ESSER ZUCCHINE
Ho imparato che chi ama le melanzane di
solito non ama le zucchine. Ho anche appreso che chi coltiva le
zucchine cerca di venderle o regalarle in giro, ma a tavola le
ignora, se non addirittura le detesta. Terza cosa che so sulle
zucchine è che quando si fa il loro momento, non ce n'è per
nessuno, o meglio ce n'è per tutti: le piante ne fanno, ne fanno e
ne fanno.
Ultima cosa che so su di loro è quella
che le devi cucinare entro 48 ore dal loro raccolto. Il soggiorno in
frigo nuoce alla loro dolcezza/insipienza iniziale per trasformarsi
in un amaro sottile, subdolo e di certo indelebile.
Io continuo a comprarle ma vivo con un
amante delle melanzane che guarda sempre con sufficienza il mio
sacchetto di zucchine. Tranne quando gli si prospetta lo sformato di
zucchine.
Carpita la ricetta in rete (Sapori dal
mondo), trasformata a sufficienza per poterla pubblicare con una
certa disinvoltura quest'oggi.
Di semplicità disarmante!
Ingredienti
4 etti di zucchine romanesche
120 gr di farina
2 uova
100 ml di latte
50 ml di olio extravergine di oliva
7,5 gr di lievito per cose salate
200 gr di provolone piccante
grattugiato tranne un pugnetto fatto a tocchetti
25 gr di parmigiano grattugiato
noce moscata
pepe, sale
pan grattato
Accendete il forno a 180°.
In una ciotola grattate alla julienne
le zucchine.
In un'altra ciotola mettete i liquidi e
le polveri e poi con la frusta mischiate. Aggiungete il parmigiano e
il provolone grattugiati e mischiate. A questo punto versate le
zucchine e continuate a mischiare. Aggiungete, la noce moscata, il
pepe e il sale.
Prendete una teglia abbastanza alta,
ungetela e poi mettete il pan grattato a grana grossa (se lo avete)
in modo da fare uno strato uniforme, quindi versate
il composto. Sulla superficie date
un'altra grattatina di parmigiano, spargete in modo uniforme i
tocchetti di provolone e spolverate con un altro pochettino di pan
grattato. Poco.
Infornate e fate cuocere per circa 40
minuti, poi abbassate a 160 e cuocete per altri 10 minuti.
Fatto! Riposata, dà il meglio di sé (come tutti d'altronde).
Carla
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