venerdì 23 aprile 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL COLORE EMOTIVO
 
Il germoglio che non voleva crescere, Britta Teckentrup
(trad. Sante Bandirali)
Uovonero Edizioni 2021


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
 
"Formica aveva ragione. Ben presto il seme mise delle piccole radici e cominciarono ad apparire delle foglioline verdi.
La sua vita stava cominciando.
Sembrava molto delicato e fragile.
Formica e Coccinella se ne innamorarono immediatamente."
 
Quel seme aveva impiegato più tempo degli altri a germogliare e quindi quando comincia a crescere le foglie degli altri gli fanno ombra. Così diventa per lui necessario mettersi in cammino verso il sole. Tutti gli animali del prato, da piccoli a grandi, lo sostengono e lo aiutano come possono. Formica e Coccinella sono davvero orgogliose di come da piccolo germoglio diventi una pianta sempre più robusta e determinata che attraversa l'ombra in cerca del sole. Finalmente quando anche la piccola piantina riesce a sentirne il calore sulle foglie si si rende finalmente conto che quello è il suo posto sulla terra.
Felice, diventa ogni giorno qualcos'altro: una bella pianta che produce boccioli che poi diventano fiori, si riempie di bellissime foglie e durante l'estate è casa per molti animali. Quegli stessi che lo avevano sostenuto quando era piccolo germoglio. Loro non la dimenticheranno neanche quando l'autunno le dora le foglie e il vento la fa ondeggiare e le porta via i semi, verso il loro proprio destino. E' in arrivo l'inverno e con lui il silenzio e il freddo della neve che tutto copre, anche la pianta. Piccolo topo con gli altri amici animali esprimono il desiderio di ritrovarla alla primavera successiva. Accadrà? 
 
Il colore in un libro un po' come la musica in un film: agisce sulle emozioni. E' dalla metà dell'Ottocento che i pittori lo teorizzano.
Lo stesso si può dire della luce.
 

Britta Teckentrup lo sa e nei suoi libri se ne serve spesso e volentieri.
Su un testo esile che racconta il percorso faticoso di un seme, più lento di altri, verso il suo diventare pianta, l'elemento che colpisce è l'impatto forte che proprio il colore e la luce - molto più che parole, disegno o composizione - hanno anche a livello narrativo. 
 

Un bambino, anche nel silenzio delle parole, sarebbe in grado di leggere la luce e sentire il suono dello scorrere delle stagioni, il passaggio dall'ombra attutita di un sottobosco, alla luce piena di un prato illuminato dal sole e brulicante di piccoli suoni emessi dalla miriade di animaletti che ronzano. Nei toni caldi del marrone coglie invece l'autunno e nei toni freddi dell'azzurro e del grigio percepisce le intemperie in arrivo: il suono della pioggia, il soffio del vento teso e infine la neve che porta il silenzio, attutendo i suoni e le forme, coprendo entrambi. 
 

In questo senso, i libri di Britta Teckentrup possono essere considerati, nella maggioranza dei casi, come esperienze estetiche dello sguardo: una sorta di percorso verso il riconoscimento e apprezzamento della bellezza.
Il suo metodo compositivo, non dissimile da quello che ha utilizzato Eric Carle anche se con risultati ben diversi già negli anni Sessanta, si basa sulla realizzazione di veri e propri pattern di colore, quindi ritagliati e ricomposti, e qui sta la differenza con Carle, per poi essere rielaborati al computer. Circostanza che le permette di sovrapporli, una volta passati allo scanner e rielaborati, su un unico livello in modo da ottenere quel particolare affetto 'nebbioso' che rappresenta una sorta di sua firma.
Si riconferma la sua predilezione per la creazione di scenari in ombra, ombra che qui più che altrove vediamo in dialogo con il suo opposto, la luce.
 

Entrambe protagoniste assolute, questa volta dichiaratamente, anche nella costruzione narrativa.
Dei colori 'emotivi' la prima cosa che l'occhio percepisce è la sagoma e, solo in un secondo momento, l'occhio va a indagare il dettaglio che è sempre molto puntuale: le farfalle.
E in un terzo momento ascolta le parole che raccontano di un ciclo naturale e nel contempo di una difficoltà superata, grazie a una squadra di supporto.
E a proposito di questo, accanto all'indubitabile valore estetico che ti colpisce all'istante, forse val la pena fermarsi a guardare anche il senso ultimo di questo racconto. La tenacia per uscire dall'ombra e trovare il proprio posto al sole è una questione, ma il farlo in ritardo, con un ritmo diverso da quello comune è una questione ulteriore da mettere in circolo. Ma ancora, per farlo occorre l'impegno e il sostegno di tanti. Diventare grandi è un percorso personale sul quale però ha importanza anche il contributo degli altri. E dimostrare riconoscenza per questo è ancora un tema. 
 

E ultima ma non ultima forse è possibile fare anche una riflessione su come la Natura abbia leggi severe, ma nel contempo abbia in sé una potenza enorme che è all'origine della vita (vita che se è anche protetta con cura diventa più facile) e alla sua lotta per morire quando è il tempo giusto per farlo.
 
Carla

 

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