SILENZIO E PROSSIMITA'
Ascolta,
Cori Doerrfeld (trad. Loredana Baldinucci)
Il Castoro 2020
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Un giorno
Timmy decide di costruire qualcosa. Qualcosa di nuovo. Qualcosa di
speciale. Qualcosa di stupefacente. Timmy è così orgoglioso.
Ma poi,
all'improvviso... viene tutto giù.
Il pollo è il primo
ad accorgersi del guaio."
Cerca, invano, di far
chiacchierare Timmy. Ma lui non vuole chiacchierare. E il pollo si
allontana.
Il secondo ad arrivare
è l'orso che cerca di tirar fuori la rabbia da Timmy. Ma lui non
vuole arrabbiarsi. E anche l'orso si allontana.
Il terzo ad arrivare è
l'elefante che cerca di far ricordare a Timmy come fosse la sua
costruzione. Ma lui non vuole ricordare.
A seguire arrivano
quasi tutti: dalla iena al canguro e ognuno, secondo la propria
proverbiale indole, suggerisce a Timmy qualcosa che lui non si sente
di fare. Il risultato è che quel bambino riccio dal pigiama a righe
si trova da solo e, rannicchiato, sembra piagnucolare con la testa
sulle ginocchia. Questo gli impedisce di notare l'arrivo del coniglio
che, silenzioso e discreto, gli si avvicina. E semplicemente sta lì.
Non dice, non consiglia non fa.
Timmy apprezza la sua
presenza e così comincia a chiacchierare, quindi nel brutto ricordo
ad arrabbiarsi, e a ricordare come fosse bella la sua costruzione...
Poi, come quasi sempre
accade, dopo la tempesta (emotiva) arriva la quiete (emotiva). E quei
due, ora sono pronti per ricominciare a costruire...qualcosa assieme.
Di fronte a un dolore,
sia grande sia piccolo, ho imparato un buon sistema per maneggiarlo
con dignità: senza dir niente, tenere basso lo sguardo, concentrarsi
sui propri piedi e vedere se accanto a loro ce ne sono degli altri,
fermi. Se ci sono, vuol dire che c'è qualcuno o qualcuna lì vicino.
E questo è un bene che ha un certo potere calmante. Se non sono
piedi e fossero invece zampe, non cambierebbe di un pizzico.
Persone o conigli,
piedi o zampe la differenza non è poi così tanta. I due fattori
irrinunciabili sono il silenzio e la prossimità. Il silenzio è
necessario perché è segno di rispetto. La vicinanza è necessaria
perché è fonte di calore.
La stessa Doerrfeld
racconta che la scelta del coniglio nasce da un'esperienza diretta di
un suo compagno di college il quale, per aver perso il fratello in un
incidente, fu capace di trovare pace solo tra i conigli della
fattoria di famiglia. Silenziosi e prossimi.
La questione parrebbe
ben posta. Senza retorica, ma con un bel po' di azione e suono che
rendono differente il prima - chiassoso, ma inefficace - dal dopo -
silenzioso e fruttuoso. L'altra cosa convincente è la simmetria tra
il prima e il poi. Animale dopo animale, ciascuno porta con sé un
modo di essere e un diverso suggerimento che specularmente si
ripetono nella seconda parte, in tutta la loro efficacia. Solo dopo
una elaborazione personale da parte dal bambino in pigiama.
Insomma è una storia
di cui si vedono le radici profonde e il tronco solido: la sostanza.
Su quello che è la
forma si è già detto della buona simmetria che crea ordine e fa
chiarezza sul tema, magari in una logica lievemente manichea che fa
ricorso a consueti stereotipi sugli animali (la iena ride, l'elefante
ricorda, il serpente insinua ecc. ecc.) che però qui acquistano
senso.
Il disegno è felice, perché lascia indietro tutto il
superfluo e spalma l'intera vicenda sul bianco o su sfondi unitari
sulla pagina quasi quadrata.
Le doppie pagine
segnano i cambiamenti di scenario (anche emotivo).
Suoni, posture,
sequenze segnate da un ritmo coerente, ovvero accelerazioni nelle
pagine di maggiore azione e pause nei momenti topici.
Il disegno, che
parrebbe a pastello, ha pochi colori, altra circostanza che aumenta
la concentrazione sulle singole scene e dimostra di avere una buona
consapevolezza dei corpi e dei volumi.
Ora resta solo un
ultimo punto da chiarire: come può un'autrice, che ha dimostrato di
saper maneggiare con destrezza l'albo illustrato come contenitore, le
matite colorate come espressione di una emozione, il segno come
espressione di uno spazio percepibile, poter anche concepire disegni
così diversi e così mediocri, come attestano quelli che ama
definire gli altri due suoi stili, ordinatamente elencati nel suo
blog, come Classic Style (e io che pensavo che lo stile
classico fosse quello della Oxenbury...)e Bold Style?
C'è da augurarsi che
si renda conto che il suo Simple Style - il terzo in elenco e
qui utilizzato- magari le precluderà grande diffusione e oceaniche
vendite nei supermercati, ma le garantirà un livello accettabile di
qualità.
Forse può valerne la
pena.
Carla
Noterella al margine.
Le parole vanno scelte con cura, in particolare se sono in posizione
chiave. Qui amazing compare due volte, per la già citata
simmetria. La seconda volta, segna il finale. Ad effetto.
Sarebbe stato
sorprendente, meraviglioso,
bellissimo, splendido,
strepitoso, fantastico,
incredibile non tradurla con stupefacente.
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