lunedì 25 gennaio 2021

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

UN ALTRO SPICCHIO DI MEMORIA


Più passa il tempo dagli anni terribili della guerra e dell’Olocausto e più riceviamo testimonianze che svelano di volta in volta aspetti personali, testimonianze, episodi finora trascurati, almeno nell’editoria per ragazzi.
La storia che Anna Sarfatti ci racconta in ‘Pane e ciliegie’, pubblicato nella collana Contemporanea della Mondadori, riguarda gli ebrei arrivati a Milano nel 1939, profughi dai paesi dell’Est Europa invasi dall’esercito nazista. Ai bambini di queste famiglie si dedica Israel Kalk, che insieme ad altri volontari fonda la Mensa dei Bambini. Grazie alla generosità dei donatori, questa mensa, che si ingrandirà progressivamente, riesce a dare prima uno, poi due pasti al giorno ad un centinaio di bambini. Ma ci sono anche le gite al parco o le gare di nuoto, c’è un medico e si cerca di sostenere le famiglie in difficoltà, creando una rete solidale. Tutto questo con il consenso delle autorità.
Il 10 giugno del 1940 l’Italia entra in guerra; poco prima era stato deciso l’internamento in appositi campi degli ebrei non italiani. Vengono portati in questi campi solo gli uomini al di sopra dei diciotto anni. Le famiglie si dividono e l’inesauribile Kalk si prodiga per far avere agli internati vestiti, provviste e notizie dei cari lasciati a Milano.
Lo scoppio della guerra peggiora la situazione già precaria, con la penuria di cibo e i bombardamenti. Ma il momento peggiore è dopo l’8 settembre, quando l’Italia viene divisa in due e per gli ebrei della Mensa l’unica via è la fuga verso la Svizzera. Anche l’edificio della Mensa viene bombardato e così quell’esperienza si chiude. Alcuni dei protagonisti di questa storia, rigorosamente documentata, si salvano, nascondendosi o fuggendo; altri restano impigliati nella rete dei rastrellamenti e finiscono i loro giorni un un campo di sterminio.
La scelta dell’autrice di mescolare ricostruzione storica e vicende familiari dei protagonisti, quindi in una chiave necessariamente romanzata, fa risaltare un aspetto che credo interessante.
Nell’esperienza della Mensa dei Bambini c’è un esempio di auto organizzazione, un esempio davvero stupefacente, e di solidarietà: niente di ciò che realizzò Kalk sarebbe stato possibile senza la partecipazione di tanti alla realizzazione di un progetto così ambizioso. Il lato migliore della convivenza civile, che riesce a vedere nell’altro un simile a sé. E’ anche interessante come nella visione illuminata di Kalk non ci fosse solo l’obbiettivo di nutrire e curare tanti bambini e bambine, ma anche di riuscire a conservare una sorta di normalità familiare, osservando le festività ebraiche, celebrando i compleanni, creando un’isola di normalità mentre il mondo intorno stava crollando. C’è il tempo per studiare il violino, c’è il modo di assistere una gattina e i suoi piccoli, si impara a fare le torte e si fa festa quando maturano le ciliegie.
E’ un’idea di umanità che, a distanza di tanto tempo, ancora commuove, soprattutto pensando contro quale nemico questi volontari disarmati stessero combattendo. E ferisce la nostra coscienza fare il paragone con l’indifferenza con cui oggi si assiste, alle porte di casa, alle tragedie dei barconi che affrontano il mare d’inverno o dei profughi che bussano alle nostre porte, provenendo dai Balcani. Forse la coscienza d’Europa si è fermata a Moria.
Il racconto documentato e preciso di Anna Sarfatti è accompagnato dalle immagini firmate da Serena Riglietti; lettura consigliata a ragazzi e ragazze a partire dai dieci anni.
 
Eleonora


“Pane e ciliegie. Israel Kalk, l’uomo che difendeva i bambini ebrei sotto il Fascismo”, A. Sarfatti e S. Riglietti, Mondadori 2021

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