UN LIBRO PERFETTO
Un seme di
carota, Ruth Krauss, Crockett Johnson (trad. Lisa Topi)
Topipittori 2021
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"Il bambino
piantò un seme di carota.
La mamma gli disse:
'Non credo che germoglierà'.
Il papà gli disse:
'Non credo che germoglierà'.
E su fratello gli
disse: 'Non germoglierà.'"
Intorno
al cartellino con il disegno di una carota il bambino ogni giorno
toglie le erbacce e annaffia il terreno, lì ha piantato il suo seme.
Nulla germoglia e sua madre, suo padre e suo fratello continuano a
dirgli che da lì non sarebbe spuntato mai nulla. Ma il bambino va
avanti a curare il suo seme e il suo pezzettino di terra, finché un
giorno qualcosa si muove, spuntano delle alte foglie e una carota.
Proprio come lui l'aveva immaginata: grande, grandissima che ci è
voluta la carriola per portarla via.
"Few stories
are completely perfect" said the lion. "That's true"
said Ellen, leaving the playroom.
Ecco
uno dei tanti dialoghi tra la bambina Ellen e il suo leone di pezza
(C. Johnson, Ellen's Lion, Harper 1959; The Lion's Own Story, Harper 1963) che Philip Nel cita nella sua introduzione al libro Crockett
Johnson and Ruth Krauss - How a Unlikely Couple Found Love, Dodged
the FBI, and Transformed Children's Literature
(2012)
Prese
così come sono, queste esatte parole possono introdurre anche ciò
che si vuole dire qui.
Esistono
dei libri che sono così luminosi e perfetti che dovrebbero essere
presi a modello da intere generazioni di autori di letteratura
illustrata. E anche da legioni di esperti, alla perenne ricerca del
libro 'perfetto'.
L'interessante
storia della genesi di questo libro la si può seguire, ancora una
volta, nel libro di Nel. Come successe anche altre volte (A
hole is to dig), Ruth Krauss lo
immaginò come se fosse stato un dialogo tra lei e il suo vicino di
casa cinquenne.
Un testo di un centinaio di parole che Crockett Johnson, il marito, illustrò per costruire un prototipo da sottoporre alla Ursula Nordstrom. A lei piacque e il progetto andò avanti. Quello che successe a The Carrot Seed tra il 1944, anno in cui firmarono il contratto con Harper, e il 1945, anno della pubblicazione si può riassumere in tre punti.
Il
primo: la Nordstrom trovò la storia geniale e non propose nessun
cambiamento al testo, lo stesso accadde con le illustrazioni, a parte
un suggerimento sullo sguardo che il bambino doveva avere: lì la
Nordstrom suggerì a Crockett Johnson di dare al bambino non uno
sguardo sorpreso e dubbioso ma uno sguardo attraversato da una somma
sicurezza interiore.
Johnson
ci lavorò e il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Il
secondo: l'ufficio marketing di Harper, fece un clamoroso errore di
valutazione, pensando che sarebbe stato più utile accompagnare il
libro con la dicitura illustrated by Crockett Johnson and
written by his wife. Mettere in
maggiore evidenza il nome di Crockett Johnson, lo stranoto fumettista
di Barnaby, rispetto a quello della moglie, Ruth Krauss, quasi
esordiente nel mondo della letteratura per l'infanzia, scatenò la
furia dell'autrice che la considerò imbarazzante e offensiva perché
implicitamente si affermava che il libro non era stato illustrato
perché lo si riteneva un buon libro, ma perché la ragione affettiva
aveva prevalso. La Nordstrom corresse il tiro dell'ufficio marketing
e il problema si risolse, con una soluzione che è sotto gli occhi di
tutti.
Il
terzo: Johnson, prima che il libro andasse in stampa, esercitò la
sua maniacale e proverbiale meticolosità e si assicurò che i colori
fossero solo: marrone, rosso, verde e (forse) beige chiaro. Su
quest'ultimo aveva lui stesso dei dubbi, così lo stampatore lo tolse
e il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Quello
che successe dopo il 1945 ha molto a che fare con la perfezione cui
si alludeva all'inizio e si può riassumere in altri tre punti.
Il
primo: fu un immediato successo. Dalla critica fu subito definito
come una perfetta 'parabola' che arrivava al cuore di grandi e
piccoli, fu considerata perfetta la scelta dell'illustratore(!), fu
portato a esempio di sintesi perfetta, tanto nelle cento parole di
Ruth Krauss, quanto nella linea riassuntiva e pura di Crockett
Johnson.
Il
secondo: per la portata del messaggio, diventò un vero fenomeno
editoriale, una bandiera. Una copia fu mandata alla Conferenza
mondiale delle Nazioni a San Francisco dove 50 stati erano lì
riuniti per redigere e firmare la carta e diventare l'Onu che tutti
oggi conosciamo. Il presidente di una famosa casa ingegneristica ne
spedì un centinaio di copie ai suoi dirigenti, che a loro volta ne
spedirono altre ai loro colleghi e impiegati. La Chiesa cattolica,
tra le letture consigliate, aggiunse The carrot seed,
accompagnandolo con la frase: abbiate fede e vedrete i risultati.
Terzo:
un vicino di casa di Ruth Krauss lo definì a swell book,
con una morale inoppugnabile secondo la quale è meglio non fidarsi
mai degli altri, neanche dei propri genitori.
A
me che arrivo buona ultima su questo libro restano da fare solo due
cose.
La
prima: gioire che finalmente anche i bambini italiani possano avere
questa meraviglia per le mani, una meraviglia piena di senso
raccontata con parole e disegni di una chiarezza disarmante. Una
storia che ruota intorno a un fatterello, ma che ha la potenza di un
testo di filosofia morale. Sulle ragioni perché ci abbia messo quasi
ottant'anni ad attraversare l'oceano, è meglio tacere. Gioisco della
traduzione e della scelta del titolo che saggiamente slitta di poco
rispetto all'originale, del fatto che nella copertina e nel
frontespizio, come nella prima edizione americana, il nome di Ruth
Krauss sia poco più grande di quello di Crockett Johnson.
La
seconda: sostenere che i disegni e i testi possono essere considerati
un canone, i primi per come sono distribuiti sulla pagina, per la
loro estrema sintesi di segno e colore e nel contempo per la loro
forte comunicabilità espressiva, piccoli dettagli nei gesti che si
amplificano nel vissuto di ciascuno: quella mano interlocutoria della
mamma, cui fa eco un testo possibilista, quella mano perentoria del
fratello, cui fa eco un testo lapidario.
Ecco.
Carla
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