lunedì 14 ottobre 2024

FAMMI UNA DOMANDA!

"FARE" ARTE


Il libro si apre con una grande verità: “Quelli che non vogliono imitare qualcosa, non producono nulla.” E questo lo ha detto Salvador Dalì. 
Nella stessa introduzione Joséphine Seblon, che di formazione è una storica dell'arte, dopo aver sdoganato il fatto che imitare in campo artistico non sia reato, spiega quale sia stata la molla che le ha fatto venire questa bella idea che poi è diventata libro. E che con l'imitazione, ovviamente, ha molto a che fare. 
Due bambini piccoli da un lato, i suoi figli, e dall'altro la sua voglia di appassionarli a ciò che appassiona tanto anche lei: l'arte, o per meglio dire la storia dell'arte. Come la capisco... 


Il colpo da maestra sta nel fatto che lei sia stata capace di legare per bene il fare al conoscere. Nonostante ogni doppia pagina parta da una opera d'arte, ciò nonostante credo che è nella parte operativa che i ragazzini dai cinque anni troveranno il primo gancio di interesse. Per poi, una volta acchiappata la loro attenzione, portarli a conoscere opere d'arte delle epoca passate, quindi artisti moderni e infine contemporanei.


Come funziona il libro è subito molto chiaro (altro pregio dell'operazione). 
Due doppie pagine consecutive dedicate a singole opere d'arte, ordinate cronologicamente. Nella prima delle due c'è il punto di partenza, in verità di arrivo, dell'intero processo, ossia la creazione che diventa modello per fare qualcosa che sia a essa connessa. 
Sulla pagina di sinistra si parte con gli "stencil preistorici" e c'è l'immagine della celebre pittura rupestre di Pech-Merle in Francia: i due cavalli maculati, con il manto a macchie di leopardo, considerati uno dei più antichi esempi di espressione artistica, risalente al Neolitico, ossia 25.000 anni fa. Al di sotto della fotografia si leggono poche righe che sono breve informativa sulla storia di quell'opera, la tecnica usata e poco altro. Quindi segue un boxino che rivolge alcune domande ai lettori-osservatori (cosa vedi disegnato sul muro? vedi delle mani?) Già nella pagina accanto si vanno a fare cose: lista dei materiali occorrenti e poi, nella doppia pagina successiva, si impara a fare uno stencil, ossia una tecnica molto affine a quella usata dagli artisti preistorici. 
Le istruzioni sono ordinate secondo numerazione e per ogni opera d'arte principale richiesta ai bambini, ce n'è sempre una seconda - di riserva e riportata in un boxino dal titolo Prova anche questo! - nel caso funesto, con la prima qualcosa sia andato storto, oppure il desiderio di non smettere sia più forte di quello di finirla lì. E così il cerchio si chiude. 


Il senso di tutto è partito da un manufatto artistico e si chiude con un altro manufatto artistico, a suo modo. Lo schema è sempre lo stesso: per le pitture cinesi, per le vetrate delle cattedrali gotiche, per le maschere azteche e via andare. 
Due sono i principali grandi pregi di un libro concepito così. 
Il primo, lo abbiamo già in qualche modo anticipato: il dover essere operativi fin da subito. Conoscere attraverso il fare.
Pur dando la precedenza all'opera d'arte in sé che rappresenta, almeno in apparenza, la scintilla che accende tutto il resto. 
Il secondo è più sottile, ma con il primo ha molto a che fare. Mi sto riferendo alla scelta delle opere d'arte che ha fatto Joséphine Seblon. 
Una scelta originale, ma del tutto funzionale e propedeutica all'aspetto "laboratoriale" del libro. Ovviamente compaiono i giganti, da Pollock a Matisse, ma ci sono anche Anni Albers, artista del Bauhaus, o Barbara Hepworth (l'aspetto laboratoriale relativo alla sua scultura richiede la lavorazione di una saponetta che poi potrebbe lentamente dissolversi, lavaggio dopo lavaggio) o le istallazioni temporanee di Hélio Hoiticica o quelle di Christo e Jeanne-Claude sul lago di Iseo, fino ai pois di Yayoi Kusama. 


Questo è per dire che il suo repertorio di artisti, o per meglio dire, di opere d'arte è davvero molto interessante perché spalanca orizzonti ben più ampi rispetto a quelli consueti di libri del genere. 
Nella squadra che ha lavorato per la realizzazione del libro c'è anche Robert Sae-Heng che come artista, oltre che illustratore, dà il suo utile contributo. Accompagna con la dovuta discrezione, viste le molte cose diverse che devono convivere sulla pagina, con disegni molto connessi al testo. E così punteggia le pagine senza lasciare troppi spazi inespressi. 
Penultima considerazione: se da un lato è molto convincente la scelta di fotografare le opere d'arte in corso di realizzazione da parte di bambini veri (si vedono fotografate dall'alto manine e braccia imbrattate il giusto nell'atto della creazione, o altrimenti ritratte mentre scrivono o sistemano vasetti di piantine o incollano o spennellano), o addirittura compaiono fotografate nella loro completezza, un po' meno convincenti sono per esempio le silhouette di mammut o altre "perfezioni" da adulti che mettono da parte il meraviglioso stortignaccolo che i bambini sanno fare così bene: Picasso rules! 


Ultima considerazione: sarebbe stato bello se Robert Sae-Heng nella copertina non avesse usato come lettering per il titolo ogni possibile utensile (se ne capisce il senso, ciò nonostante... Chiedo scusa, ma è una mia idiosincrasia che non so curare) e se l'editore britannico avesse concepito un sottotitolo che non contenesse, anch'esso, la parola artista che è già nel titolo... 
Ma sono inezie. Il libro rimane bello.

Carla

"Tutti artisti. 20 progetti ispirati ai grandi artisti", Joséphine Seblon, Robert Sae-Heng (trad. Elisabetta Gnecchi Ruscone), Babalibri 2024 


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