venerdì 4 dicembre 2020

FAMMI UNA DOMANDA!

ANCORA FILOSOFIA PER BAMBINI


Questa volta si cimenta nell’impresa di spiegare alcuni concetti filosofici a bambine e bambini Tahar Ben Jelloun, intellettuale franco marocchino di grandissima fama.
Il suo testo, ‘La filosofia spiegata ai bambini’, pubblicato da La Nave di Teseo, non segue la falsariga di alcune precedenti pubblicazioni, incentrate soprattutto sulle biografie dei pensatori. Non segue nemmeno l’impostazione tematica, quella che individua alcune grandi questioni di fondo, per analizzarne le interpretazioni e le implicazioni.
Lo scrittore marocchino sceglie una strada diversa, individuando parole chiave, talvolta connesse fra loro, intorno alle quali si muove una rapida spiegazione, espressa in modo colloquiale; sono in realtà questioni importanti di natura diversa, che spaziano da un ambito sociologico a uno psicologico, o politico. Si parla, ad esempio, di parità, razzismo, di immigrati e stranieri, per approdare al termine ‘fobia’, che palesemente si pone su un altro piano.
Si affrontano, quindi, temi legati alla contemporaneità; qui la filosofia è vista soprattutto come un metodo necessario per analizzare questioni importanti del nostro presente. Questo è sicuramente un punto di forza, nel momento in cui si forniscono strumenti di discussione su temi presenti nei mass media o nella vita quotidiana.
Il modo con cui sono spiegati anche i concetti più astratti è colloquiale, si fonda sulle esperienze concrete che i bambini vivono in famiglia e a scuola, utilizzando degli esempi semplici; questo è sicuramente un altro punto di forza che, però, inevitabilmente sacrifica il rigore del linguaggio filosofico.
Alla fine di ciascun capitolo viene posta una domanda al lettore, che viene spinto a rielaborare quanto letto.
C’è moltissimo materiale in queste pagine e una grande quantità di spunti che possono essere utilizzati per ulteriori approfondimenti. Ci sono però, due punti che non mi convincono. La forma assertiva in cui si presentano le definizioni: non un approccio aperto, che faccia sorgere domande spontanee nei giovani lettori, quanto una ponderata serie di asserzioni. Il secondo aspetto, che non riguarda solamente questo libro, concerne l’uso che un bambino o una bambina ne possono fare: non considero probabile, salvo qualche eccezione, che i giovani lettori prendano spontaneamente in mano il libro per leggerlo dalla parola ‘pensare’ alla parola ‘ambiente’: in questo, come in altri casi, è indispensabile la mediazione adulta, nelle vesti di insegnanti e genitori. Da questo punto di vista può avere la funzione di far affrontare argomenti difficili, come la pedofilia, o complessi come la definizione di Bene e di Male.
Non so se questo fiorire di riflessioni filosofiche sia l’espressione dell’incertezza del tempo che viviamo e che quindi corrisponda a un’esigenza di maggiore riflessione, o se semplicemente sia il prodotto di una tendenza di mercato che associa grandi nomi, da Galimberti ad Augias per arrivare a Ben Jelloun, ai libri per bambini. Sta di fatto che, in ogni caso, oggi sono a disposizione dei giovani lettori molte più proposte filosofiche di quante se ne siano viste nel passato. Il che è un bene.
Consiglio quindi la lettura condivisa con adulti pronti a discorsi impegnativi con bambine e bambini a partire dai nove, dieci anni.
 
Eleonora


“La filosofia spiegata ai bambini”, T. Ben Jelloun, La Nave di Teseo 2020

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