mercoledì 2 dicembre 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

OMBRE ROSSE

I guai di Mini Cowboy, Daniel Frost (trad. Tanguy Babled)

Babalibri 2020
 

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)


"Nel Far West i guai inseguono chiunque.
Alcuni più di altri...
Ero duro e puro, coraggioso come tutti i fuorilegge!
Ma la mia altezza era un limite
nella difficile cittadina in cui vivevo."


Complicata è la vita di un cowboy bassetto: se incontri un serpente a sonagli, può apparirti come un drago e può trattarti come se tu fossi un topolino. Salire in groppa al proprio cavallo è altrettanto proibitivo. Per non dire la delusione di non arrivare mai al bancone del saloon e quindi patire sempre una gran sete. 
 

Nonostante ogni sforzo, anche la giustizia considera questo minuscolo cowboy con la benda sull'occhio qualcosa di inferiore alla media degli altri fuorilegge. E, nonostante i molti tentativi di sembrare alto come gli altri, Mini Cowboy ha il morale a terra. Fino al momento in cui scopre di non essere l'unico ad essere in miniatura... non resta che mettersi in cerca di quegli altri due fuorilegge: quella con le treccine e quello con i baffetti.


Sono tre gli elementi notevoli che colpiscono nel libro di Daniel Frost.
La prima, la sua capacità di creare un ambiente. La seconda, la sua libertà nell'uso del colore. La terza, le inquadrature.
Tutte e tre le cose sembrano essere risultanti dal suo particolare modo di lavorare.
Racconta, soprattutto a seguito della sua esperienza di viaggio in Groenlandia (da cui è nato un bell'albo dal titolo The children and the whale), che almeno una volta l'anno cerca di 'portare a casa' una sua esperienza in luoghi lontani da Londra, dove attualmente risiede. Si tratta, in qualche modo, di veri e propri soggiorni di studio che lo portano a registrare visivamente scenari, regioni, luoghi anche molto diversi da quello che può essere l'immaginario più consueto per un inglese delle Midlands occidentali. Per esempio la Thailandia, le montagne della Svizzera e, appunto, i ghiacci del Polo, che lo hanno letteralmente ipnotizzato.
 

E se davvero stanno così le cose, è ipotizzabile che anche l'ambiente in cui si muove il piccolo cowboy sia il risultato di un suo viaggio nei deserti tra Arizona e Utah, nei canyon, per studiarne le atmosfere, per renderle autentiche attraverso il colore della terra rossa, dei tramonti o albe, delle notti stellate, viste di persona con sullo sfondo la Monument Valley.
Il risultato è un libro western dalle tinte forti: dal rosso al fucsia della terra e delle rocce, al verde dei saguari e dei serpenti. E poi il celeste e l'azzurro del cielo senza fine, e giusto un po' di marrone per cinturoni, cavalli e cappelli. Tutto ruota intorno a queste tinte che sapientemente Frost declina in tutte le loro possibili tonalità e sfumature per creare la vivacità di una atmosfera precisa, quella di una autentica storia del vecchio West.
 

Siamo in un film, perché anche il terzo elemento degno di nota: le inquadrature, da lì arrivano.
Campi lunghi per rendere omaggio ai panorami, primi piani all'americana per inquadrare bene le pistole e i cinturoni, la salita a cavallo (più o meno riuscita), il duello inquadrato da dietro e la mitica linea dell'orizzonte messa in basso, più in basso possibile, compatibilmente con la presenza dei personaggi. E le ombre, le lunghe ombre sul terreno. Gambe e braccia sempre larghe, per rendere visibili speroni e colt da impugnare per essere il più veloce del West.
 
 
 
Delle storie western esiste un potente immaginario anche dal punto di vista lessicale, Frost (e Babled nella sua curata traduzione) si adegua e usa frasi brevi, roboanti e possenti - Nel Far West i guai inseguono chiunque... L'uso stentoreo del passato remoto, le frasi fatte che abbiamo sentito pronunciare da Eastwood, con un sigaro in bocca. Non manca niente.
 
 
E come per incanto, da tre che erano gli elementi notevoli di questo libro, sono diventati quattro.
 
Carla

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