venerdì 22 gennaio 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

"TROVARE UNA LINGUA NUOVA..."
 
Vicini lontani. Otto racconti di anime in viaggio, Angela Tognolini
Il Castoro, 2020


NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)


"In testa, la donna Rossa aveva un turbante alto e rosso, che più rosso non esiste. Erano rossi persino i suoi sandali, un paio di ciabatte di plastica un po' malridotte che stonavano in tanta sanguigna eleganza.
Edna Zanon rimase a bocca aperta a fissare quel tripudio di rosso che fiammeggiava sul suo pianerottolo. La Donna Rossa stava lavando le scale."


Edna ha ottantotto anni e vive più o meno tranquilla, nelle sua quotidiana routine con Flick il suo cane. Pochi contatti con il resto del mondo. Oramai è piuttosto sicura che nella sua lunga vita abbia visto abbastanza. Ma ciò che ha sotto gli occhi, aprendo la porta di casa quella mattina, davvero la lascia senza parole. Una donna completamente vestita di rosso, con la pelle del colore del cioccolato al latte, piegata a metà nell'atto di lavare il pavimento del suo pianerottolo
La signora Zanon sa naturalmente che al mondo ci sono persone diverse da lei che provengono da altri paesi, ma mai le era capitato di fare un incontro tanto ravvicinato con una creatura così affascinante, una regina-animale. E tutta rossa.
Per la signora Zanon questo incontro, peraltro fugace, le cambia la giornata. Le cambia anche di più: non smette di pensare alla Donna Rossa e ogni mattina si apposta dietro lo spioncino della sua porta per studiarne i movimenti e le abitudini. La Donna Rossa non è sempre rossa, si veste anche di giallo oro ed emana un odore particolare e nel fagotto che ha sulle spalle ci tiene avvolto il suo bambino. La Donna Rossa da quel giorno in poi abita i pensieri della signora Zanon, persino i sogni. Per saperne di più la segue per strada e per starle dietro, sconfina dal suo solito giretto ristretto con il cane Flick. Scoprendo ogni giorno di più nuove cose su quella donna misteriosa e piena di fascino, la signora Zanon, senza accorgersene, riconquista pezzi della sua città che non vedeva da anni. Riconquista anche l'energia necessaria per passare del tempo con la sua nipotina preferita ed è con lei che, tra una partita a rubamazzetto a una caramella alla liquirizia, condivide un racconto meraviglioso su quella creatura. Si sa che spesso sono i bambini a farsi carico della verità, rompendo l'incanto, come accadde una volta davanti a un imperatore che sfilava in mutande...
Nelle parole della sua nipotina, cric, la Donna Rossa cessa per incanto di esserlo e diventa quello che è.


Bella storia, accidenti. Costruita su un fatto piccolo e quotidiano che letteralmente esplode in una sequenza di immagini, odori, suoni così tanto vividi da diventare percepibili.
Ogni lettore immaginerà in autonomia.
Colpisce questo racconto per il taglio prospettico e per la sapiente costruzione narrativa. Conosciamo la signora Zanon attraverso le due pagine iniziali che ne descrivono le semplici abitudini. Ai nostri occhi questa vecchietta ci sembra di conoscerla già da tanto. Poi il racconto sterza bruscamente nell'incontro/non incontro con la sconosciuta donna delle pulizie che attraverso gli occhi della protagonista diventa immediatamente altro. Qualcosa che ha molto a che fare con i sensi: la vista, quando per esempio il turbante rosso lentamente 'sorge' dalla prima rampa delle scale per poi arrivare al pianerottolo. L'olfatto, nell'odore che questa creatura emana e che la signora Edna annusa, socchiudendo la porta subito dopo il suo passaggio. L'udito, quando ne sente il canto mentre stende le lenzuola. E via andare.
Da un lato, l'angolazione prospettica sempre originale e differente (nel primo e ultimo racconto per esempio la diversa prospettiva di una stessa vicenda diventa addirittura strutturale) e dall'altro questa sorta di carattere 'sensuale' della narrazione sono due grandi pregi che segnano l'intero libro. E che ne generano un terzo, massimamente apprezzabile, che consiste nell'assoluta mancanza di retorica: una lingua nuova...
La cosa si percepisce ancor prima di averlo aperto, nel leggere il sottotitolo che parla di 'anime in viaggio'. Ancora una volta Angela Tognolini dimostra di avere una buona capacità di spostare l'obiettivo che, per convenzione, sarebbe facilmente andato dritto su un lessico (e su racconti) più triti che conosciamo dai molti libri che di migranti trattano.
Niente migranti, qui sono anime in viaggio. Questo modo di inquadrare la questione è frutto di una evidente 'abitudine' a leggere oltre la realtà dei fatti, a darne un contorno e una definizione inaspettati, a coglierne il senso profondo, a volare un po' più in alto del consueto rasoterra.
Volare alto significa anche essere capaci di rendere il più universale possibile le vicende dei singoli protagonisti. Vuol dire anche aver 'masticato e digerito' con maturità le questioni; in questo caso la storia personale di Angela Tognolini ha aiutato. Tuttavia, senza una profonda sensibilità e capacità di elaborazione, questo libro avrebbe potuto essere tutt'altro.
Questa angolazione, frutto di una diretta esperienza trasformata in buona letteratura, nei fatti, incolla le singole storie e i personaggi al nostro sentire, inevitabilmente.Ed è empatia.
Universale è per esempio il dialogo notturno tra le due giovani donne alla vigilia della partenza dal Libano, inaspettata è l'immaginazione della signora Zanon, originali sono spesso i finali, inattesa è la strada che prende la fortuna, magnifico è il riscatto, prima di tutto interiore, di un facchino afgano.
E così, quasi inevitabilmente, siamo con Yara e Raawa o con la signora Zanon dietro lo spioncino, o con  Zarak, o con Madou con sei dita in una caserma. 
E, come se non bastasse, Angela Tognolini, ci àncora al racconto attraverso vere e proprie percezioni sensoriali : percepiamo le dita di Laura che si aggrappano a una roccia oppure riconosciamo e vediamo con Marta quanto possano essere tristi i datteri in un supermercato di Bologna o Trento.
Gran bel libro, gran bell'esordio.


Carla


Nessun commento:

Posta un commento