venerdì 6 maggio 2022

FAMMI UNA DOMANDA!

IL VIAGGIO DELLE PAROLE


Non sono passati inosservati i libri che Andrea Marcolongo ha dedicato al greco antico e alla storia delle parole. Ora, insieme all’illustratore e grafico Andrea Ucini, dedica un libro illustrato a venticinque parole italiane e non e alla loro storia: ‘Il viaggio delle parole. L’incredibile avventura di come le parole sono arrivate fino a noi’, pubblicato da Mondadori.
La struttura del libro è semplice: ad ogni parola viene dedicata una doppia pagina che riporta in alto a sinistra la stessa parola in diverse lingue; c’è poi un breve testo che racconta il senso delle trasformazioni che hanno portato, per esempio da una parola greca a quella italiana. Infine, in basso a destra uno schema riassume i passaggi da una lingua antica all’italiano moderno.
L’aspetto più interessante, però, è proprio questo viaggio, questa trasmigrazione da una lingua all’altra: la storia della parola ‘animale’ è affascinante, da una radice indoeuropea deriva la parola greca ánemos, alito di vento, e da questa discende il latino animus, soffio vitale, e da questa stessa derivazione discendono le parole italiane ‘anima’ e ‘animale’, contrapposti a ‘inanimato’. Si possono definire gli animali come esseri dotati di anima? Che implicazioni filosofiche possono derivare dalla parentela fra due parole!


La parola ‘leggere’ deriva dal greco légo che vuol dire raccogliere, scegliere, così come il termine latino derivato legere; da questa radice derivano parole ovviamente connesse al verbo ‘leggere’, come lettore, lettura e via discorrendo, ma deriva anche la parola ‘legge’.
Così come è interessante ragionare sui due termini che indicano il genere femminile: dalla radice indoeuropea *fe-, che vuol dire nutrire, creare, deriva il latino femina, femmina, ma la parola ‘donna’ deriva sempre dal latino domina, signora. Un segno di potere, mentre il termine uomo rimanda a humus, la terra. Curiosa inversione di ruoli, almeno a livello linguistico.
L’autrice riporta anche esempi di derivazioni da altre lingue e termina con una bella immagine, suggerita dalla parola giapponese kotoba, che vuol dire letteralmente ‘foglia della parola’, ovvero come una lingua possa essere pensata come un albero che mette in continuazione nuove foglie, che cresce su se stesso, cambiando.
Il libro termina con un utile glossario e con uno schema che raccoglie le lingue di derivazione indoeuropea.
L’argomento può sembrare un po’ lontano dagli interessi più immediati dei nostri lettori; ma credo che in pochi , fra genitori e insegnanti, abbiano il tempo e l’occasione per parlare della storia delle parole, che però ha il grande pregio di svelare il non detto che si cela in ognuna di esse.


Non solo ridare vita a lingue morte, eppure vivissime nella nostra cultura, ma anche una prospettiva diversa all’uso quotidiano e inconsapevole di tanti termini.
In questo caso le illustrazioni sono fondamentali nell’interpretare creativamente il testo, sottolineandone un aspetto, o immaginandone uno sviluppo.
Un bel libro, originale, approfondito, ma non troppo, soprattutto efficace nel suggerire le riflessioni che la storia della lingua possono indurre.
Lettura intelligente per ragazze e ragazzi a partire dai dieci anni.

Eleonora

“Il viaggio delle parole”, A. Marcolongo, ill. A. Ucini, Mondadori 2022


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