mercoledì 9 giugno 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL LAMPONE POP

L'isola dessert, Ben Zhu (trad. Giulia Genovesi)
Terre di mezzo 2021

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
 
"'Sono bloccata su un'isola dessert. È fatta di cioccolato, glassa e lamponi.' 'Sono bloccata su un'isola deserta. È fatta di terra e rocce.'
'Sono proprio fortunata!' 'Sono proprio affamata.'"
 
Una scimmia gialla e una volpe rossa. La scimmia gialla e su un'isola che è una torta, la volpe rossa è su un'isola. Punto.
 
 
La scimmia gialla si considera fortunata, non avrà da ingegnarsi per il cibo, lei. La volpe rossa, lei no. Ha due erbette a disposizione, una addirittura sotto un sasso.
 

Accade che la scimmia gialla cominci a sbocconcellare la sua torta e, dato che è bella grande, non sente nemmeno il bisogno di preoccuparsi di quel lampone che cade in mare. A lei non serve. Mentre alla volpe che lo vede navigare davanti alla sua isola, serve eccome.
La scimmia gialla è satolla e forse non si accorge del cielo che si chiude di nuvole. La volpe rossa, visto che è sereno, pianta il suo lampone. E si mette in attesa di un po' d'acqua dal cielo.
Ora piove. La scimmia gialla vede sciogliersi la sua isola dessert, la volpe rossa vede crescere la sua piantina.
Ora il mare si gonfia. La scimmia gialla si aggrappa come naufrago all'ultimo boccone dell'isola dessert e comincia a navigare. La volpe rossa si emoziona davanti al germoglio che cresce...
Ora il mare è in tempesta. La scimmia gialla si abbarbica all'ultimo lampone. La volpe rossa salta di gioia perché il germoglio è già una pianta più alta di lei...


È il suo primo albo illustrato. Eppure Ben Zhu ha già le idee piuttosto chiare su come l'oggetto possa esprimere le sue potenzialità. A tale proposito, Dan Santat con felice sintesi ha scritto di lui: “Ben Zhu offers a charming and thoughtful debut about turning lemons into lemonade.” 
Un libro che si rivela una bella idea con qualche implicazione ulteriore. 
La prima cosa che si nota e che fa sorridere è lo spunto di partenza: un gioco di parole tra dessert e desert. Una esse che può fare molta differenza.
Da lì la storia si costruisce sul confronto fra i due personaggi, affrontati seppur tenuti lontani da una necessaria cornice bianca intorno al disegno, dai tratti decisamente pop. Sulla doppia pagina per ben otto volte di seguito li vediamo e impariamo a conoscerli attraverso le loro stringate frasi, dei loro due monologhi che si alternano.
 
 
Scimmia e volpe, così prosegue la vicenda, si incontreranno, ma di più non è il caso di dire. Circostanza questa che fa sì che le restanti otto pagine siano occupate da tavole doppie, che occupano l'intero piatto del libro.
Un meccanismo perfetto, un ritmo assolutamente regolare, un nitore lessicale impeccabile, un contenitore esemplare sono di fatto il 'guscio' di questa storia. Al suo interno, la polpa, ha una consistenza molto più plastica. E questo accade proprio in virtù di una valutazione e misura maniacali delle singole parole, che in totale saranno poco più di un centinaio.
 

I due monologhi, ed è qui che Ben Zhu costruisce spessore, in realtà dialogano nella nostra testa. La loro forza sta nel contrasto tra le parole e nel contrasto delle loro due rispettive Weltanschauung: per essere più chiari, quando inizia a piovere la scimmia gialla esclama con la faccia contrariata: Pioggia! la volpe rossa esulta dicendo: Acqua! (per il suo germoglio). Quando la scimmia gialla perde il lampone distratta commenta, be' tanto non mi serviva... e la volpe rossa che lo vede in acqua, contenta e attenta, 'risponde': questo sì che mi serviva! Quindi Ben Zhu crea due monologhi che per otto pagine, sentiamo inevitabilmente come dialogo e che poi, per le successive otto, diventano a tutti gli effetti conversazione.
Nonostante la 'camera fissa' sulle due isole, la distanza tra la scimmia gialla e la volpe rossa viene creata ad arte, grazie anche alla costruzione dello scenario, con una interessante alternanza di notte/giorno, alba/tramonto, cielo terso/cielo corrusco, salvo poi lentamente uniformarsi in una bella tempesta di pioggia in mare aperto.
Sul finale, Ben Zhu dà ulteriore prova di saper sfruttare al meglio la forma del libro, con un bell'effetto sorpresa nel giro di pagina che anticipa il gran finale, che - a ben vedere - è addirittura doppio e non trasuda retorica, come invece poteva facilmente accadere.
 

Ben Zhu, per essere un esordiente nel mondo dell'albo illustrato, ha stoffa da vendere e buoni maestri da cui trarre insegnamenti. Primo fra tutti Jon Klassen, citato tra i molti ringraziamenti, cui sembra ispirarsi l'attenzione puntuale per la scelta delle parole del testo e la sua collocazione, nonché la potenza straripante del dialogo preferito a qualsiasi altro tipo di narrazione.
Che questo giovane uomo, emigrato da Pechino in California con i suoi negli anni Ottanta, all'età di 7 anni, abbia belle idee in testa, lo dimostrano varie scelte fatte nella sua carriera, non ultima quella di aprire una galleria d'arte piuttosto particolare, la Nucleus Gallery. Ma il colpo di genio lo ha avuto all'inizio del suo percorso lavorativo, quando decise di nascondere il proprio biglietto da visita in un classico biscotto della fortuna, (di nuovo) una bella idea con qualche implicazione ulteriore. Va da sé che al suo primo colloquio di lavoro con questa idea, ha conquistato tutti e ottenuto il posto di disegnatore di uno dei più famosi videogiochi di sempre.


Carla





 

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