LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE
La mia vita
dorata da re, Jenny Jägerfeld (trad. Laura Cangemi)
Iperborea 2021
NARRATIVA PER GRANDI
(dagli 11 anni)
"'Comunque ho
fissato l'appuntamento dal parrucchiere per domani'. 'Disdicilo pure'
risposi. 'Io non ho intenzione di tagliarmi i capelli'. Einstein mi
urtò insistente il braccio con il naso umido. Era il suo modo di
comunicarmi che voleva un'altra grattatina. 'Perché deve tagliarsi i
capelli?' chiese la nonna. 'Perché non gli si vede la faccia.' 'E
perché qualcuno dovrebbe volergli vedere la faccia?' La nonna
sorrise e mi diede un buffetto sulla guancia. 'Era una battuta,
darling, ma tu che sei così intelligente lo capisci. Hai una faccia
talmente incantevole che dovrebbero stamparla su un francobollo.'"
Sigge,
dodici anni, non è affatto convinto della sua faccia incantevole.
Anzi, è sempre lì che cerca di nascondere con il ciuffo il suo
occhio pigro. Ma non è l'unica cosa che vuole nascondere: anche il
suo amore per il pattinaggio artistico, i suoi grandi occhiali da
vista, il suo modo di saltellare, o il troppo entusiasmo che spesso
dimostra. Vuole nascondere il fatto di non avere amici, e di essere
stato spesso preso in giro dagli altri.
Ma
tutto questo - Sigge ne è convinto - appartiene al passato, alla sua
vecchia vita a Stoccolma. Ora si gira pagina: ha davanti a sé due
mesi interi per potersi resettare e arrivare al primo giorno nella
nuova scuola con tutte le carte in regola per diventare finalmente
popolare. Il più popolare.
Complice
il trasferimento per motivi economici della sua buffa famiglia - una
madre al momento disoccupata, due sorelle più piccole, di cui una
incapace di parlare a un tono di voce eccettabile e l'altra con un
vocabolario di sole tre parole, cui si aggiunge un cane fedele -
nella grande casa di Charlotte, guai a chiamarla nonna!, Sigge inizia
il suo avventurosissimo conto alla rovescia verso la costruzione di
un nuovo sé e, soprattutto, verso la fama.
Lontano
dalla vita faticosa di Stoccolma, nel paesino di Skärblacka
Sigge farà del suo meglio per raggiungere il suo traguardo. E lo
farà secondo un approccio scientifico alla faccenda che lo vede
mettere in elenco su un quaderno le cose da evitare (e magari anche
quelle da fare).
Il
racconto di questi cinquantanove giorni vissuti intensamente tra
nonne in pajette e visoni impagliati, tra cetlioli e salsicce
surgelate, tra nani da giardino rubati e gare automobilistiche
clandestine, tra ruzzoloni sui roller e riprese cinematografiche un
po' pulp.
Imperdibile.
Per svariate ragioni. La prima e la più evidente è la qualità
della scrittura, che noi apprezziamo attraverso una traduzione
impeccabile.
La
seconda è il tono impresso alla narrazione: una leggerezza che
prende forza dall'ironia e dalla comicità, a tratti surreale, ma nel
contempo da una evidente partecipazione emotiva di chi scrive, nei
confronti di tutti i suoi personaggi e riguardo alla questione di
fondo. In una modalità di sospensione di giudizio, tutta nordica.
Neanche un cedimento per tutte le trecento pagine.
La
terza ragione che lo rende speciale è l'intreccio narrativo: anche
qui nessuna debolezza, al contrario una tensione forte che sostiene
la lettura. Un plot fitto fitto di fatti che si susseguono e si
incastrano ad arte l'uno dopo l'altro, creando nella storia in sé
una robusta rete di avvenimenti che sono la base solida su cui
poggiano i piedi, loro, i personaggi. Questi, e credo sia la qualità
migliore del libro, costituiscono una galleria molto varia di
caratteri umani. Tutti a loro modo unici.
A
partire dalla più vecchia, la nonna che ha sempre uno sguardo aperto
e attento nei confronti del mondo che la circonda. Guai a chiamarla
nonna o mamma, in virtù del fatto che questi appellativi ne
sminuirebbero il suo essere persona, Charlotte è una donna serena:
nell'assecondare i desideri dei suoi tre nipoti, nell'essere un
supporto per la figlia disoccupata e sotto stress , nell'ospitare
l'unico pensionante del suo Royal Grand Golden Hotel, Krille Meringa
che, dal canto suo è un visionario regista sempre in cerca del suo
primo film. Questa anziana signora in tuta di pelle o strass è una
donna decisamente stravagante, ma molto equilibrata interiormente e
accogliente nei confronti degli altri. Il suo ruolo è quindi quello
di naturale dispensatrice di buoni consigli per Sigge. Fino ad
arrivare alle più piccole del gruppo: da una parte Bobo che tra
un'ossessione per i cetrioli e una per gli animali impagliati di sua
nonna, si barcamena come può, anche linguisticamente parlando, per
poi stupire tutti alla fine e dall'altra Majken che, al contrario di
Sigge, ha una gran parlantina ed è una vera catalizzatrice di
attenzioni e di amicizie, nonostante non sappia esprimersi se non
urlando. Tra questi due estremi anagrafici trovano spazio un
gruppetto di adulti, ognuno con la propria idiosincrasia, ognuno
peculiare a suo modo.
E
poi c'è lei, la ragazzina dai capelli turchesi, la giornalista
attenta del Blacka News: Juno. Sorta di deus ex machina della
crescita in consapevolezza da parte di Sigge, su di lei si potrebbero
scrivere pagine, ma si lascerebbe indietro sempre qualche dettaglio
importante e sarebbe un peccato. Lei, ennesimo personaggio a suo modo
originale, sa qualcosa su cui Sigge è ancora lì che rimugina.
Chissà se dipende dal fatto che spesso a 12 anni sono le ragazzine
ad arrivare prima a tagliare i traguardi?
Carla
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