PAESAGGI PERDUTI
E’ di sicuro una bella notizia quella
che ci vede sottolineare ancora come, complici le festività
natalizie, la produzione editoriale non abbia dimenticato la
divulgazione: in particolare mi sembra interessante come, in questo
ambito particolare, sia ripreso l’interesse per la storia, anche se
con un’attenzione circoscritta alla preistoria e alla storia
antica.
Spesso riceviamo richieste di testi che
spieghino con chiarezza l’origine del mondo, l’era dei dinosauri,
la comparsa dell’Uomo. Fra le novità di questo finale d’anno si
segnala per l’originalità e la raffinatezza ‘Paesaggi perduti
della Terra’, di Aina Bestard, autrice e illustratrice, pubblicato
da L’Ippocampo. Come nel precedente ‘Una nuova vita’, sono
utilizzate diverse tecniche, dalle alette, che coprono e scoprono le
immagini, alle pagine traslucide sovrapposte. Le immagini che così
si compongono sono immagini ‘vive’, che si animano, nascondendo e
svelando particolari. Possono riguardare le antiche creature marine,
oppure i boschi, popolati da piante e alberi in gran parte scomparsi.
Ma veniamo al contenuto: la storia del
mondo viene suddivisa in eoni, unità di misura geocronologica: si
parte dall’Adeano, poi Archeano, Proterozoico e Fanerozoico, che è
l’eone la cui ultima parte, il Cenozoico, vede la gloriosa comparsa
dell’umanità.
Di questi tempi lontanissimi e
difficili da immaginare, per quanto era differente l’ambiente
terrestre, viene data una breve descrizione, cui seguono gli eventi
fondamentali che caratterizzano i diversi periodi: la formazione
della Luna, la comparsa delle prime forme viventi, delle piante,
degli animali, con il susseguirsi di eventi traumatici, estinzioni,
colonizzazioni.
L’inizio del libro prova a spiegare
come sia stato possibile ricostruire le caratteristiche dei tempi più
antichi attraverso i sedimenti fossili, e quindi come
progressivamente siamo stati in grado di immaginare i paesaggi
preistorici, dagli ambienti marini, i primi ad essere popolati, alle
foreste. L’autrice spesso utilizza la doppia pagina proprio là
dove si descrivono i paesaggi più lontani da quelli cui siamo
abituati, dalla Luna gigantesca e incombente, alla pioggia di
meteoriti. Sono queste immagini molto efficaci, perché rispondono a
molte domande su quel ‘prima’ misterioso, che precede il tempo,
più conosciuto, dei dinosauri. Così come sono interessanti le parti
riguardanti le glaciazioni più antiche.
Quando invece è necessario dare conto
di ambienti costituiti da una grande ricchezza di elementi, l’autrice
preferisce ricorrere alle pagine traslucide sovrapposte, che
consentono di intravedere altri dettagli di una certa
stratificazione. E’ così per l’ambiente sottomarino, come per la
descrizione delle foreste.
Testo e immagine si giocano a turno la
preminenza: in alcune pagine basta l’immagine a dar conto di un
testo molto breve, in altre il testo è più lungo e ben evidenziato
e prevede dei focus facilmente individuabili dove si segnalano
concetti importanti. In alto a destra, un disco ci segnala in quale
momento di questa lunghissima e travagliata storia ci troviamo.
‘Paesaggi perduti’ è anche un
omaggio dell’autrice alla storia dell’illustrazione
paleontologica dei secoli scorsi, ne riproduce il tipico disegno a
tratteggio, caratteristico delle incisioni d’epoca; e proprio
seguendo quello spirito si concede delle ‘licenze poetiche’,
degli arricchimenti delle immagini che non hanno un immediato
riscontro scientifico. Ma il contenuto del libro è rigorosamente
attendibile: nasce dalla collaborazione con il Museu de Ciències
Naturals di Barcellona ed è stato anche rivisto, nella versione
italiana, da Andrea Ferrando dell’Università di Genova.
Si tratta, quindi, di un libro molto
particolare, di grande fascino per i lettori e le lettrici di tutte
le età, a partire dai nove anni; è ricco di informazioni e di
suggestioni, curato nella veste grafica, adatto ad una lettura
condivisa che spazi dalla scienza alla storia, all’arte.
Eleonora
‘Paesaggi perduti della Terra’, A.
Bestard, L’Ippocampo 2020
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