mercoledì 27 marzo 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

VEDERE CHIARAMENTE L'IMPOSSIBILE 

Il tuo nido, il mondo, Carl Norac, Anne Herbauts (trad. Silvia Vecchini) 
Topipittori 2023 


POESIA ILLUSTRATA 

"Quando gli alberi danzano, dicono sia il vento. 
A volte, tuttavia, gli alberi chiedono al vento 
di far finta di soffiare, 
senza muovere niente. 
La bocca del vento imita così bene i rumori. 
Allora gli alberi danzano da soli, si piegano verso i sentieri 
si toccano ramo a ramo. E, se si mettono pure a cantare, 
si dirà ancora che è il vento. 
La sua bocca imita così bene i rumori. 
Del resto, ti confido un segreto, 
ciò che il vento preferisce, in mezzo al bosco, 
è cantare come un albero." 

Questo è Quello che devi sapere sugli alberi. Poi ci sono anche un po' di cose che devi sapere sui libri di poesia, sui libri di poesia con le figure intorno, sopra e sotto e anche un po' in mezzo. 
La prima cosa che devi sapere è che i libri di poesia sono di tutti. E non devi pensare che se hanno le figure sono solo i bambini quelli a cui piacerà. 
La seconda cosa che devi sapere è che la poesia fa un po' come gli alberi: dice una cosa, ma in realtà ne fa altre cento. 
Cerco di spiegarmi: la prima cosa che la poesia fa, e lo fa senza parere, è quella di suonare. A scuola si impara che le parole servono per raccontare, per farsi capire. Ed è vero, ma le parole che sono nelle poesie prima di tutto vanno messe in fila in un certo modo, e solo in quello, perché possano suonare. 
In realtà la poesia la seconda cosa che fa è quella di disegnarsi diversa dalle solite pagine scritte. Non usa tutto il bianco del foglio: scende a capo non per consunzione dello spazio, ma per volontà precisa. 


E poi ancora le parole che sono nelle poesie hanno la capacità di farti vedere cose che forse non ci sono, oppure di farti vedere cose come non le avevi mai viste. La poesia fa vedere chiaramente l'impossibile. 
E ancora le parole che sono nelle poesie sono così potenti che non può non credergli e tutto quello che ti dicono, con quel loro modo di essere poche e sempre giuste, diventa subito vero. 
Cerco di spiegarmi: dopo aver letto questa poesia sugli alberi e il vento, come fai a camminare in un boschetto con il vento che soffia e sposta le punte e non pensare che vento e alberi ti stanno prendendo in giro. Le cose stanno andando ben diversamente: il vento fa solo il suo rumore di vento, mentre gli alberi, che tu credevi inerti, son lì che ballano.


Ecco un'altra cosa che fa la poesia, dice la verità. O per meglio dire, con le sue bugie, il suo impossibile, ci fa capire la verità, o almeno la verità che ci è concesso di capire. Questo è quello che sostiene Picasso a proposito dell'arte. E la poesia non è forse arte per eccellenza? Tutto torna. 
Queste sono solo un pugnetto di ragioni per cui è giusto gioire quando nasce un bel libro di poesia e se poi questo nasce in mezzo ad altri libri per bambini si gioisce doppiamente perché al cento per cento sarà illustrato e ci sono buone probabilità che non galleggerà solo nell'empireo dei libri per pochi, ma finirà tra piccole mani e piccole orecchie molto ben disposte ad accettare la sfida di vedere gli alberi ballare e il vento far l'imitazione di se stesso. 
Io, personalmente, da quando Giusi Quarenghi mi ha detto che potrei essere albero e avere calzoni di legno con le tane nelle tasche, qui uno scoiattolo, qui un nido di picchio che mi fa il solletico, fatico a vedere un albero solo come un albero, e quando metto le mani in tasca mi auguro di trovarci dentro un uovo... (E sulle case il cielo). 
A puro titolo esplicativo metto qui in elenco una decina di buone ragioni concrete, non teoriche, per avere per le mani questo libro. 


1) Ancora prima che tutto cominci a suonare, vale la pena vedere Carl Norac che si infila le scarpe, se le allaccia e, spinto da una farfalla sulla testa, esce di corsa con la sua sciarpa al vento, attraversa un boschetto e poi quelle scarpe se le ritoglie per infilare nell'acqua di un lago prima le dita dei piedi (sarà fredda?) e poi tutto se stesso e godersela tra lontre e pesci. 


2) riuscire a vedere in una goccia di pioggia il sole 3) fare un piacere allo specchio e guardarlo solo per il suo essere specchio. Attenzione, per farlo bisogna mettersi di lato allo specchio medesimo. 4) vedere da lontano Norac che cammina sulla testa di un elefante, o forse è solo una collina? 


5) una poesia che si sente sola, quando si gira pagina e una notte che soffre d'insonnia e un silenzio da confidare 6) il gusto di andare e andare per poi arrivare da se stessi e magari anche incrociarsi, faccia a faccia, e qui Carl Norac quasi si sdoppia... 


7) quando una pulce vi parla di un sasso e lo chiama montagna, dovete crederle 8)non tutti sanno suonare il flauto, e questo davvero vero 9) le chiocciole vanno piano per far rallentare, almeno di un pochino, il mondo 10) le idee hanno bisogno del calduccio che c'è sotto il berretto... 11) nell'acquerello acquoso vedere chiaramente l'impossibile, guardarlo negli occhi direttamente. Questo capitò a una talpa miope che, scavando nella terra, trovò un paio di occhiali smarriti da qualcuno. 

Carla

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