UGHM
Essere me, Luca Tortolini, Marco Somà
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"Vivo in una
casa così grande che molti non riuscirebbero nemmeno a sognarla.A due passi
dall’oceano. La gente fa la fila per venire a stringermi la mano o anche solo per
guardarmi.
Sono quello che
viene definito un divo. Tutti pensano che io viva in un sogno da
fiaba. Mi dicono 'come vorrei essere nei tuoi panni'.Ma il mio più grande desiderio sarebbe andare in giro nudo. E non mi è permesso."
Neanche
un momento libero, sempre qualcuno alle calcagna che suggerisce ciò
che è meglio fare o dire. Qualcuno che gli tenga compagnia, che gli
consigli cosa mangiare, come vestirsi: i fotografi potrebbero essere
in agguato...
Anche
sul lavoro, la libertà è un sogno. La pubblicità, i film, le
interviste sono tutte cose impossibili da rifiutare, per non parlare
delle feste a cui è utile presenziare. Tutto scritto, tutto
programmato, tutto stabilito.Anche in amore, nessuna libertà.
Il modo in cui tutto è cominciato non è stato per niente piacevole. Al contrario. Abbindolato da mille lusinghe, è stato sradicato dalle sue abitudini, la sua famiglia, i suoi alberi.
Con la promessa di girare un film di cassetta, lo hanno caricato su una nave e portato in un ambiente ben diverso, una metropoli americana. Lungo e faticoso il lavoro di adattamento, lo studio della lingua, gli esercizi. Caldo, fatica e neanche un amico vero.
La
morale di questa storia è presto detta e si riassume nella lettura
in sequenza del titolo e della quarta.
Come
se ci potessero essere dubbi, la dedica è a King Kong, quel gorilla
portato via dall'Isola del Teschio perché ultimo esemplare della
specie del Gigantopiteco. Nella realtà, King Kong non è un autentico gorilla, ma
un personaggio inventato da Merian C. Cooper, un automa ricoperto di
pelliccia di coniglio.
La storia del primo King Kong, film kolossal americano degli anni Trenta, è nota a tutti. Ed è anche risaputo a tutti che il personaggio, costruito perché colpisse l'immaginazione del pubblico, ma anche perché -con la sua triste storia- toccasse le corde più profonde dell'animo degli spettatori, è diventato immediatamente un mito.
Fama alla quale è impossibile sottrarsi e che
trasforma quella che fino a ieri era vita privata in vita pubblica,
con tutte le suddette controindicazioni del caso. Ma qui si innesta la
questione più profonda, ovvero quella della autodeterminazione,
quell'essere me del titolo. A ogni costo.
Tortolini
per rendere ancora più chiara e forte questa necessità si serve di
una icona del nostro immaginario, il gorilla King Kong, perfetto per
raccontare la difficoltà di essere se stessi, in una 'giungla'
metropolitana. Lo strappo che lo trasporta da una vita all'altra è
ancora più doloroso e la distanza tra passato e presente è ancora
più grande.
Insomma passare inosservati e in più essere se stessi da gorilla a New York non è per niente facile.
A queste interessanti tensioni, si aggiungono un bel po' di cose non dette a parole che sono disseminate nelle immagini: uccellini fedeli ma liberi, carte da parati allusive, lumi portati come souvenir, piroscafi con il nome adatto.
Carla
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