lunedì 8 maggio 2023

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


PERIFERIA


‘Di cosa abbiamo paura’, di Davide Musso, pubblicato da Il Castoro, è un ritratto impietoso della vita che le periferie urbane riservano ai più giovani, soprattutto a quei ragazzi e a quelle ragazze con famiglie disastrate, privi di punti di riferimento oltre il ristretto giro d’orizzonte che l’ambiente consente.
È scritto in prima persona dai due protagonisti che si alternano nel racconto: Michi e Pablo, una ragazzina sostanzialmente sola la prima, un giovane immigrato sudamericano il secondo.
Michi fa parte di una squinternata banda di sedicenni che affronta l’estate con indolenza, ripetendo ogni giorno i medesimi riti di appartenenza: il loro mondo è circoscritto alle case popolari, le case rosse, in cui vivono. Piccoli furti, fumo, sfide insensate tanto per passare la giornata: al centro commerciale si va per rubare qualcosa. Il capo è Tommy, con un profilo criminale ben più consistente, che li dirige e li tiene insieme con disciplina ferrea. Michi è l’unica ragazza del gruppo e fatica a contenere le provocazioni degli altri membri del gruppo.
Pablo ha raggiunto da poco la madre in Italia e si è lasciato alle spalle brutti ricordi e l’immagine degli occhi splendenti di Lia. Anche lui è vissuto di espedienti, ha imparato a rubacchiare e fuggire, ma alle case rosse è spaesato; lì vige la regola non scritta che gli ‘arabi’, ovvero gli stranieri, devono stare al loro posto, devono restare dentro il confine che delimita la loro palazzina.
Il gruppetto di sedicenni, in realtà molto più fragili di quanto vorrebbero, ha deciso di prendere di mira i trasgressori, quelli che secondo Tommy, che in realtà ha altre motivazioni, hanno trasgredito le regole: il mini market dei ‘Bangla’, la marocchina che passeggia impunemente in cortile e via discorrendo.
Nel frattempo, però, Michi e Pablo, che è un abile graffitaro, si sono incontrati e fra loro è nata una ruvida amicizia, non forte abbastanza da evitare a Pablo un pestaggio.
L’incontro di queste due solitudini prelude però a una svolta che permette di intravedere un barlume di futuro per i due ragazzi.
Il ritratto di adolescenti che emerge da questo romanzo è lucidamente spietato: ragazzi abbandonati a se stessi, famiglia e scuola distanti anni luce; nell’ambiente degradato delle case popolari, che potrebbero identificarsi con tante periferie abbandonate delle grandi città, per loro non c’è possibilità di riscatto, quanto l’accettazione forse inconsapevole di un destino criminale che sembra nato per caso: dai piccoli furti, alle aggressioni, alla crudeltà contro gli animali, tutto converge in un’unica direzione.
Sopravvivere in un ambiente del genere, costruirsi un futuro diverso è cosa per pochi.
Certo, non tutte le periferie sono così e anche quando si ha a che fare con ambienti così degradati, il raggio di sole c’è, ci sono i volontari, la chiesa, la scuola che spesso costituisce l’unico vero avamposto di uno Stato per altri versi assente.
In questa storia il riscatto è frutto della fuga di due ragazzi e della loro capacità di immaginarsi diversi, ciascuno con i propri fantasmi con cui combattere ed è proprio quello che maggiormente li spaventa.
Ma un’amicizia diversa, non dettata dalla solitudine e dalla paura, può essere il loro punto di forza per reinventarsi.
Lettura impegnativa, interessante, coinvolgente per ragazze e ragazzi a partire dai quattordici anni.

Eleonora

“Di cosa abbiamo paura”, D. Musso, Il Castoro 2023




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