IL PICCOLO CONTRIBUTO
La piccola Anna,
Inger e Lasse Sandberg (trad. Laura Cangemi)
Vanvere Edizioni 2020
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Mentre
camminava per strada la Piccola Anna vide un Signore Alto alto.
Era così alto che
non entrava nella pagina. Aveva un cappello verde e ci fece sedere
sopra la Piccola Anna."
Il cappello con tutta
la bambina arrivò sulla testa del Signore Alto Alto e da lassù Anna
poteva vedere a grande distanza. Le cose che vide furono diverse, ma
forse è meglio non svelarle. Andranno scoperte, girando le pagine,
una a una. Così come te che hai il libro in mano, anche Anna le
guardò una per una.
Messe tutte insieme,
però, fecero riconoscere ad Anna qualcosa di 'familiare'.
È piccolo, ma davvero
molto piccolo, ma mantiene onorevolmente la forma del libro. È la
prima cosa che colpisce di questo oggetto: il suo essere un libro, un
libro grande, in miniatura. Ha la sua copertina cartonata, i suoi
angoli vivi, la carta delle sue pagine è uso mano e anche il numero
di pagine è regolamentare. Però sta nel palmo di una mano di
adulto. L'aver ripetuto la copertina anche nella controcopertina rende il libricino ancora più prezioso.
C'è da supporre che questo formato abbia a che fare con il contenuto della storia.
Il suo essere
lillipuziano è una sorta di eco 'formale' di quello che è il
carattere distintivo della protagonista, la Piccola Anna e del suo
gentile amico, il Signore Alto Alto. Infatti l'atto di aver
rimpicciolito ulteriormente l'originale svedese, il contenitore libro
a tali minuscoli termini rende ancora più ingombrante il Signore
Alto alto che lo attraversa a fatica. Pezzi di lui rimangono fuori
scena ed è questo uno dei divertimenti del libro, ma non l'unico.
L'altro consiste nel chiamare dentro il proprio lettore fin dalla
seconda pagina quando la Piccola Anna comincia la sua osservazione.
Una domanda diretta - Secondo te cosa vide? - dà l'avvio a un gioco
da fare con gli occhi e con la voce. In ogni pagina è raffigurato
qualcuno o qualcosa che viene solo enumerato a parole nella pagina di
sinistra e disegnato in quella di destra. Alla voce del lettore il
compito di riempire quel silenzio del testo. A una prima lettura non
sempre si indovineranno le definizioni corrette, in alcuni casi
occorre la giusta dose di capacità di osservazione.
Ma già dalla
seconda volta che lo si sfoglia, sarà gustoso e soddisfacente per il
piccolo lettore non sbagliarne neanche mezza. E questo è il secondo
divertimento del libro.
Le cose da notare però
non finiscono qui. Un libro costruito in questo modo, con un
protagonista così ingombrante, e una così minuscola, apre a una
riflessione sul concetto di spazio reale e spazio immaginato. Un
ragionamento per una mente 'in costruzione' non esattamente banale.
Nel 1964 , anno in cui uscì, già un bel
po' di strada era stata fatta riguardo alla questione del rapporto
fra il disegno, ovvero lo spazio circoscritto e progettato della
pagina, e lo spazio reale che prosegue dal filo del foglio.
Anche La Piccola Anna,
per come è disegnata, porta il suo 'piccolo' contributo alla
riflessione. Ogni volta che sottoponiamo a un bambino uno spazio
disegnato o dipinto (o chiediamo a lui di realizzarlo) mettiamo in
essere un meccanismo di pensiero tutt'altro che semplice. Inger e
Lasse Sandberg, per come hanno immaginato la loro storia, richiedono
al piccolo lettore di 'credere ciecamente' allo spazio bianco
disegnato, del tutto costruito ad arte per il suo sguardo, e
contemporaneamente lo mettono in guardia dal non dimenticare lo
spazio che nella realtà occuperebbero effettivamente le 'cose'
disegnate. Quello spazio reale che parte proprio laddove la pagina
termina.
In altre parole, il
Signore Alto Alto è così grande che mai in nessuno dei disegni che
lo ritraggono riesce a comparire per intero, come a confermare che
lui è contemporaneamente finto, perché è un disegno, ma anche
molto vero, infatti non ha abbastanza spazio per starci, nei disegni,
nelle pagine...
Bella capriola!
Sulla questione del
'tradimento dell'immagine' non sarà necessario ricordare pipe che
non sono pipe... Ma è un po' quella roba lì.
Carla
Noterella al margine. Forse sulle orme del Signore Alto Alto dietro i libri di questa coppia di autori di culto di tutta la Svezia è stato costruito un gigantesco sistema familiare (Tresandberg Ab) che governa tutti i diritti dei personaggi dei loro libri che sono diventati da cartoni animati, a decorazioni di piscine, da musei/laboratorio a pupazzi di stoffa, da fumetti a magliette che Inger Sandberg, nel festeggiare i suoi novant'anni, sorridente e sorniona indossa.
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