venerdì 2 luglio 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE
 
La mia vita dorata da re, Jenny Jägerfeld (trad. Laura Cangemi)
Iperborea 2021


NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)
 
"'Comunque ho fissato l'appuntamento dal parrucchiere per domani'. 'Disdicilo pure' risposi. 'Io non ho intenzione di tagliarmi i capelli'. Einstein mi urtò insistente il braccio con il naso umido. Era il suo modo di comunicarmi che voleva un'altra grattatina. 'Perché deve tagliarsi i capelli?' chiese la nonna. 'Perché non gli si vede la faccia.' 'E perché qualcuno dovrebbe volergli vedere la faccia?' La nonna sorrise e mi diede un buffetto sulla guancia. 'Era una battuta, darling, ma tu che sei così intelligente lo capisci. Hai una faccia talmente incantevole che dovrebbero stamparla su un francobollo.'"


Sigge, dodici anni, non è affatto convinto della sua faccia incantevole. Anzi, è sempre lì che cerca di nascondere con il ciuffo il suo occhio pigro. Ma non è l'unica cosa che vuole nascondere: anche il suo amore per il pattinaggio artistico, i suoi grandi occhiali da vista, il suo modo di saltellare, o il troppo entusiasmo che spesso dimostra. Vuole nascondere il fatto di non avere amici, e di essere stato spesso preso in giro dagli altri.
Ma tutto questo - Sigge ne è convinto - appartiene al passato, alla sua vecchia vita a Stoccolma. Ora si gira pagina: ha davanti a sé due mesi interi per potersi resettare e arrivare al primo giorno nella nuova scuola con tutte le carte in regola per diventare finalmente popolare. Il più popolare.
Complice il trasferimento per motivi economici della sua buffa famiglia - una madre al momento disoccupata, due sorelle più piccole, di cui una incapace di parlare a un tono di voce eccettabile e l'altra con un vocabolario di sole tre parole, cui si aggiunge un cane fedele - nella grande casa di Charlotte, guai a chiamarla nonna!, Sigge inizia il suo avventurosissimo conto alla rovescia verso la costruzione di un nuovo sé e, soprattutto, verso la fama.
Lontano dalla vita faticosa di Stoccolma, nel paesino di Skärblacka Sigge farà del suo meglio per raggiungere il suo traguardo. E lo farà secondo un approccio scientifico alla faccenda che lo vede mettere in elenco su un quaderno le cose da evitare (e magari anche quelle da fare).
Il racconto di questi cinquantanove giorni vissuti intensamente tra nonne in pajette e visoni impagliati, tra cetlioli e salsicce surgelate, tra nani da giardino rubati e gare automobilistiche clandestine, tra ruzzoloni sui roller e riprese cinematografiche un po' pulp.


Imperdibile. Per svariate ragioni. La prima e la più evidente è la qualità della scrittura, che noi apprezziamo attraverso una traduzione impeccabile.
La seconda è il tono impresso alla narrazione: una leggerezza che prende forza dall'ironia e dalla comicità, a tratti surreale, ma nel contempo da una evidente partecipazione emotiva di chi scrive, nei confronti di tutti i suoi personaggi e riguardo alla questione di fondo. In una modalità di sospensione di giudizio, tutta nordica. Neanche un cedimento per tutte le trecento pagine.
La terza ragione che lo rende speciale è l'intreccio narrativo: anche qui nessuna debolezza, al contrario una tensione forte che sostiene la lettura. Un plot fitto fitto di fatti che si susseguono e si incastrano ad arte l'uno dopo l'altro, creando nella storia in sé una robusta rete di avvenimenti che sono la base solida su cui poggiano i piedi, loro, i personaggi. Questi, e credo sia la qualità migliore del libro, costituiscono una galleria molto varia di caratteri umani. Tutti a loro modo unici.
A partire dalla più vecchia, la nonna che ha sempre uno sguardo aperto e attento nei confronti del mondo che la circonda. Guai a chiamarla nonna o mamma, in virtù del fatto che questi appellativi ne sminuirebbero il suo essere persona, Charlotte è una donna serena: nell'assecondare i desideri dei suoi tre nipoti, nell'essere un supporto per la figlia disoccupata e sotto stress , nell'ospitare l'unico pensionante del suo Royal Grand Golden Hotel, Krille Meringa che, dal canto suo è un visionario regista sempre in cerca del suo primo film. Questa anziana signora in tuta di pelle o strass è una donna decisamente stravagante, ma molto equilibrata interiormente e accogliente nei confronti degli altri. Il suo ruolo è quindi quello di naturale dispensatrice di buoni consigli per Sigge. Fino ad arrivare alle più piccole del gruppo: da una parte Bobo che tra un'ossessione per i cetrioli e una per gli animali impagliati di sua nonna, si barcamena come può, anche linguisticamente parlando, per poi stupire tutti alla fine e dall'altra Majken che, al contrario di Sigge, ha una gran parlantina ed è una vera catalizzatrice di attenzioni e di amicizie, nonostante non sappia esprimersi se non urlando. Tra questi due estremi anagrafici trovano spazio un gruppetto di adulti, ognuno con la propria idiosincrasia, ognuno peculiare a suo modo.
E poi c'è lei, la ragazzina dai capelli turchesi, la giornalista attenta del Blacka News: Juno. Sorta di deus ex machina della crescita in consapevolezza da parte di Sigge, su di lei si potrebbero scrivere pagine, ma si lascerebbe indietro sempre qualche dettaglio importante e sarebbe un peccato. Lei, ennesimo personaggio a suo modo originale, sa qualcosa su cui Sigge è ancora lì che rimugina. Chissà se dipende dal fatto che spesso a 12 anni sono le ragazzine ad arrivare prima a tagliare i traguardi? 
 
Carla



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