FRA DESIDERI E STELLE
E’ possibile immaginare che frammenti
di meteoriti, e quindi di stelle cadenti, possano trasformarsi in
piante capaci di realizzare i desideri di bambini e adulti?
Questo è lo spunto a partire dal quale
si costruisce il romanzo di Azzurra D’Agostino, pubblicato da De
Agostini: ‘Il Giardino dei Desideri’. Ma per arrivare al cuore
della narrazione è necessario comprendere gli antefatti: siamo in un
paese dell’Appennino, in cui sono andati ad abitare Davide, il
nostro protagonista, il fratellino Dario e il papà; la mamma
dovrebbe arrivare nel giro di poco tempo, perché ha continuato a
lavorare in città.
La famiglia di Davide ha preso in
affitto la depandance di una curiosa villa abitata dalla famiglia del
Conte di Caramà ( è una mia impressione o ricorda proprio il
marchese di Carabas di Perrault?). E’ facile intuire che si tratta
di un oscuro maniero, pieno di segreti e abitato da Fulvio, custode
della magione dopo l’incidente del fratello minore, Berto, ormai
ridotto in stato vegetativo.
Davide è un ragazzino curioso e così
scopre, nel giardino della villa, una serra, da cui promanano strane
luci e in cui sono ospitate strane piante.
La curiosità appartiene alla natura
dei più giovani, e quindi Davide cerca notizie da una ragazzina,
Margherita, che tempo prima aveva tentato di introdursi
maldestramente all’interno della villa.
Mentre la vita di Davide scorre sotto
un velo di apparente normalità, i due ragazzini riescono a farsi
accettare da Fulvio, che li assume, si fa per dire, come giardinieri;
nella serra i ragazzi trovano un taccuino scritto in codice, che
Davide riesce a decifrare. E’ una sorta di manuale, scritto da
Berto, dedicato ai Giardinieri di Stelle, persone in grado di far
crescere delle piante dai frammenti di stelle cadenti e di realizzare
il più grande desiderio di una persona grazie alla presenza di un
suo oggetto nel terriccio che le alimenta.
Non tutti desideri sono buoni: Fulvio
in realtà sta sfruttando i due ragazzini per imparare i segreti che
il fratello gli ha sempre nascosto.
Il finale drammatico consacra la
vittoria dei due ragazzi, che hanno imparato moltissimo da questa
avventura.
‘Il giardino dei desideri’, romanzo
d’esordio dell’autrice, che finora ha pubblicato testi poetici,
ricalca alcuni stilemi classici del romanzo fantastico per ragazzi:
la magione misteriosa, l’incontro casuale dei protagonisti, il
destino magico che li lega, il cattivo che merita adeguata punizione.
Nella struttura della narrazione, comunque ben costruita, non si
hanno molte sorprese, mentre lo spunto di partenza è originale: che
la vulgata, che lega desideri e stelle cadenti, potesse avere una sua
realtà materiale e che quindi il destino delle persone potesse
essere influenzato non dal cielo astrologico, ma dalla materia stessa
dei corpi celesti, è un’idea interessante, che in qualche modo
fornisce un corpo a qualcosa di assolutamente impalpabile come un
desiderio, nascosto o esibito. I due protagonisti si trovano ad avere
fra le mani il destino delle persone ed è una grande responsabilità.
In realtà alla fine della strana serra non resta traccia, se non per
realizzare un ultimo importante desiderio. Tra le righe, ma non
troppo, gli accenni alle dinamiche familiari, alle gelosie fra
fratelli, alla solitudine che la separazione dei genitori provoca nei
figli.
‘Il giardino dei desideri’
rappresenta una lettura scorrevole, avvincente, adatta ad avvicinare
alla lettura bambini e bambine che cercano magia e amicizia, cattivi
non realmente tali, piccoli drammi familiari e misteri a profusione.
Lettura consigliata a partire dai nove anni.
Eleonora
“Il giardino dei desideri”, A.
D’Agostino, De Agostini 2020
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