CATALOGO BELLISSIMO
Il Barbagianni Editore, 2023
ILLUSTRATI DI DIVULGAZIONE PER MEDI (dai 7 anni)
"QUELLI CHE DORMONO MOLTO
La stagione fredda è un momento critico per molte specie. Per garantirsi la sopravvivenza durante l'inverno, alcuni animali hanno sviluppato efficaci soluzioni: ci sono quelli che migrano, quelli che infoltiscono la pelliccia e aumentano lo strato di grasso sottocutaneo, quelli che si rifugiano nelle loro tane con riserve alimentari.
Il letargo è sicuramente una delle strategie più note si tratta di un abbassamento controllato della temperatura corporea, finalizzato al rallentamento di tutte le attività fisiologiche. L'animale sprofonda in un sonno che dura diversi mesi, consumando molto lentamente le sue riserve di grasso, in attesa del ritorno della bella stagione.
Per molti animali non si può parlare di vero e proprio letargo, ma di ibernazione, una condizione che subiscono passivamente a seguito dell'abbassamento della temperatura esterna. "
Accanto a quelli che dormono molto, che sono tra gli altri, i ghiri, le marmotte, ovviamente gli orsi e i pipistrelli, ci sono quelli che hanno i baffi, quelli che volano pur non essendo uccelli, quelli che hanno le corna in testa, quelli che hanno le zanne in bocca, quelli che hanno le macchie, quelli che hanno i capelli, come un bel levriero afgano nel vento.
Poi ci sono gli estremi: quelli piccolissimi come il krill e quelli grandissimi come la balenottera azzurra, quelli che quasi non si vedono, come l'ermellino su un prato innevato, quelli che invece si illuminano come il verme della ferrovia o il pesce lanterna.
Un catalogo.
Uno dei modi più intelligenti che l'uomo ha per ordinare il mondo.
La qualità di ogni catalogo la si può assegnare - in parti eguali - alla bellezza degli oggetti esposti nella mostra ma anche al criterio, tutto umano, che li tiene insieme.
Quindi, da un lato assume valore in base ai pezzi in mostra ma dall'altro spetta proprio al suo curatore, al ragionamento che lo ha guidato nella scelta dei pezzi e nel suo allestimento, il merito di aver fatto una scelta piuttosto che un'altra, un pensiero, un filo logico piuttosto che un altro.
Sui cataloghi e su che cosa essi significhino si potrebbe ragionare a lungo. Qui basterà ricordare che ogni catalogo è fatto di presenze, ma anche di assenze, e che per come è concepito, in qualche modo è una lista, potrebbe non avere mai una fine e generare così quella famosa vertigine, di cui Eco ha diffusamente scritto.
Personalmente, davanti ai cataloghi non riesco a restare impassibile.
E se poi il catalogo è bellissimo, perché bellissimi sono i pezzi, bellissimo è il loro allestimento e perché bellissimo è il ragionamento che li tiene insieme, allora vale davvero la pena parlarne.
I pezzi che in questo libro sono in mostra sono animali, alcuni anche fantastici: da quelli più comuni come un gatto a quelli più esotici come una medusa che non muore mai, se non di morte violenta.
La loro bellezza è un fatto, il loro appeal indiscutibile. Ma siccome gli animali non si affacciano, vivi e vegeti, dalle pagine, necessitano di una sensibilità ulteriore che della loro bellezza sia capace di dare testimonianza. Così come esistono documentaristi e fotografi migliori di altri nel restituirci per immagini un determinato animale, lo stesso accade quando a farlo è un illustratore.
Daniela Pareschi è una delle migliori.
La sua abilità sta in quello sguardo che sa essere al contempo onestissimo e nello stesso tempo visionario e, parecchie volte, anche sottilmente ironico, senza mai arrivare neanche da lontano alla caricatura o peggio all'antropomorfizzazione.
Non è roba da poco. A tale proposito, si potrebbe andare a vedere quali furono i ragionamenti della Oxenbury quando le fu chiesto di illustrare La fattoria degli animali liberi di Waddell, oppure quelli di Jo Weaver quando disegnò la sua orsa, per Piccola Orsa.
Così ritrae un cervo, un levriero, entrambi investiti dal medesimo vento dell'est, così dietro la mobula che vola mette l'ombra di un deltaplano, infilza le nuvole rosa di un tramonto africano nelle zanne di un elefante, mette un riccio tra gli echinocantus, o un orso svegliato da una lucciola e un boschetto sul carapace di una tartaruga.
Gioca con le loro forme: contrappone il palco orizzontale di un cervo con le verticali dei tronchi, mette un dalmata in uno scenario optical, su sostegno a linee oblique, un pavimento a scacchi e davanti a una parete a losanghe.
Si prende qualche soddisfazione nella tenda mossa dal vento notturno.
A ognuno di loro dà la grande pagina di destra. A ognuno di loro dà una dominante di colore.
Ma Daniela Pareschi è ad evidenza anche la curatrice di questo catalogo e quindi è lei ad aver scelto.
E il suo suo criterio lascia basiti. Attraversa l'intero regno animale, sorretta dallo zoologo Davide Rufino, in lungo e in largo e coglie, è proprio il caso di dirlo, fior da fiore, essendosi prefissa un macro criterio per categorie che è un gioiello di intelligenza, sensibilità e sense of humor: ovvero ha lavorato per opposizioni (come avrebbe potuto fare un bambino), ha scelto per stranezze (come avrebbe potuto fare un bambino curioso), ha selezionato per casi unici. E soprattutto ha saputo avvicinare animali lontanissimi fra loro, trovando punti di contatto meravigliosi: uno per tutti il gatto e il pesce palla.
La qualità di un catalogo, va da sé, risiede anche in quello che c'è scritto dentro e anche in questo caso Daniela Pareschi fa una scelta precisa: dedica non più di cinque righe a una introduzione generale sulla stranezza di turno, e poi passa sicura a illustrare, poco più che in monocromo, una manciata di animali, ritratti in un formato francobollo ma di una qualità altissima. Animali, dunque, che con quella stranezza si caratterizzano e a ciascuno dedica, un boxino di pochi centimetri e poche, davvero poche righe. Li organizza in una rete di linee che guidano lo sguardo e orientano la lettura, che già solo quelle costituiscono un valore in sé.
Eppure. Nonostante le poche righe, nonostante la selezione durissima è stata in grado di raccontare un sacco di cose interessanti per lettori piccoli o grandi. Questo perché il linguaggio che usa non è mai impreciso, pur essendo semplice e di chiarezza esemplare. Questo perché è stata capace di trovare la stranezza, la particolarità interessante e perché è stata capace di farsi guidare dalla propria curiosità.
Penultimo ambito da esplorare è l'allestimento. E anche in questo caso sono scesi in campo i migliori, Grafiche AZ a cui Barbagianni ha affidato una stampa per niente facile: niente bianco, molta penombra, qualche abisso marino, una notte di luna piena e grotte oscure.
Ultimo colpo di genio sta nella storia-cornice (il doppio senso è dovuto) che parte dalla copertina, attraversa i risguardi e termina in quarta.
Silenziosa, ci dice che è inutile pavoneggiarsi, perché il mondo è davvero pieno di animali... bellissimi.
Carla
Noterella al margine.
A Bologna ha inaugurato la mostra Beauty and the world, curata da Giorgia Grilli e si è tenuta una tavola rotonda su questa tipologia di libri ovvero i libri di non-fiction nella loro contiguità con gli albi illustrati più puri. E' nata una nuova definizione: albi illustrati di divulgazione.
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