lunedì 19 settembre 2022

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

DALLA PARTE DELLE VITTIME


‘I delitti di Whitechapel. Il mistero di Jack lo Squartatore’, scritto da Guido Sgardoli e Massimo Polidoro, da poco pubblicato da De Agostini, rivela un approccio originale alla storia, terrificante e affascinante insieme, di Jack lo Squartatore, l’assassino seriale che terrorizzò Londra nel lontano 1888.
L’originalità sta non tanto nel fondere insieme solide basi storiche con un’invenzione letteraria, strada già percorsa da altri; quanto nell’impostare la narrazione dal punto di vista delle vittime.
Anche la protagonista, Sybil Conway, è realmente esistita, anche se con un nome diverso; rappresenta il filo conduttore, attraverso le indagini che compie dopo l’omicidio della madre, che porta il lettore e la lettrice nel pieno della ricostruzione dei delitti efferati compiuti nell’East End di Londra. Pagina dopo pagina ci si avventura nei bassifondi della capitale inglese, si incontra la varia umanità che lì vive, o meglio tenta di vivere, fra lavori umili, bettole malfamate, delinquenti di tutte le risme e prostitute. Questa ricostruzione, accurata e dettagliata, che ha utilizzato, fra l’altro, le ricerche di Hallie Rubenhold, permette di capire due cose: l’ambiente in cui era possibile, per un criminale a caccia di vittime, incontrare persone che, vivendo ai margini della società, dormendo spesso all’aperto, erano facili prede; e, cosa non secondaria, l’ostilità e il disprezzo che circondavano le vittime, a torto o a ragione considerate prostitute e per ciò stesso in qualche modo considerate degne della terribile fine che le aspettava.
Nel romanzo di Sgardoli e Polidoro questo aspetto viene spesso sottolineato attraverso lo sguardo indignato della protagonista, Sybil, che conduce le sue ricerche proprio per comprendere la vita della madre, Catherine Eddowes, fra lavori precari, accattonaggio, alcol. Ridare dignità alle vittime è la sua missione, intrecciata a quella, ben più pericolosa, di individuare il colpevole di quelle uccisioni.
‘(Sybil) aveva scoperto che le donne, nel mondo degli uomini, erano considerate ancor meno di quanto pensava, e così i bambini, visti il più delle volte come forza lavoro. I poveri venivano bollati senza appello fannulloni, criminali o alcolizzati, a seconda della convenienza. Un mondo spietato e senza regole se non quelle che i ricchi e i potenti confezionavano a loro uso e consumo. Un mondo nel quale lo Squartatore si muoveva a proprio agio, con abilità, sfruttando a proprio vantaggio quelle regole o la mancanza di esse.’
Non si può far a meno di indignarsi, pensando al disprezzo, alla disumanizzazione che le vittime, già oltraggiate da una morte atroce, subivano da parte di una opinione pubblica perbenista.
Interessante e meritorio aver raccontato una storia così nota da un’angolazione originale, sapendo bene che il pregiudizio sulle vittime non è proprio solo dell’epoca vittoriana, ma vive tuttora nei pregiudizi che riguardano, ad esempio, i casi di violenza sulle donne. Quel ‘se l’è cercata’, che spesso viene detto a mezza bocca, raramente smentito.
‘I delitti di Whitechapel’ è quindi un accurato ritratto di un’epoca, la Londra vittoriana di fine Ottocento, con tutte le contraddizioni e le miserie morali e materiali che spesso ci sono state raccontate. Può essere proposto a ragazzi e ragazze di almeno tredici, quattordici anni che abbiano uno sguardo non banale sulla storia e sulla cronaca. Ma può senz’altro piacere anche al pubblico adulto, interessato a un nuovo punto di vista sul mistero intramontabile di Jack lo Squartatore.

Eleonora

“I delitti di Whitechapel. Il mistero di Jack lo Squartatore”, G. Sgardoli e M. Polidoro, De Agostini 2022




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