lunedì 23 maggio 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL SILENZIO E' D'ORO 



Il tesoro di Tricorno, Florence Parry Heide, Edward Gorey 
(trad. Paolo Maria Bonora) 
Bompiani 2022 

NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dai 7 anni) 

 "Un altro posto sicuro che veniva in mente a Tricorno era il cavo dell'albero in cortile. Nessuno ci guardava mai. Poteva mettere il dollaro in una delle sue buste e mettere la busta nel cavo. Era un posto abbastanza sicuro. Tricorno prese dalla tasca dell'impermeabile alcune delle buste su cui aveva scritto l'indirizzo. Una era indirizzata all'AZIENDA BEL FUSTO avrebbe spedita per ricevere un kit da forzuto come quello che aveva il suo amico Moshie. Un'altra era indirizzata a : MAGIA ISTANTANEA CASELLA POSTALE 11 N.Y., N.Y. Il coupon diceva: COUPON DI VALORE! BASTA SPEDIRE QUESTO COUPON (più un dollaro) ATTENZIONE! INCREDIBILI TRUCCHI MAGICI! SBALORDISCI I TUOI AMICI! STUPISCE LA TUA FAMIGLIA! FAI PRESTO! DISPONIBILITA' LIMITATA! Tricorno mise il dollaro nella busta e uscì di casa. Aveva lasciato nel cavo dell'albero la gomma da masticare del giorno prima, così la riprese e al suo posto mise la busta con il dollaro." 

Tutto questo accade perché Tricorno è un bambino obbediente e suo padre gli ha appena affidato un intero dollaro perché lui impari a non spenderlo, anzi a conservarlo perché "il vero scopo del denaro è il risparmio. Risparmiare non spendere. Un dollaro risparmiato è un dollaro guadagnato" gli spiega suo padre, prima di uscire di casa per andare a lavorare. 


La domanda che si fa Tricorno è proprio questa: cosa ci guadagno se risparmio e basta? Proprio lui che è un accanito collezionista di coupon da fumetto in cui si possono investire piccole somme di denaro per ottenere oggetti imperdibili... Ma le parole di papà sono molto chiare: i soldi non crescono sugli alberi e quindi vanno conservati e messi al sicuro. 
Il caso vuole che il posto più sicuro, dopo il porcellino salvadanaio che è nella cucina dove l'imbianchino sta lavorando, sia proprio un albero... 

Non una riga di più su come evolve la seconda storia di Florence Parry Heide su Tricorno. Sarebbe delittuoso farlo. 
La prima, Tricorno si restringe (2021), datata al 1971 (The shrinking of Treehorn) nella sua versione originale, e la terza Treehorn's Wish del 1984 aprono e chiudono questa trilogia che ci dice molto della poetica di questa autrice americana, con un viso dolce e una scrittura tagliente. 
Ironica, quasi al limite del sarcasmo. 
Dunque: chi meglio di Edward Gorey poteva illustrare le avventure perturbanti e misteriose di questo bambino piuttosto solo? Rigorosamente in bianco e nero, programmaticamente avvolto in un'atmosfera piena di inquietudine e di perfezione formale, cui fa eco un'altrettanto inquietante incomprensione dialettica fra bambini e adulti (ma anche tra adulti e adulti!!) Tricorno e i suoi genitori e Chester con Emily, e un'altrettanto asfittico formalismo delle relazioni. 


Non credo ci sia modo qui di poter raccontare troppo su questi due colossi della letteratura per l'infanzia e dell' illustrazione, ma un aspetto che li accomuna va messo in luce, perché possa essere illuminante per chi di queste questioni si occupa a vario titolo. 
Mi riferisco al grande silenzio di cui si compone la storia scritta e la sua illustrazione. 
Partiamo dal testo e scopriamo che in tutti e tre i racconti della Florence Parry Heide lei si dedica molto alla costruzione di serrati dialoghi (o monologhi?), li si potrebbe definire unidirezionali tra un bambino e i suoi genitori 'sordi' (e in modo analogo anche tra i suoi genitori) non in senso acustico, ma in senso affettivo. 
Due veri gioielli le conversazioni a colazione sul risparmio e al telefono con Tricorno. 


