lunedì 11 settembre 2023

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

AMO QUEL BAMBINO 

Amo quel cane. Odio quel gatto, Sharon Creech 
(trad. Andrea Molesini, Riccardo Duranti) 
Mondadori 2023

 
NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni) 

 "AMO QUEL CANE 
(ISPIRATA A WALTER DEAN MYERS) 
DI JACK

Amo quel cane 
come un uccello ama volare 
dico che amo quel cane 
come un uccello ama volare 
amo chiamarlo al mattino 
amo chiamarlo 'Ehi tu, Sky!'" 

Questa è la poesia che Jack, un ragazzino che fino a poco tempo fa pensava che scrivere o leggere versi fosse roba da ragazze, ha scritto sul suo cane. Il suo cane giallo. Jack è arrivato alla poesia per due ragioni: la prima e la più importante è la sua maestra, miss Stretchberry, che ogni giorno arriva in classe e legge, legge poesia. Lenta, ma sicura conquista la testa e il cuore di quel ragazzino restio e triste. Lui di lei in qualche modo si fida anche perché le poesie che legge in classe non lo lasciano indifferente. In particolare quelle di Walter Dean Meyers, e ancora più in particolare quella che si intitola Amo quel bambino. 
Jack comincia a scrivere in versi, ma è convinto che le sue parole non siano vera poesia. Il fatto che la maestra le apprezzi (anche se rispetta il suo desiderio di restare anonimo) e le appenda in bacheca al principio lo imbarazza, ma poi lentamente gli infonde fiducia. Continua e attraverso le poesie e il dialogo poetico con la maestra si convince di una cosa fondamentale: la poesia è per tutti ed è di tutti. Così Jack trova il coraggio di scrivere a Walter Dean Myers per invitarlo a scuola, è felice nel leggere la risposta che il poeta gli invia, è pieno di emozione nel conoscerlo personalmente a scuola. Tutto questo, insieme alla seconda ragione, che si nasconde nel buon motivo che questo ragazzino ha per provare a tirare fuori e dare una forma al dolore che cova. 
E la forma è quella poetica. 
Il tempo scorre, passa qualche anno e la maestra Stretchberry non smette di coltivare i suoi giovani poeti e mette nelle loro mani strumenti sempre più raffinati... Ma questa è un'altra storia, che si intitola Odio quel gatto. 

Love That Dog la Creech lo scrive, in versi, nel 2001. Il tempo di reagire e nel 2004 lo pubblica Mondadori nella collana Junior Best Sellers con la illuminata traduzione di Molesini, che addirittura si premurava di cambiare Stretchberry con Strizzabacca. 
A mio modesto parere fin da allora ho sempre pensato fosse un libro fulminante. Per diversi motivi, non ultima la copertina che ancora a distanza di vent'anni mi commuove per la sua capacità di mettere insieme due tipi di creature che per natura dovrebbero convivere sempre e comunque: bambini e cani.


Il libro non so che successo editoriale abbia avuto, nonostante Sharon Creech sia una Newbery Medal, per Due lune, l'unico suo titolo che resiste nel tempo. Fatto sta che dopo qualche anno sparisce dai radar e diventa introvabile, insieme a molti altri titoli Mondadori. 
Ciò nonostante, per quei diversi motivi di cui sopra, non viene rimosso nella mia testa. Anzi. Ne regalo addirittura una copia trovata da un remainders a Giovanna Zoboli. Ovviamente non ricordo perché. 
Le cose che colpiscono, a parte la copertina, sono principalmente due: da un lato il tipo di scrittura che rende in modo inequivoco la poesia lingua della vita quotidiana, sfatando ancora una volta un luogo comune che la relega a letteratura per pochi, e dall'altro la costruzione di un personaggio complesso attraverso un delicatissimo lavoro di cesello, attraverso la scelta misurata di ogni parola messa sul foglio, esattamente come avrebbe potuto fare un poeta. Attraverso un percorso pieno di slanci in avanti e di ricordi del passato, pieno di parole personali di un bambino e altrettanto di poesia di grandi autori, la storia nella sua complessità si svela e cresce, in tutta la sua bellezza. 
Poi, nel 2008, Sharon Creech decide di scrivere un seguito e lo intitola, Hate That Cat. In questo caso Mondadori non reagisce e Odio quel gatto non esce, se non dopo quindici anni (in un unico libro con Amo quel cane per la collana Contemporanea in versi) con la felicissima traduzione di Riccardo Duranti, adattissimo a questo nuovo tipo di testo che rispetto al primo prende ancora più spessore e quindi peso, con particolare attenzione alla forma che la poesia può assumere. La maestra, che non ha mollato i suoi ragazzini, li sta allenando a raggiungere obiettivi sempre più alti. E quindi Jack e i suoi compagni van per similitudini, simboli e metafore, onomatopeizzano e allitterano, che è un piacere. E noi ne godiamo grazie alle valenti scelte di Duranti che se c'è da giocare con la lingua non si tira certo indietro. 
Su questo seguito si imparano altre cose sulla poesia, ovviamente, su Jack e sulla sua famiglia. Una in particolare apre una grande porta sulla questione della comunicazione e del linguaggio - e in particolare su quello poetico e sonoro - e dà un respiro, nel senso anche letterale del termine, pieno di ritmo - FORTE-piano FORTE- piano FORTE-piano - all'intera storia. 
Non una parola di più per non togliere il gusto a chi vorrà leggerli, uno dopo l'altro. 

Carla 

Noterella al margine. Come sempre i gatti, usurpatori dell'attenzione nei confronti dei cani, hanno fatto sì che la copertina cambiasse e l'abbraccio sparisse. Ma in cambio ci abbiamo guadagnato due disegnini di Steig, retaggio delle edizioni originali. Poteva andare peggio, dai.

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