diventarlo, dunque, devi avere una buona ragione che ti spinga e Rosa ce l'ha: aiutare il prossimo, soprattutto i più deboli. Ed è qui che entra in gioco Nasti, bambina timida e paurosa che vorrebbe tanto avere un angelo custode, come quello della sua amica Tina. Un angelo che la difendesse dai mille pericoli che vede davanti a sé.
Tuttavia, forse in ragione del fatto che è atea, Nasti non può avvalersi di un angelo che la protegga, ma di un fantasma, sì. Rosa Riedl la prende sotto il suo abbraccio invisibile ma protettivo e con lei condivide molto del suo tempo. Vanno in giro, poco perché Rosa ha i piedi delicati, e imparano molto l'una dell'altra. Nasti conosce così la storia di Rosa, portinaia del palazzo accanto a quello di Nasti. Ne impara e ammira il coraggio e l'innato e irrefrenabile senso di giustizia che la fa combattere fino alla morte. E anche solo grazie alla sua presenza, Nasti smette piano piano di aver paura di tutto: cani, buio, solitudine in casa. E da fifona, diventa quasi una barricadera. Di sicuro guadagna abbastanza coraggio e sicurezza di sé con i suoi affetti, a tal punto da condividere con loro la conoscenza del suo personalissimo fantasma, senza temere di essere presa per pazza.
Questo è il racconto del loro rocambolesco e avventuroso 'pezzo di strada' fatto assieme.

Dopo una partenza un po' rallentata, il libro si scioglie e tutto scorre, è proprio il caso di dirlo, a meraviglia.
D'altronde, sono piuttosto basse le probabilità che un libro di Christine Nöstlinger sia un brutto libro. E anche questo, già pubblicato quarant'anni fa anche in Italia con il titolo Angelo custode, cercasi, non fa eccezione. 
Nonostante l'età, che si percepisce in quella patina che lo rende un classico moderno, Rosa Riedl mostra tutte le caratteristiche peculiari della scrittura dell'autrice austriaca: in primo luogo il gusto per il meraviglioso che ha funzione di miccia per accendere un racconto che invece ha come obiettivo quello di radicare nella realtà, qui addirittura nella Storia. Dall'indimenticabile bambino liofilizzato che arriva in sorte a Berta Bartolotti, all'invenzione del signor Bat che rimette in sesto una nonna ringiovanita un bel po' fino ad arrivare ai nani in testa, la Nöstlinger è capace di giocare con il filo dell'assurdo in moltissime delle sue migliori storie. La sua caratteristica però sta nell'inserimento del meraviglioso a uso e consumo di una situazione molto reale. E nel farlo, riconferma il carattere 'sociale', 'etico' si potrebbe definire, delle sue invenzioni. In altre parole, introduce il magico con la funzione di sciogliere problemi reali, ingiustizie evidenti, debolezze conclamate.
Qualcosa di molto diverso dal magico che si conosce nella fiaba.
Qui le paure di una bambina, certe sue timidezze si risolvono attraverso un fantasma altruista che funziona altresì anche da collante per le amicizie di Nasti e per consolidare le relazioni familiari.
A questo punto entra in gioco un'altra costante delle sue storie: l'accettazione dell'imperfezione che diventa in qualche misura addirittura un suo marchio di fabbrica. A parte l'elemento scatenante, ovvero le paure di Nasti, la Nöstlinger sparge imperfezioni anche dove non sono previste. Che sia un espediente per rendere in chiave comica il personaggio chiave, il fantasma con i piedi piatti a cui viene l'emicrania ogni qualvolta si manifesta alla vista dei mortali, è chiaro a tutti; ma è anche un modo per avvicinare idealmente la perfezione al difetto.
Questo, se visto in trasparenza è un modo intelligente per raccontare il mondo all'infanzia, veicolando un messaggio che non credo sia necessario qui dover esplicitare.
E così si arriva alla terza caratteristica: la posizione allineata all'infanzia che si consolida ancora di più nel racconto ironico a talvolta sarcastico di un mondo di adulti, non sempre all'altezza delle situazioni. Senza mai arrivare a farne dei personaggi negativi, la Nöstlinger si limita a coglierne i tic, le fragilità, riuscendo comunque sempre a mantenere una certa bonarietà nei loro confronti. I bambini e la bambine sono raccontati con sincerità, con pregi e difetti, ma anche qui - accanto al rispetto che lei porta all'intera categoria che sente di dover difendere - aggiunge uno sguardo affettuoso e indulgente.
L'impegno sociale è uno degli altri temi forti della Nöstlinger, che qui diventa politico. Messo sullo sfondo della vicenda personale di Rosa, l'invettiva contro il nazismo, inevitabilmente diventa spunto di riflessione.
Visto l'argomento, il rischio di cadere nella didascalia poteva presentarsi, ma non con la Nöstlinger che è capace di creare con questa costruzione la giusta distanza e soprattutto di spargerci intorno una delle sue straordinarie fantasmagorie. Anzi, in questo caso preciso, fantasma-gorie. 
Brrrr.

Carla

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