E nel costruire il testo in questo modo ottiene due risultati: da una parte crea e definisce i contorni di una relazione fatta di incomunicabilità tra il mondo dei bambini e quello degli adulti, e dall'altra, sposta l'attenzione su questo, eludendo consapevolmente alcuni elementi narrativi, su cui non vuole dare spiegazione. 
Nel caso di Tricorno si restringe, lei tace su tutta la questione che sta dietro il fenomeno inspiegabile della progressiva diminuzione dell'altezza e qui in Il tesoro di Tricorno, tutta la questione che ruota intorno alla lapidaria frase del padre, piena di buon senso, "i soldi non crescono sugli alberi". 
La Parry Heide è davvero molto determinata a lasciare molte cose non dette ai lettori che, ed è qui il grande gioco, sono chiamati a mettersi in prima persona in un ruolo attivo di supporto al racconto. 


Lei sa molto bene che questa è una delle chiavi di maggior appeal che la letteratura, solo quella migliore, ha a disposizione per conquistare i propri lettori. E La Parry Heide sa altrettanto bene come tutto questo abbia bisogno di una solida base logica di assoluto rigore. 
Un bambino lettore non lo si illude con facilità. Le due meraviglie che accadono - per rimanere vaghi: lo shrinking e il treasure - devono accadere secondo logiche plausibili, altrimenti è solo fuffa. 
Credo che in questo senso siano chiarificatori i quadri di Magritte che ci illude e ci meraviglia nello stesso istante, ma lo fa in un contesto assolutamente riconoscibile e riconosciuto dai nostri occhi. 
Tutto questo lo hanno capito molto bene tutti quegli autori che hanno creato magnifici libri senza parole (non sono poi tanti). Quel silenzio del testo ha esattamente la stessa funzione del silenzio elusivo della Parry Heide nei confronti delle fantasmagorie che fa accadere nei suoi libri. 
Lei è doppiamente grande perché proprio con le parole (mettendole o sottraendole) costruisce tutto! 


Il silenzio, come portatore di mistero e suggestioni, credo non vada spiegato qui. 
Di certo Edward Gorey ne è tremendamente consapevole e ne ha fatto una sua cifra. In The West Wing, un suo libro senza parole (e apparentemente senza storia), lo spessore narrativo si crea solo grazie alle potenti atmosfere che è capace di creare con le sue tavole a china. E con la relazione che tiene insieme la loro sequenza. 
E a proposito di sequenza. Le tavole 'vittoriane', perfettamente chiuse in una cornice non esattamente centrata rispetto alla misura del foglio, la linea pura che crea l'ambiente e i personaggi: tutto appare come 'congelato' (lo stesso effetto delle tavole di Heidelbach: nessuna narrazione ma piuttosto singole epifanie, ossia vere e proprie apparizioni) in un preciso istante. 
In ogni tavola Gorey indulge nella creazione di pattern, siano tappeti o mattonelle dei pavimenti, o decorazioni dei parati, o ancora motivi come le cerniere di porte e sportelli, o i tessuti dei vestiti, che hanno il compito di movimentare la superficie, di distrarre dalla fissità della scena, una precisione ossessiva e geometrica nei dettagli - i dorsi dei libri nello scaffale del soggiorno, le tavole di legno, le persiane, gli strombi delle porte.


Ecco, tutto ciò concorre a creare una precisa quanto voluta atmosfera, quella a cui Gorey ci ha abituato, e che qui è in perfetta armonia con l'inquietudine, il mistero della storia della Parry Heide. 
E tutto in un agghiacciante quanto necessario silenzio! 

Carla

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