lunedì 7 dicembre 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

L'ODORE DEI LIBRI

Passione libri, Debbie Tung (trad. Laura Tenorini)
Il Castoro, 2020

FUMETTO


Centotrentasette pagine. Per ognuna, quindi siamo a centotrentasette occasioni, si scatta la 'fotografia' in bianco e nero di un momento nella giornata di una giovane donna, direi proprio Debbie, che dimostra ai suoi lettori e lettrici la sua traboccante passione.
Esordisce nel silenzio di una camera sulla cui parete di fondo si staglia una libreria fornita, in primo piano ci sono libri impilati alla meglio e lei, su una poltrona a sacco, è 'fotografata' nell'atto di leggere. Si direbbe rapita, vista la sua faccia goduta...
Alla pagina successiva, appare sempre lei nell'attimo in cui varca un confine immaginario, naturalmente con un libro in mano: la sua voce ci dice che i libri possono condurre in luoghi magici.
Quando piove, come oggi, la sequenza di fotografie, si tratta di un fumetto, la ritrae mentre fa la cosa migliore per lei: starsene a casa con un buon tè e un buon libro, e anche quando torna il sole è giornata perfetta per una tazza di tè e un buon libro (non va dimenticato che Debbie Tung è inglese e quindi il suo sole è pallida cosa che non invoglia a uscire con il medesimo buon libro per leggerselo in giardino, sul terrazzo, sul balcone o in un parco...).
Credo che qui si potrebbe fare una deroga al consiglio di Debbie.
La sua passione per i libri e la lettura non conosce limite. Un libro sempre con sé, valigie piene quando è in partenza, una certa bulimia in biblioteca e in libreria. Un conclamato feticismo nei confronti dell'oggetto, difficoltà nell'atto del separarsene. Preferenza e precedenza assoluta concessa ai libri e alla loro lettura, di fronte alla divagazioni che la vita le mette davanti: alle feste, al bar, al cinema, a letto con qualcuno...



Dal 1997 mi occupo di libri per l'infanzia. A detta degli altri lo faccio con una certa passione. Ma prima? Usiamo quell'anno come termine ante quem e post quem.
Ante quem: i libri che frequentavo erano principalmente letteratura, narrativa, classici, un unico fumetto: i Peanuts, e saggistica su quelli che erano i miei interessi, a seguire i miei studi e infine il mio lavoro, di storica dell'arte. Ero una lettrice forte, certo, ma non una pasionaria. Avevo autrici e autori prediletti, editori molto amati, ma non potevo essere descritta come una fondamentalista della lettura. Alla domanda perché leggere, avrei risposto con un'altra domanda, perché no?
Poi un giorno è successo un fatto che qui non c'è bisogno di dire e, lentamente ma inesorabilmente, è diventato chiaro che senza nuove storie, o meglio senza nuove buone storie, sarei stata peggio.
Forse la chiave sta proprio qui, non nel leggere purché leggere, ma nel leggere le buone storie.
In quel tempo ho capito che attraverso di loro, le buone storie, avrei procurato del bene a me stessa e forse anche ad altri. Capitò del tutto casualmente che quelli a cui mi rivolsi per condividere l'esperienza fossero dei bambini e delle bambine. E così, altrettanto per caso, cominciai a frequentare con grande assiduità la letteratura per l'infanzia. E, in qualche modo, il fatto che fosse illustrata - e questo l'ho capito solo a posteriori - per incanto si riconnetteva con l'altro mio polo di interesse, l'arte figurativa.
Scrivo questo al solo scopo di dare una speranza anche a tutti quei lettori e lettrici con non si sentono dei fanatici dei libri e della lettura, come pare essere Debbie Tung dopo il suo racconto di centotrentasette pagine.
Va da sé che in parecchie delle situazioni che lei racconta ho riconosciuto frammenti di vissuto: avere un cestino di titoli desiderati sempre pieno, provare affinità elettive con chi ama i miei stessi libri, sbirciare nei libri che altri stanno leggendo, stabilire un legame con chi sta leggendo il mio stesso libro, accarezzare un libro amato quando qualcuno ne sta parlando male (animismo latente), ridere o piangere durante la lettura, correre in libreria a comprare un buon libro appena letto e restituito in biblioteca, proteggere i libri dalla pioggia, essere capace di camminare leggendo, avere almeno cinque libri preferiti per volta, non essere in grado di disfarsi dei vecchi libri, essere prudenti con l'atto di prestare, e, ultimo ma non ultimo, dopo la lettura convincente di un libro, andarlo a dire in giro... se così non fosse stato questo luogo virtuale che ospita i miei ragionamenti non esisterebbe.
Meno condivisibili, invece, ho considerato sue affermazioni, come per esempio le feste ideali in cui tutti gli invitati hanno un libro in mano e lo leggono per sé, oppure il desiderio di nascondersi dietro i libri per evitare gli altri, o l'intento di leggere tutti i libri del mondo, o di giudicarli, tra le altre cose, anche per dimensioni o prezzo.


Credo sia nell'ordine delle cose non essere d'accordo sulla intera linea, anzi il non esserlo mi pare possa essere foriero di ulteriori spunti di riflessione.
A parte alcune distanze che mi sento di prendere e a parte una certa difficoltà a farmi piacere le sue illustrazioni, non mi pare dubitabile che un libro così, proprio per le sue luci e le sue ombre, proprio perché concepito come un traboccante quanto altisonante catalogo di situazioni che ruotano intorno a un unico perno, il 'virtuoso' amore per i libri, possa o debba diventare strumento di riflessione condivisa.
Sarebbe bello immaginarlo tra le mani di un buon 'maestro' che avesse voglia di mettere sul tavolo la questione per dare a tutte le persone intorno a lui la possibilità di crearsi un proprio profilo personale. Siano essi lettori o non lettori, c'è da augurarsi, pur tuttavia con uguale diritto di cittadinanza.

Carla
 
NOTERELLA AL MARGINE
 
 
Una sovracoperta che ha il senso per noi di Lettura candita di una medaglia appuntata sul petto, per l'impegno che da un bel po' di anni mettiamo nel segnalare le 'buone storie'. 
Grazie al Castoro, che ci ha pensato.

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