IL FANTASMA DELL’ALVEARE
‘L’ape e il fantasma dell’alveare’ è il libro firmato da Gianumberto Accinelli e Anna Paolini per i tipi di Logos, nella collana Gaia. Si tratta di un testo approfondito dedicato ad un insetto che, per quanto sia conosciuto, svela sempre nuovi segreti. Accinelli ce lo racconta con uno stile narrativo, ma con un alto contenuto di informazioni, evocando, nelle sue pagine, un elemento, un fantasma come si evince dal titolo, difficile da definire: quello dell’intelligenza collettiva, dove la somma delle parti è superiore alla semplice somma delle capacità cognitive dei singoli.
A questo tema si arriva raccontando alcuni straordinari aspetti della vita delle api mellifere, a partire dalla loro storia evolutiva; il racconto, infatti, prende il via trecentoventi milioni di anni fa, con la produzione di polline con le conifere e poi, centosettanta milioni di anni fa, con la comparsa dei fiori, esattamente i fiori di magnolia.
L’antenata della nostra ape è una vespa, quindi carnivora, che cambia dieta proprio con la comparsa dei fiori, da cui può trarre nutrimento grazie al polline e al nettare.
Da qui il percorso scorre per vie per noi più familiari e descrive, con grande accuratezza, le caratteristiche che fanno dell’ape mellifera un animale straordinario: dalla vita sociale, alle tecniche di raccolta di nettare e polline, alla riproduzione. Stupiscono le tecniche di costruzione dell’alveare, i modi con cui le api riescono a riscaldare, o raffreddare, la loro casa. Interessante la co-evoluzione di piante, che utilizzano l’incessante lavoro di impollinazione degli insetti, e degli insetti medesimi, la cui ‘collaborazione’ realizza un sistema perfetto in cui ogni cosa, il colore e il profumo dei fiori per esempio, ha il senso di favorire proprio quello che le api vogliono, fare incetta di polline e nettare. Un aspetto particolarmente importante è quello riguardante l’azione dell’uomo, sia dal punto di vista dell’allevamento, sia per quanto riguarda la riduzione della biodiversità e l’inquinamento che le attività umane comportano.
Accinelli, entomologo e scrittore, è un eccellente divulgatore, che riesce a rendere comprensibili anche processi biologici complessi, capace di allargare gli orizzonti dalle ere più antiche ai problemi del nostro futuro e del futuro del nostro pianeta. Usa un linguaggio semplice, usando qua e là immagini evocative, che coinvolgono maggiormente il lettore. Non è mai didascalico, né pedante, ma, nonostante questo, utilizza un linguaggio e dei termini anche specialistici. Anche se nel testo il senso di questi termini è chiaro, sarebbe stato utile un glossario alla fine del volume.
Un altro limite, per quanto trascurabile, è rappresentato dalle pagine intere scritte fitte fitte, in un carattere di stampa non molto grande. Qualche lettore un po’ pigro o in difficoltà, avrebbe qualche problema ad affrontarle, considerando che il testo stesso non è organizzato in capitoli.
Le illustrazioni di Anna Paolini sono organizzate quasi sempre in pagine intere o doppie pagine, con un’impostazione classica dell’illustrazione divulgativa; ma il suo intervento si vede chiaro nell’enfasi con cui sottolinea i passaggi salienti del libro, quell’intima interconnessione che lega i diversi aspetti della natura.
La lettura è appassionante e impegnativa, la consiglio caldamente a giovani naturaliste e naturalisti curiosi, a partire dai dieci anni, fino ai novantanove.
Eleonora
“L’ape e il fantasma dell’alveare”, G. Accinelli, ill. A. Paolini, #Logosedizioni 2023
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