MR GUM
C’è un nuovo personaggio, nella fitta galleria di cattivi ‘letterari’: si tratta di Mr Gum, nato dall’immaginazione di Andy Stanton: in ‘Mr Gum! Sei un cattivone’ , pubblicato da De Agostini, troviamo il ritratto del perfetto cattivo, trasandato, pigro, dispettoso e nemico di ogni cosa buona.
Il personaggio in questione, protagonista di una serie di storie, deve molto a Roald Dahl, ma anche, e direi anche di più, a David Walliams, altro prolifico creatore di personaggi orribili.
La trama di questa prima storia è molto semplice: Mr Gum è un uomo sporco, indolente, la sua casa è il regno di innumerevoli bestioline repellenti, come formiche e scarafaggi; teme solo una fata che pretende da lui un giardino perfetto, per evitare una punizione a suon di padellate.
A rovinare il lento tran tran di Gum provvede il grosso cane Jake, che spadroneggia nei giardini del circondario, ruzzolandosi sull’erba, facendo buche e via discorrendo. Il danno è fatto, il giardino di Gum messo a soqquadro e la fata non può che tormentare il nostro cattivo. Gum medita vendetta e si reca dall’orrido macellaio Billy William, che gli propina puzzolente carne avariata, cui Gum aggiunge una robusta dose di veleno. Per nascondere il fetore, il cattivone è costretto a comprare dall’angelica signora Amabile della limonata in polvere.
La congiura contro l’esuberante cane sembra funzionare alla perfezione; per fortuna le forze del bene, incarnate dalla bambina Polly e dallo svitato Friday O’Leary, intervengono dando vita ad un finale funambolico.
Una storia così si regge su alcuni punti fermi della comicità, in chiave grottesca: personaggi ‘eccessivi’, clamorosamente cattivi e angelicamente buoni, ma soprattutto improbabili, con l’esasperazione di quei difetti che sono per altro tipici dei bambini, come il disordine, l’amore per il cibo spazzatura, la pigrizia. Il personaggio diventa uno specchio deformante in cui ci si può vedere senza riconoscersi troppo.
Segue, come ingrediente necessario, il linguaggio creativo, pieno di neologismi, con l’uso frequente di onomatopee e allitterazioni; non può che essere il regno dell’assurdo, dove l’improbabile diventa possibile. Abbondano i riferimenti a ‘schifezze’ di tutti i tipi, che inorridiscono ma fanno anche ridere i bambini.
Infine la trama, che non può che essere vorticosa, anche incoerente, se necessario, con movimenti temporali che spiegano e annunciano il corso degli eventi, digressioni che sviano il lettore, ma aggiungono colore alla narrazione. Pietra miliare, da questo punto di vista, è stato ‘Il Trattamento Ridarelli’ di Roddy Doyle.
Anche le illustrazioni, di David Tazzyman, devono molto al maestro Quentin Blake, che ha illustrato così magistralmente le storie di Dahl, accentuando la sensazione di un debito culturale molto importante.
La serie di Mr Gum ha vinto in Gran Bretagna il ‘The Roald Dahl Funny Prize’, premio organizzato da Michael Rosen, l’autore di ‘A caccia dell’orso’, fra il 2008 e il 2013, con il nobile intento di sostenere la letteratura umoristica per bambine e bambini.
Se l’obbiettivo è, appunto, far ridere i bambini, ‘Mr Gum’ ci riesce certamente; non ci si può trovare molto di più, ma niente è più lontano da questo tipo di narrativa come i finali edificanti, le storie educative o sottotesti particolarmente complessi.
Ma è giusto che sia così, qualche volta vale la pena riderci su, e basta.
Lettura consigliata per bambine bambini dagli otto ai dieci anni.
Eleonora
“Mr Gum! Sei un cattivone”, A. Stanton, ill. di D. Tazzyman, De Agostini 2022
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