venerdì 22 dicembre 2023

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LA QUESTIONE DELL'ULTIMO MIGLIO 

Come fa Babbo Natale a passare dal camino?, Mac Barnett, Jon Klassen 
(trad. Sara Ragusa) 
Terre di mezzo 2023 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni) 

"Come ci riesce? Come funziona? 
Si strizza nella cintura? 
O diventa piccolo come un topolino? 
Oppure si allunga come una gomma da masticare e si infila una gamba per volta? 
Forse Babbo Natale si trasforma in un fuocherello! Ma non credo." 

Perplesso, davanti alla canna fumaria, sembra lui stesso non avere una risposta. Almeno non una soluzione che possa essere universale. E forse è proprio così. 
Il trucco sta in come infilarsi? Di testa, di piedi o di sedere? Il pericolo di restare incastrato pare reale, ma forse una delle sue renne potrebbe dargli una spintarella. Forse. 


E poi, ammesso che riesca ad arrivare giù a destino, come sarà ridotto il suo bel vestito rosso? Bucato - a ciclo breve, costosissimo - ogni volta? 
Ma la questione più importante è: ma se il camino manca del tutto? Come introdursi in casa d'altri senza effrazione? Sapere di ciascuna casa il nascondiglio del secondo mazzo di chiavi? Bella memoria. Mica le metteranno tutti sotto il vaso nel patio, vero? Vero! 
Trattandosi di Babbo Natale forse avrà abbastanza abilità per farsi sottile e passare sotto la porta, o farsi letterina e farsi infilare nella buca della posta, oppure rendersi cilindrico ed entrare dal rubinetto. 
E l'ulteriore problema del cane di casa? Per non parlare del buio. Basteranno le lucine dell'albero? Una cosa è certa: così come entra, riesce anche ad uscire. Perché nessuno mai lo ha beccato sul fatto. E se per caso è accaduto si sarà trattato sicuramente di un impostore. 
Ed è bello che sia così. 

Ancora una volta una questione universale (o quasi): dopo libri 'angolari' come la trilogia di Triangle-Square-Circle, oppure Sam e Dave scavano una buca o ancora Il lupo la papera e il topo o Filo magico o l'ultimo, The Three Billy Goats Gruff. 
Ancora una volta le loro due magnifiche teste hanno cominciato a ragionare come quelle di due ragazzini, pur essendo grandi e grossi. E hanno cominciato a studiare il problema de 'l'ultimo miglio' di Babbo Natale. E poi hanno lasciato la briglia sciolta e hanno cominciato a esagerare, ossia a non porsi limiti di sorta. 
La logica compare solo qui e là. Esattamente dove è giusto che stia. 
Ancora una volta le loro due teste si sono messe a giocare, spedendo le loro idee all'altro come fossero palline da tennis durante una partita. Da una parte Barnett e dall'altra Klassen, nel vederle arrivare, hanno dovuto trovare la risposta adatta. Uno con il testo e l'altro con le immagini. Chi ha vinto tra i due? Il terzo, ossia il libro, la storia, ovviamente. 
Possiamo immaginarci Barnett e Klassen che, seduti uno di fronte all'altro, si lanciano idee reciprocamente. Non sarebbe la prima volta. Sam e Dave così è nato e così è diventato quel perfetto meccanismo narrativo che è. Quel perfetto dialogo tra figura e testo...
 

Faccio delle ipotesi: insieme hanno cominciato a mettere in elenco un po' dei modi che si possono immaginare per entrare in una casa dalla canna del camino e altrettanti per entrare se il camino non c'è. Entrambi lavorano su questo canovaccio con una serie di punti fermi da cui non è possibile prescindere: l'iconografia del personaggio e quella della sua squadra di renne. La slitta è rimasta fuori scena. 
Quindi: pancione, barba e capelli bianchi, abito rosso (un vero cimento per Klassen che dei colori accesi ha dichiarato di aver terrore panico) bordato di bianco, berretto con pon pon, muffole e stivali neri, e per le renne, finimenti pieni di sonanti campanelli. 
Altra circostanza da cui non prescindere: il tempo in cui la scena accade. La notte del 24 dicembre: neve che copre ogni cosa, neve che cade a fiocchi regolari e cielo nero pece. 


Ultimo dettaglio imprescindibile: la location. Un esterno, pieno di bianco freddo, ossia un tetto di una casa con camino, l'ingresso di una villetta senza camino, un interno - noi vediamo ingresso soggiorno e cucina e la lavanderia - in penombra, ma evidentemente ben riscaldato, visto il colore che Klassen pennella leggero e liquido sulle pareti per farcelo 'sentire' e per contrapporlo a quel nero denso del cielo che ogni volta è riquadrato nelle finestre. 
Ecco da qui in poi è tutta farina del loro sacco (!). Ovvero le commistioni, gli intrecci improbabili che però si agganciano sempre a un qualche punto di realtà che sia riconoscibile - per esempio la forma della lettera - con la ridondanza del francobollo con se stesso (una barnettata, bella e buona nell'idea e una klassenata nel gioco di sguardi tra la lettera intera e il suo primo piano), oppure il cannello d'acqua, o l'essere sottile come un foglio o il farsi minuscolo come un topo o sinuoso come una gomma americana.
Fin qui, diciamo, il livello è molto alto, ma è il loro già visto in altre occasioni. Ci sono però dei piccoli dettagli in cui per l'appunto accade questo gioco di rimpalli, che devono essere stati una bella sorpresa anche per l'altro tra i due. 
Lo spazio di risulta in cui lavorano entrambi è lui: Babbo Natale. 


Sempre raffigurato un attimo prima o un attimo dopo l'azione (come vuole una regola aurea tra gli illustratori di talento). Sempre messo un po' in difficoltà riguardo ai vari metodi di entrata nelle case della gente. 
Si pensi al Babbo Natale a cui calano leggermente le braghe mentre a fatica scende di sedere nel camino, oppure il gioco di sguardi tra il fuocherello contento e quello deluso. La neve sciolta sotto il fuocherello, la renna che sorseggia il caffè che lui non ha voluto, i visori notturni e quelli termici a infrarossi di cui è dotato, i cani di casa da gestire... 


E su tutto questo, che è già moltissimo, ci sono i dettagli: le orme, le lucine, la tappezzeria. E su questo tessuto che per Klassen deve essere stato puro divertimento, c'è ancora qualcosa di più: le inquadrature. Sempre più ardite. E c'è un layout che non ha più la regolarità di chi non se la sente di osare troppo. Al contrario, c'è dietro qualcuno che dimostra una sicurezza acquisita sul campo, ossia sulla pagina. E sopra i dettagli, le inquadrature e l'impaginazione ardita c'è la cosa che Klassen sa fare meglio di qualsiasi altra: costruire gli sguardi, le espressioni. A monitor, spostare di millimetri la pupilla all'interno dell'ovale candido, per ottenere gioia, delusione, fastidio, perplessità, prudenza, rammarico, condiscendenza, pazienza, noia... 
Se vi fosse per caso venuta la voglia di acquistarlo un libro così, sappiate che è esaurito (per il momento). Indovinate perché? 


Salute e buon natale!

Carla

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