MOUSE IN THE HOUSE
Un topo in casa, Russel Ayto (trad. Maria Pia Secciani)
Edizioni Clichy 2020
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"'I topi non dovrebbero stare
nelle case' dice il signor Rattofilus. 'Bene, entra in casa, piazza
le trappole e CLAC! Siamo a posto' risponde il signor Toposky.
Ma il topo è troppo sveglio per le
trappole. Le trappole catturano solo ciò che le calpesta.
'Non sento niente' dice il signor
Rattofilus. 'Torna dentro e vedi se è tutto a posto' replica il
signor Toposky. 'Subito, signor Toposky' dice Rattofilus."
Purtroppo le scarpe
di Rattofilus hanno un difetto: squittiscono. Le scarpe però non
sono l'unico difetto di questo apprendista acchiappatopi.
Diversamente furbo, entrando, Rattofilus si mette a passeggiare
proprio dove poco prima aveva piazzato la sua risma di trappole. Il
suo capo, Toposky, non si scompone e gli dà ordine di procurarsi un
gatto. Rattofilus arriva con qualcosa che, a suo dire, gli
rassomiglia: un cane da guardia. Come le trappole, anche il cane
viene piazzato. E come prima non sentiva, ora Rattofilus non vede
niente. E come prima non gli rimane altro da fare che entrare...
Con la gamba
serrata tra le fauci del cane, Rattofilus torna da Toposky che non si
scompone e insiste sull'idea di gatto.
In un crescendo di
animali sempre meno 'adatti' l'apprendista acchiappatopi arriva alla
soluzione finale che, a ben vedere, anche se a un prezzo piuttosto
alto, riesce a rimuovere il topo dalla casa, e anche tutta la casa
intorno...
Mouse in the
house, che poi è il titolo in originale, mette già sull'avviso
il proprio lettore: in questo libro si gioca con le parole. E se si
gioca con le parole, è anche probabile che ci sia da leggerlo ad
alta voce, un libro così. E se la lettura ad alta voce è
auspicabile viene anche il sospetto che pure chi ascolta sia chiamato
dentro a fare la sua parte. E se chi ascolta proprio non riuscisse a
stare in religioso silenzio, ma invece irrompesse nella narrazione in
un qualche modo o misura, è molto probabile che il divertimento già
palpabile nell'aria esploderebbe...
Ecco, questo libro
è un buon marchingegno per fare della lettura condivisa
un'esperienza gustosa.
Un topo in casa è
anche altro, però. Prima di tutto sembra essere un buon esempio per
poter ragionare di come i due codici in un albo illustrato -
iconografico e testuale - possano dialogare in modo così
intelligente ed efficace da accrescerne il valore.
In questo caso, è
subito evidente lo schema narrativo che si snoda in un dialogo fra
tonti. Già dalla seconda pagina è chiaro che assisteremo a un
crescendo di assurdità e di guai derivanti. A questo si aggancia un
disegno e un colore sempre più presente e dilagante. Fino ad
arrivare a quel rosso che non preannuncia nulla di buono per i due
ignari clienti della ditta Toposky e Rattofilus -
acchiappatopi.
Piano piano, senza
accorgersene, si perdono gli assi cartesiani dell'inizio - quelle
casette, a metà tra la villetta a schiera e il razionalismo in
architettura degli anni Venti e Trenta (per non parlare dell'unico
arredo che sempre a quella temperie riporta) - e si arriva al
ribaltamento e alla scomposizione disordinata di quel bell'ordine di
partenza.
Tutto questo trova
eco nelle figure geometriche, magari sbilenche, ma onnipresenti: dal
muso del cane al tronco dell'unico albero.
Un talento naturale
nel creare le inquadrature, ovvero il punto di vista di ogni scena,
Ayto cavalca il grande vincolo del giro di pagina, con grande
naturalezza per ottenere quanto più possibile l'effetto sorpresa, a
ogni nuova apertura di porta.
La qualità del
testo è lì nelle orecchie di tutti quelli che si cimentano con la
lettura. A parte le onomatopee che sono inneschi di divertimento
assicurato, si diffonde il piacere per le ripetizioni, veri e propri
tormentoni, che costituiscono i dialoghi di questi due fessacchiotti
Tuttavia il
divertimento maggiore sta proprio nelle loro figure: uno un po'
pingue con la sicumera di essere il capo e quindi di sapere 'come si
fa' e l'altro, allampanato, che impone al primo la propria
inesperienza, facendosi perdonare ogni volta con la sua obbedienza
cieca e assoluta.
E con il suo
costante immolarsi per il buon esito della missione.
Sembra di rivedere
e riascoltare lo spirito e il disegno di una maestra del divertimento
nelle pagine degli albi illustrati, altrettanto britannica quanto lui: Lauren Child. Ayto, sulle sue
orme, insegue da anni la Carnegie Medal e la Kate Greenaway, ma prima o poi la vince anche lui.
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