"TROVARE UNA LINGUA NUOVA..."
Vicini lontani. Otto racconti di
anime in viaggio, Angela Tognolini
Il Castoro, 2020
NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)
"In testa, la donna Rossa aveva
un turbante alto e rosso, che più rosso non esiste. Erano rossi
persino i suoi sandali, un paio di ciabatte di plastica un po'
malridotte che stonavano in tanta sanguigna eleganza.
Edna Zanon rimase a bocca aperta a
fissare quel tripudio di rosso che fiammeggiava sul suo pianerottolo.
La Donna Rossa stava lavando le scale."
Edna ha ottantotto
anni e vive più o meno tranquilla, nelle sua quotidiana routine con
Flick il suo cane. Pochi contatti con il resto del mondo. Oramai è
piuttosto sicura che nella sua lunga vita abbia visto abbastanza. Ma
ciò che ha sotto gli occhi, aprendo la porta di casa quella mattina,
davvero la lascia senza parole. Una donna completamente vestita di
rosso, con la pelle del colore del cioccolato al latte, piegata a
metà nell'atto di lavare il pavimento del suo pianerottolo
La signora Zanon sa
naturalmente che al mondo ci sono persone diverse da lei che
provengono da altri paesi, ma mai le era capitato di fare un incontro
tanto ravvicinato con una creatura così affascinante, una
regina-animale. E tutta rossa.
Per la signora
Zanon questo incontro, peraltro fugace, le cambia la giornata. Le
cambia anche di più: non smette di pensare alla Donna Rossa e ogni
mattina si apposta dietro lo spioncino della sua porta per studiarne
i movimenti e le abitudini. La Donna Rossa non è sempre rossa, si
veste anche di giallo oro ed emana un odore particolare e nel fagotto
che ha sulle spalle ci tiene avvolto il suo bambino. La Donna Rossa
da quel giorno in poi abita i pensieri della signora Zanon, persino i
sogni. Per saperne di più la segue per strada e per starle dietro,
sconfina dal suo solito giretto ristretto con il cane Flick.
Scoprendo ogni giorno di più nuove cose su quella donna misteriosa e
piena di fascino, la signora Zanon, senza accorgersene, riconquista
pezzi della sua città che non vedeva da anni. Riconquista anche
l'energia necessaria per passare del tempo con la sua nipotina
preferita ed è con lei che, tra una partita a rubamazzetto a una
caramella alla liquirizia, condivide un racconto meraviglioso su
quella creatura. Si sa che spesso sono i bambini a farsi carico della
verità, rompendo l'incanto, come accadde una volta davanti a un
imperatore che sfilava in mutande...
Nelle parole della
sua nipotina, cric, la Donna Rossa cessa per incanto di esserlo e
diventa quello che è.
Bella storia,
accidenti. Costruita su un fatto piccolo e quotidiano che
letteralmente esplode in una sequenza di immagini, odori, suoni così
tanto vividi da diventare percepibili.
Ogni lettore
immaginerà in autonomia.
Colpisce questo
racconto per il taglio prospettico e per la sapiente costruzione
narrativa. Conosciamo la signora Zanon attraverso le due pagine
iniziali che ne descrivono le semplici abitudini. Ai nostri occhi
questa vecchietta ci sembra di
conoscerla già da tanto. Poi il racconto sterza bruscamente
nell'incontro/non incontro con la sconosciuta donna delle pulizie che
attraverso gli occhi della protagonista diventa immediatamente altro.
Qualcosa che ha molto a che fare con i sensi: la vista, quando per
esempio il turbante rosso lentamente 'sorge' dalla prima rampa delle
scale per poi arrivare al pianerottolo. L'olfatto, nell'odore che
questa creatura emana e che la signora Edna annusa, socchiudendo la
porta subito dopo il suo passaggio. L'udito, quando ne sente il canto
mentre stende le lenzuola. E via andare.
Da un lato,
l'angolazione prospettica sempre originale e differente (nel primo e
ultimo racconto per esempio la diversa prospettiva di una stessa
vicenda diventa addirittura strutturale) e dall'altro questa sorta di
carattere 'sensuale' della narrazione sono due grandi pregi che
segnano l'intero libro. E che ne generano un terzo, massimamente
apprezzabile, che consiste nell'assoluta mancanza di retorica: una lingua nuova...
La cosa si
percepisce ancor prima di averlo aperto, nel leggere il sottotitolo
che parla di 'anime in viaggio'. Ancora una volta Angela Tognolini
dimostra di avere una buona capacità di spostare l'obiettivo che,
per convenzione, sarebbe facilmente andato dritto su un lessico (e su
racconti) più triti che conosciamo dai molti libri che di migranti
trattano.
Niente migranti,
qui sono anime in viaggio. Questo modo di inquadrare la questione è
frutto di una evidente 'abitudine' a leggere oltre la realtà dei
fatti, a darne un contorno e una definizione inaspettati, a coglierne il senso profondo, a volare un
po' più in alto del consueto rasoterra.
Volare alto
significa anche essere capaci di rendere il più universale possibile
le vicende dei singoli protagonisti. Vuol dire anche aver 'masticato
e digerito' con maturità le questioni; in questo
caso la storia personale di Angela Tognolini ha aiutato. Tuttavia,
senza una profonda sensibilità e capacità di elaborazione, questo
libro avrebbe potuto essere tutt'altro.
Questa angolazione,
frutto di una diretta esperienza trasformata in buona letteratura,
nei fatti, incolla le singole storie e i personaggi al nostro
sentire, inevitabilmente.Ed è empatia.
Universale è per esempio il dialogo notturno tra le due giovani
donne alla vigilia della partenza dal Libano, inaspettata è
l'immaginazione della signora Zanon, originali sono spesso i
finali, inattesa è la strada che prende la fortuna,
magnifico è il riscatto, prima di tutto interiore, di un facchino
afgano.
E così, quasi inevitabilmente, siamo con Yara e Raawa o con la signora Zanon
dietro lo spioncino, o con Zarak, o con Madou con sei dita in
una caserma.
E, come se non bastasse, Angela Tognolini, ci àncora al
racconto attraverso vere e proprie percezioni sensoriali : percepiamo le
dita di Laura che si aggrappano a una roccia oppure riconosciamo e
vediamo con Marta quanto possano essere tristi i datteri in un
supermercato di Bologna o Trento.
Gran bel libro,
gran bell'esordio.
Carla
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