LIVRE DE CHEVET
Grolefante e Topolino.
Che amicizia bestiale!,
Pierre Delye, Ronan Badel
(trad. Eleonora
Armaroli)
Terre di Mezzo 2020
FUMETTO PER MEDI (dai 7
anni)
"'Di'
Groelefante, secondo te c'è qualcuno sulla luna?' 'Ma certo, guarda,
s'illumina tutte le notti'. Quello che conta di più per i nostri
amici è il tempo passato assieme: il tempo passato, presente e
futuro."
Si sono incontrati
d'estate, camminando su due sentieri convergenti. Sovrappensiero
entrambi, si sono molto spaventati nel momento dell'incontro: non si
erano visti, l'un con l'altro. Dopo essersi fermati, il topo e
l'elefante verificano la loro compatibilità reciproca : entrambi con
quattro zampe, due orecchi, una bocca, un naso e una coda, senza
contare il colore che li accomuna. Sono uguali, U-GUA-LI. si passa
quindi alle presentazioni, Grolefante, chissà perché, e Topolino,
ovvero piccolo topo.
La loro sintonia è
perfetta e quindi decidono di fare strada assieme. attraversano
luoghi, stagioni, incontrano altre creature e in tutto questo andare
e riposare, mangiare e dormire, fianco a fianco, i due chiacchierano,
riflettono sui minimi e sui massimi sistemi.
Ci sono dei libri che
fanno più strada di altri e riescono ad arrivare all'ambita
sedia-comodino di casa mia. Si possono serenamente definire livres
de chevet, perché guadagnano quella posizione in merito al grado
di affezione che suscitano nel proprio lettore. Averli sempre vicini,
poterli sfogliare prima di spegnere la luce, leggerne qualche pagina
per addormentarsi di buon umore, ecco cose così.
Questo va considerato
un ottimo livre de chevet.
Di fumetto ne so meno
di mezza, quindi non ho strumenti per entrare nel merito di una
analisi approfondita. Posso solo dire che si tratta di un libro
ibrido che alterna vignette classiche con i suoi ballon a scene
scontornate di diversissime dimensioni.
Spesso e volentieri i
dialoghi tra i due sono accompagnati da testo libero, di solito sulla
cornice superiore o inferiore della pagina, che ha la funzione di
essere una sorta di voce fuori campo di commento a quello che sta per
succedere o è appena successo.
Del tono che il libro
mantiene dalla prima all'ultima pagina, invece, si rende necessario
parlare a fondo.
Tutto nasce dal
magnifico assurdo che elefante e topo si riconoscono come uguali,
ovvero né l'uno né l'altro paiono notare quello che è assodato,
ovvero che un topo è minuscolo rispetto a un elefante (lasciamo da
parte la leggendaria paura che uno proverebbe nei confronti
dell'altro. E' un topos letterario che qui non viene neanche mai
considerato, se non forse per smentirlo alla radice).
Dunque, nella
stragrande maggioranza dei casi il sorriso di chi legge si genera
proprio constatando che il topo e l'elefante non vedano ciò che è
sotto gli occhi di tutti. Per esempio quando corrono insieme ed è
l'elefante ad alzare un gran polverone, l'elefante si limita a
commentare che quando si è in due a correre, questo succede.
Oppure
quando il topo ingiustamente accusa l'elefante di avergli rubato il
costume da bagno, o ancora quando sognano entrambi una piccola
casette che faccia loro da tana, o devono attraversare un lago
ghiacciato.
A parte l'ironia
sottile che attraversa queste pagine, sembrerebbe ci cogliere,
qualcosa che va ancora più nel profondo, ovvero una consapevolezza
che hanno entrambi riguardo al loro sentirsi fino in fondo uguali.
Come a dire che l'uguaglianza tra te e l'altro esula dagli aspetti
esteriori. Le riflessioni sulla questione le faccia ciascun per sé.
L'altra grande molla
che fa sorridere sta nella convergenza di sguardi sul mondo che
sfugge all'immediata comprensione. Spesso capita che in situazioni
del genere l'uno venga in soccorso dell'altro per dare plausibili
spiegazioni di ciò che si palesa davanti ai loro occhi. Come per
esempio davanti al dialogo di una serpe e di una rana...
Di solito è
il topo che condivide il suo modo di vedere e ragionare e l'elefante
si limita ad annuire soddisfatto. Qui si entra in un'altra questione
più profonda che ha a che fare con la fiducia reciproca, e quindi
anche con l'amicizia, che li tiene insieme. Ma anche su questo,
ognuno potrà ragionare per sé.
Terzo elemento che
caratterizza un altro buon numero di vignette li vede semplici
testimoni di esilaranti teatrini, quello della cangura che si gratta
perché il suo piccolo la sera precedente ha mangiato i biscotti a
letto è uno dei migliori.
Per concludere, si può
tornare all'assurdo cui si alludeva al principio: anzi, all'apoteosi
dell'assurdo. Dal margine destro del foglio vediamo l'elefante
correre come un razzo, appena lanciato un potente barrito che,
BRAAAAAAAAAAAAAAAA, attraversa l'intera vignetta sottostante,. E
perché lo fa, chiede il topo, ovvio, per VEDERE fin dove lo si
sente.
E bravi Delye e Badel:
un piccolo capolavoro senza il quale si dormirebbe peggio.
Soprattutto di questi tempi.
Carla
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