venerdì 29 settembre 2023

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

MORALE DELLA STORIA

Le mucche di Chernobyl
, Fulvio Ervas 
Marcos y Marcos 2023 


NARRATIVA PER MEDI (dai 9 anni) 

"Quando la centrale nucleare si era scassata, il cervo se ne stava accucciato nel bosco dietro una quercia e forse sognava. 
S'era udito un boato e dopo tanti rumori. Tra gli alberi si era scatenata una grande confusione: gli uccelli s'erano alzati in volo e nuvole di insetti erano scappate in ogni direzione, pareva fosse scoppiato un incendio. Le formiche erano più agitate del solito. Nemmeno l'arrivo dei cacciatori con i cani suscitava un tale pandemonio. 
Il cervo aveva annusato. Un'aria strana. 
Qualcosa era successo." 

Al cervo cominciano a ballare le gambe, i muscoli urlano e la vista si annebbia. Sopra di lui è appena volato uno sciame di cervi volanti, i coleotteri, e poi è sparito nel nulla. 
Al cervo sono cresciute delle poderose ali. Alle galline che razzolavano nel loro pollaio sono cresciute nel becco due belle file di denti aguzzi. Le formiche, persa la regina, si sono concentrate a formare una sfera che ha il pregio di illuminarsi, emanando energia nei momenti di maggiore tensione emotiva. 
Alle due mucche pezzate sono cresciute scarpe e pantofole, sopra gli zoccoli. 
Il maiale Igor ora ha intesta capelli e barbetta grigia, e gli scarafaggi si sono 'evoluti' diventando filosofi, e sentenziano in rima. 
Tutto questo era accaduto al momento dell'esplosione nucleare della centrale di Chernobyl. 
Questo curioso gruppo di animali si ritrova sotto lo stesso tetto, quello della casa ormai vuota dei coniugi Struganoff. 
La loro vita è molto cambiata, tuttavia il trovarsi tutti assieme li rende felici e amici. Con il passare dei giorni, ognuno di loro si trova una propria occupazione che in qualche modo sia utile per la piccola comunità. Ognuno secondo le proprie attitudini, le proprie competenze. 
Fino al giorno in cui alla porta di casa si sente un inaspettato TOC TOC TOC. 
Davanti a loro, aperto l'uscio, c'è un bimbetto. Muto, ma bravissimo con i numeri. Come spesso accade nella vita degli animali, anche di quelli strani come questi, quando arriva l'uomo (anche se sotto forma di bambino) nulla può essere più come prima. 
E infatti è proprio così che va.  

A metà strada tra i Musicanti di Brema e gli animali di Toon Tellegen, queste strane bestioline costituiscono un felice esempio di 'comune' animalesca pacifica e pacifista. E come tale si muove e agisce, come se fosse un corpo unico: ogni parte con la sua funzione. 
Dei Musicanti di Brema riprende quello stesso incedere fiabesco e dei serrati dialoghi tra gli animali di Toon Tellegen risuona una eco nelle idiosincrasie dei singoli protagonisti, insetti in primis. 
La loro bellezza letteraria si manifesta principalmente nelle loro peculiarità. Ognuno ha la propria che trova un suo senso e una sua assurdità corrispettiva: galline con i denti, cervi che volano, scarafaggi fini pensatori, maiali amanti del cibo raffinato. 
Poi ci sono loro: le formiche radiative e gli scarafaggi filosofi. 
E qui appare la seconda qualità letteraria, ossia la lingua di Ervas. Si ride.
Sempre ironica, un po' ammiccante, nelle rime degli scarafaggi, spesso e volentieri allusiva, nel cervo che vola e che quindi è a tutti gli affetti un cervo volante. Insomma, uno scoppiettante modo di raccontare una fiaba che a sua volta, come tutte le fiabe, nasconde al suo interno un nocciolo di profonda verità. 
La prima di queste verità la si deduce guardando le relazioni interpersonali che tengono insieme la comunità e la rendono salda. Tra loro sono gentili e rispettosi. 
Nonostante le grandi diversità di pensiero, di misure e di consuetudini, nonostante le avversità che si abbattono su di loro, mai nessuno mai si pone in modo conflittuale nei confronti dell'altro. Al contrario, ognuno è sempre teso a contribuire al benessere della comunità; in alcuni casi estremi, si arriva fino al sacrificio estremo. 
La seconda verità la si vede emergere guardando la capacità di adattamento che ognuno di loro dimostra nei confronti della realtà che li circonda. A seguito della grande esplosione della centrale, ciascuno riceve 'in dote' un carattere che non gli appartiene. Dalle ali ai denti, tutti imparano a trasformare quello che potrebbe essere un handicap in una opportunità. Naturalmente per farlo occorre la necessaria tenacia e allenamento. Non è che se ti spuntano le ali sulla schiena significa che tu sappia volare automaticamente. Per farlo, come a ogni pilota si addice, occorrono molte ore di volo. 
La terza verità la si osserva nell'atto stesso di osservare. Atto che si impone. In questo senso la scelta di mettere una squadra di coleotteri e una di formiche quali protagonisti ha un po' il senso di suggerire l'infinitamente piccolo accanto alla maestosità di un cervo, di due mucche e di un pingue maiale. 
In questo senso si dilatano ulteriormente le diversità dei componenti della 'comune' bestiale, pur non percependo tra loro nessuna differenza di sostanza. 
La quarta verità ha a che fare con la morale della storia, ossia quella secondo cui quando l'uomo arriva è meglio non aprire la porta. 
A meno che non sia un bambino... 

Carla

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