venerdì 28 agosto 2020

FAMMI UNA DOMANDA!


DEBITO


Chi segue le mie segnalazioni su questo blog sa quanto sia diffidente nei confronti delle biografie, soprattutto quando seguono lo schema del libro di successo delle ‘Storie della buonanotte per bambine ribelli’, che pure qualche merito ha avuto.
Faccio una vistosa eccezione per un libro pubblicato recentemente da Settenove: ‘Libere e sovrane. Le donne che hanno fatto la Costituzione’, scritto da Micol Cossali, Giulia Mirandola, Mara Rossi, Novella Volani, con le illustrazioni di Michela Nanut.
L’intento è chiaro: rinverdire la memorie di quelle donne che hanno contribuito alla stesura della nostra Costituzione, promulgata nel lontano 1947 ed entrata in vigore nel 1948.
Nel 1946 si tengono votazioni storiche: per la prima volta le donne hanno diritto di voto. Viene svolto il referendum in cui si afferma la Repubblica, e si elegge l’Assemblea Costituente, quella che deve redigere la Carta fondamentale su cui ancora, e per fortuna, si regge lo Stato Italiano. A questa assemblea vengono elette ventuno donne. Ventuno contro cinquecentotrentacinque uomini. Questa è la storia.


La maggioranza di queste donne vengono dalle formazioni partigiane, comuniste e cattoliche soprattutto, e hanno alle spalle anni di persecuzioni, di lotte, di clandestinità, pericoli. Le enumero tutte, perché sono convinta che molti di questi nomi non dicano molto non solo a ragazze e ragazzi, ma anche ai loro genitori: Teresa Mattei, Angela Guidi Cingolani, Adele Bei, Maria Maddalena Rossi, Angelina Merlin, Maria Agamben Federici, Rita Montagnana, Nadia Gallico Spano, Vittoria Titomanlio, Nilde Iotti, Angela Gotelli, Teresa Noce, Maria Nicotra, Maria de Unterrichter, Ottavia Penna, Elettra Pollastrini, Laura Bianchini, Bianca Bianchi, Filomena delli Castelli, Elisabetta Conci e Angiola Minella.


Vorrei sottolineare i profili di due di loro. L’ultima, Angiola Minella, iscritta al Partito Comunista, è una delle organizzatrici dei ‘treni della felicità’, quei treni, cioè, che nel primo dopoguerra, portavano i bambini più poveri del Sud presso famiglie del Nord, maggiormente in grado di soddisfare le loro necessità fondamentali. Uno degli esempi più belli del concetto di solidarietà, di cui questo paese, una volta, era intriso.
L’altra è l’onorevole Lina Merlin, quella della celebre legge a lei intitolata, che nel ‘58 emancipò decine di migliaia di prostitute da una forma di semi-schiavitù.

Certamente leggendo i testi di allora si può essere colpiti dalla distanza dalle sensibilità odierne in termini di parità di diritti fra uomini e donne e può sembrare addirittura incredibile che solo nel ‘46 le donne abbiano potuto dare il loro contributo alla gestione della cosa pubblica; ma questo è stato solo un punto di partenza fondamentale da cui è scaturita una legislazione che ha modificato la vita di tutti e tutte noi: è del ‘75 la legge diritto di famiglia, nel ‘70 è stato istituito il divorzio, confermato poi con il referendum nel ‘74; nel ‘78 è stata approvata, con grandi difficoltà e dibattiti non ancora chiusi, la legge sull’aborto; nel 2013 è stata promulgata la legge sul cosiddetto ‘femminicidio’.
A questa galleria ideale di donne che hanno incarnato la parte più nobile della politica, aggiungerei due ritratti: quello di Tina Anselmi, che nel ‘78 portò alla stesura della legge sul Servizio Sanitario Nazionale, si, quello che ci invidia mezzo mondo e che periodicamente si tenta di smantellare; ebbe anche l’incarico di presiedere la Commissione Parlamentare sulla loggia massonica P2, in un momento fra i più delicati per la fragile democrazia italiana. Mi ricordo l’immagine di lei, persona schiva e riservata come pochi, con la valigetta con i documenti che svelavano decenni di manovre occulte, di stragi, di commistioni inconfessabili fra apparati dello Stato e terroristi di destra. Sarebbe stato bello vederla alla Presidenza della Repubblica.
Un’altra figura di riferimento per le ’ragazze’ della mia generazione è Rossana Rossanda, un raro esempio di coerenza, profondità culturale, onestà intellettuale, un modo di concepire la politica che oggi sembra impensabile.
Ma potrei aggiungerne altre, più e meno giovani, nei confronti delle quali non si può non avere un debito di riconoscenza.
Forse proporre questa memoria al femminile può apparire artificioso, ma credo sia un atto necessario, e dovuto nei confronti di chi ci ha preceduto, per rendere le giovani generazioni più consapevoli.
Lettura educativa per ragazzi e ragazze dai dieci anni in poi.

Eleonora

“Libere e sovrane”, M. Cossali, G. Mirandola, M. Rossi, N. Volani, M. Nanut, Settenove 2020


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