mercoledì 9 settembre 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


SILENZIO E PROSSIMITA'

Ascolta, Cori Doerrfeld (trad. Loredana Baldinucci)
Il Castoro 2020



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Un giorno Timmy decide di costruire qualcosa. Qualcosa di nuovo. Qualcosa di speciale. Qualcosa di stupefacente. Timmy è così orgoglioso.
Ma poi, all'improvviso... viene tutto giù.
Il pollo è il primo ad accorgersi del guaio."

Cerca, invano, di far chiacchierare Timmy. Ma lui non vuole chiacchierare. E il pollo si allontana.


Il secondo ad arrivare è l'orso che cerca di tirar fuori la rabbia da Timmy. Ma lui non vuole arrabbiarsi. E anche l'orso si allontana.
Il terzo ad arrivare è l'elefante che cerca di far ricordare a Timmy come fosse la sua costruzione. Ma lui non vuole ricordare.
A seguire arrivano quasi tutti: dalla iena al canguro e ognuno, secondo la propria proverbiale indole, suggerisce a Timmy qualcosa che lui non si sente di fare. Il risultato è che quel bambino riccio dal pigiama a righe si trova da solo e, rannicchiato, sembra piagnucolare con la testa sulle ginocchia. Questo gli impedisce di notare l'arrivo del coniglio che, silenzioso e discreto, gli si avvicina. E semplicemente sta lì. Non dice, non consiglia non fa.
Timmy apprezza la sua presenza e così comincia a chiacchierare, quindi nel brutto ricordo ad arrabbiarsi, e a ricordare come fosse bella la sua costruzione...
Poi, come quasi sempre accade, dopo la tempesta (emotiva) arriva la quiete (emotiva). E quei due, ora sono pronti per ricominciare a costruire...qualcosa assieme.

Di fronte a un dolore, sia grande sia piccolo, ho imparato un buon sistema per maneggiarlo con dignità: senza dir niente, tenere basso lo sguardo, concentrarsi sui propri piedi e vedere se accanto a loro ce ne sono degli altri, fermi. Se ci sono, vuol dire che c'è qualcuno o qualcuna lì vicino. E questo è un bene che ha un certo potere calmante. Se non sono piedi e fossero invece zampe, non cambierebbe di un pizzico.


Persone o conigli, piedi o zampe la differenza non è poi così tanta. I due fattori irrinunciabili sono il silenzio e la prossimità. Il silenzio è necessario perché è segno di rispetto. La vicinanza è necessaria perché è fonte di calore.
La stessa Doerrfeld racconta che la scelta del coniglio nasce da un'esperienza diretta di un suo compagno di college il quale, per aver perso il fratello in un incidente, fu capace di trovare pace solo tra i conigli della fattoria di famiglia. Silenziosi e prossimi.


La questione parrebbe ben posta. Senza retorica, ma con un bel po' di azione e suono che rendono differente il prima - chiassoso, ma inefficace - dal dopo - silenzioso e fruttuoso. L'altra cosa convincente è la simmetria tra il prima e il poi. Animale dopo animale, ciascuno porta con sé un modo di essere e un diverso suggerimento che specularmente si ripetono nella seconda parte, in tutta la loro efficacia. Solo dopo una elaborazione personale da parte dal bambino in pigiama.
Insomma è una storia di cui si vedono le radici profonde e il tronco solido: la sostanza.
Su quello che è la forma si è già detto della buona simmetria che crea ordine e fa chiarezza sul tema, magari in una logica lievemente manichea che fa ricorso a consueti stereotipi sugli animali (la iena ride, l'elefante ricorda, il serpente insinua ecc. ecc.) che però qui acquistano senso. 


Il disegno è felice, perché lascia indietro tutto il superfluo e spalma l'intera vicenda sul bianco o su sfondi unitari sulla pagina quasi quadrata.
Le doppie pagine segnano i cambiamenti di scenario (anche emotivo).
Suoni, posture, sequenze segnate da un ritmo coerente, ovvero accelerazioni nelle pagine di maggiore azione e pause nei momenti topici.
Il disegno, che parrebbe a pastello, ha pochi colori, altra circostanza che aumenta la concentrazione sulle singole scene e dimostra di avere una buona consapevolezza dei corpi e dei volumi.


Ora resta solo un ultimo punto da chiarire: come può un'autrice, che ha dimostrato di saper maneggiare con destrezza l'albo illustrato come contenitore, le matite colorate come espressione di una emozione, il segno come espressione di uno spazio percepibile, poter anche concepire disegni così diversi e così mediocri, come attestano quelli che ama definire gli altri due suoi stili, ordinatamente elencati nel suo blog, come Classic Style (e io che pensavo che lo stile classico fosse quello della Oxenbury...)e Bold Style?
C'è da augurarsi che si renda conto che il suo Simple Style - il terzo in elenco e qui utilizzato- magari le precluderà grande diffusione e oceaniche vendite nei supermercati, ma le garantirà un livello accettabile di qualità.
Forse può valerne la pena.

Carla


Noterella al margine. Le parole vanno scelte con cura, in particolare se sono in posizione chiave. Qui amazing compare due volte, per la già citata simmetria. La seconda volta, segna il finale. Ad effetto.
Sarebbe stato sorprendente, meraviglioso, bellissimo, splendido, strepitoso, fantastico, incredibile non tradurla con stupefacente.

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