IL FUNGO DISPARI
Ci sono libri che si
distinguono per quella particolare arietta fresca e primaverile che
li abita e che circonda storia e personaggi. Contro ogni
fraintendimento, non si tratta di libri fatti di niente, pieni di
aria 'fritta'. Tutt'altro, sono libri che sono in grado di sollevare
anche belle questioni, ma lo fanno con la leggerezza di un
venticello.
Ce ne sono due, per
combinazione (ma forse neanche tanto) pubblicati da non molto da
Terre di mezzo, che ruotano intorno a un perno comune, una questione
tutt'altro che irrilevante: io e gli altri, o se preferite, gli altri
e io.
Si tratta di Due a
me, uno a te e di Barnabé alla scoperta del mondo,
rispettivamente di Jörg Mühle e di Gilles Bizouerne e Béatrice
Rodriguez.
La cosa che li tiene
insieme, oltre all'arietta e alla grande question che pongono,
è il contesto. In entrambi i libri siamo in un bosco abitato da
animali da bosco: nella prima storia sono protagonisti assoluti un
orso, una donnola e una volpe, ma intorno, sugli alberi e fra l'erba,
gironzolano insetti, chiocciole, uccellini, un topo e uno scoiattolo.
Nella storia di Barnabé, che è un tasso, protagonisti comprimari
sono una tartaruga, Costanza, una talpa, Clara, e una formica, senza
nome. Come comparse sono stati scritturati una rana e di nuovo
insetti, scoiattoli e chiocciole. Loro sono lì a fare i muti
testimoni degli accadimenti.
Va da sé che in
entambi i casi - visto l'argomento - agiscono vari personaggi in
relazione tra loro. E, ulteriore affinità risiede nella costruzione
della vicenda quasi ed esclusivamente attraverso l'uso dei dialoghi..
A queste vicinanze se ne aggiungono ulteriori, e questo non è così
scontato, in entrambe le storie sul finale entra in gioco un terzo
personaggio che ha lo scopo di far sterzare bruscamente la storia e
di 'risolverla' a sorpresa. E ancora in entrambi i casi, dopo il
colpo ad effetto, si ripristina il ritmo precedente con una chiusa
che non è una chiusa, ma al contrario, un bel salto verso l'incerto.
La scelta di metterli
assieme ha anche lo scopo di illuminare le due direzioni opposte che
prendono. Da una parte abbiamo un orso che litiga sempre più
aspramente con la donnola per decidere a chi tocchi il terzo fungo
trovato nel bosco. Gli argomenti di entrambi sono fortissimi e
difficilmente oppugnabili. Orso sostiene che spetti a lui perché: 1)
è più grosso 2) li ha trovati lui 3) la paternità della ricetta 4)
la sua passione indiscussa per i funghi 5) una fame maggiore dovuta a
una mole maggiore 6) la priorità della richiesta 7) attenzione
alimentare nei confronti della donnola.
La donnola porta come
argomenti di replica: 1) il suo bisogno di crescere 2) averli puliti
e cucinati 3) aver apparecchiato 4) i funghi come cibo prediletto in
assoluto 5) il brontolio dello stomaco 6) la priorità del brontolio
dello stomaco 7) attenzione alimentare nei confronti dell'orso.
Quindi la storia ha
preso la direzione, peraltro preannunciata dal titolo, che si
potrebbe riassumere in un efficacissimo: io, io, io. L'altro da sé è
potenzialmente qualcuno da battere. Se fossimo in ambito sportivo,
staremmo assistendo a una partita di un qualsiasi sport individuale:
se io vinco, tu perdi.
Direzione opposta nella
storia di Barnabé che invece fin da subito costruisce il gioco di
squadra. L'idea d del tasso è quella di andare a fare un viaggio in
capo al mondo. Viene immediatamente condivisa da Costanza in cerca di
emozioni forti e da Clara che adora far parte di una banda. Decidono
all'istante di essere tutti e tre capi, di darsi una mano a vicenda,
là dove il percorso si fa impervio. E di sostenersi nella
stanchezza. Tutto questo si potrebbe riassumere in un efficacissimo:
noi, noi, noi. L'altro da sé è potenzialmente qualcuno con cui
collaborare. Se fossimo in ambito sportivo, staremmo assistendo a una
partita di un qualsiasi sport di squadra: se ci coordiniamo,
vinciamo.
Due o tre riflessioni
di fondo. Sarebbe troppo facile e un po' manicheo pensare che la
domanda da porsi sia: quali dei due libri ha la ragione dalla sua?
Parrebbe più efficace invece porre la questione in altri termini e
in qualche modo, avendo fatto riferimento al gioco individuale e al
gioco di squadra, parrebbe più plausibile dover accettare, come
espressione del nostro essere umani, entrambe le posizioni. L'orso e
la donnola scimmiottano un battibecco familiare che in quel preciso
contesto ha tutta la sua ragione di esistere. Litigare per un fungo
dispari se si è in numero pari accade. Prendiamone atto e
ragioniamoci sopra per arrivare, e qui davvero ognun per sé, a una
personale soluzione del dilemma. Combatterò sempre per il fungo
dispari? Conosco persone che lo fanno senza remore o pudori a
sessant'anni suonati...
Suona socialmente
stonato (politicamente scorretto?), ma accade. Oppure, lasciamoci
aperta la possibilità di decidere volta per volta o addirittura far
sì che siano le circostanze a farcelo capitare in sorte... Se si
riesce a mettere da parte per un attimo il 'dover essere' credo che
in molti -in tutta franchezza- combatterebbero per avere il terzo
fungo. Sarebbe da ipocriti, negarsi la possibilità di desiderarlo
(almeno per un attimo). Esattamente come stanno facendo orso e
donnola di Mühle. Nonostante il colpo di scena finale, è il primo
lui a lasciare aperta la domanda e la scelta continua a sembrarmi
molto onesta.
Ma poi si legge la
storia di Bernabé e tutto va allegramente in una direzione diversa,
anzi opposta.
E qui arriva l'arietta
fresca cui si alludeva in principio.
Se soffia tanto
nell'uno quanto nell'altro libro, facciamone tesoro e mettiamoli
insieme, fisicamente insieme, in una unica busta o borsa, in un unico
pacchetto e poi uno dopo l'altro, concediamoci una lettura condivisa
con bambini e bambine: i nostri orsi, donnole, tassi, tartarughe e
talpe...
Girata l'ultima pagina
taciamo, teniamo il becco chiuso per non dare risposte o soluzioni o
pareri od opinioni. E lasciamo che l'arietta soffi...
Questo, per vedere 'da
vicino' l'effetto che fa.
Carla
Due a me, uno a
te, Jörg Mühle (trad. Giulia Genovesi)
Terre di mezzo 2019
Barnabé alla
scoperta del mondo, Gilles Bizouerne, Béatrice Rodriguez
(trad. Maria Bastanzetti)
Terre di mezzo 2020
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