mercoledì 16 ottobre 2024

FAMMI UNA DOMANDA!

QUANTA VITA IN UN CRAC! 


Spesso la vita, per come la percepiamo e per come la raccontiamo, può dare l’impressione di svolgersi come un unico e saldo filo continuo. Il fatto che il vivere accada giorno per giorno ci convince che un passo dopo l’altro si proceda su una linea senza strappi. È più o meno così che la si racconta anche ai bambini e alle bambine, come se l’idea di stabilità, di integrità garantisse maggior pace e serenità. L’idea stessa di ciò che si rompe, di qualcosa che si spezza, è più spesso percepita e tramandata (da questa parte del mondo) come negazione - fine- morte. Il racconto illustrato di Matteo Pompili, Lorenzo Monaco e Luogo Comune, ci induce a guardar bene… ché la vita fa CRAC! E ce lo racconta già la copertina squarciata da una crepa come un lampo che rompe il cielo percorrendola da piede a testa fino a spezzare il titolo: CR-AC. 


Come nei più originari racconti della creazione, gli autori scelgono di partire da un uovo: al 21° giorno fa CRAC ed ecco il pulcino. CRAC fa il sacco amniotico rompendosi. Fanno CRAC le stelle da cui nascono i pianeti e anche le superfici dei pianeti fanno CRAC dando vita a mari e montagne. Le forme di vita che si avvicendano sui pianeti fanno CRAC, alcune scompaiono e/o si trasformano in forme di vita diverse. 


Il mondo che conosci è tutto un masticare, uno spezzettare, un triturare, dentro e fuori di te. 


Così anche l’evoluzione degli animali umani e quella delle loro società sono raccontate attraverso i momenti di discontinuità: la storia di ciascun essere vivente, la storia del cielo, della terra, la storia delle società umane, la storia della scienza e della conoscenza è una sequenza di fratture. “Nel tuo mondo niente è tranquillo”. 


“Questo (libro, ndr) è stato concepito guardando un frutto ammuffito, un’arancia demolita lentamente da un fungo. Tanto è bastato per farci riflettere su degradazioni, fratture, scismi, scissioni. E idee scientifiche che hanno portato a degli strappi con il passato. Per riconoscere che tutte le cose alla fine si rompono: è inevitabile. Certo può essere triste e doloroso, nessun lombrico vorrebbe cedere al becco di un merlo. Ma è anche vero che senza distruggere non si può creare nulla di nuovo. È la verità del germoglio che spunta solo bucando il terreno, della musica che per esistere deve rompere il silenzio e dei nani che nelle fiabe trovano diamanti solo con la forza del piccone. Le cose rotte hanno un loro fascino: preannunciano nuove storie, lasciano spazio a una moltitudine di opportunità e possono promettere, perché no, mondi migliori.” Dunque un albo illustrato di divulgazione scientifica che dalla geologia passa all’antropologia, alla sociologia e infine all’attualità. I testi riescono a mantenere chiarezza pur esprimendosi con estrema sintesi, le illustrazioni sono accattivanti e ricche di dettagli. 
E una pagina finale ti culla beatamente in questo vortice di CRAC. 
Nelle ultime tre doppie pagine il linguaggio cambia per proporre una serie di approfondimenti chiari e concisi sui vari CRAC raccontati in precedenza. Si dà spazio alle nozioni scientifiche, a cenni storici, alle principali problematiche ambientali e a qualche domanda sul futuro. Nei risguardi di chiusura si trova anche una prima bibliografia e un QR code per accedere all’elenco completo delle fonti. Non è la prima volta che questi autori si cimentano con il racconto delle scienze naturali: Pompili e Monaco - entrambi fondatori di Tecnoscienza - hanno già lavorato insieme alla realizzazione di diversi titoli di divulgazione scientifica per Editoriale Scienza e molti altri editori; Luogo Comune, artista poliedrico (dai muri di molte città del mondo alla pagina illustrata), per Topipittori si era già impegnato con la raffigurazione divulgativa della natura nel bellissimo ‘Alfabeti naturali. Piccola guida della creatività dell’Universo’ dove aveva dato prova di abilità con i pennarelli a spirito. 
Il risultato di questa collaborazione può dirsi riuscito nel felice compito di aprire orizzonti di curiosità, stimolare connessioni tra le conoscenze e mettere in relazione la vita propria e quella dell’universo intero. 
Ma in tutta questa vita che si spezza e che continua notiamo subito una grande assente. 
La parola morte non appare mai (nessun lombrico vorrebbe cedere al becco di un merlo, per es.), le immagini raffigurano scheletri di animali estinti e un uccellino giace sul terreno visibilmente senza vita, ma nulla di più. 
Che sia una scelta evidentemente ponderata ce lo conferma, su esplicita domanda, Matteo Pompili: "La nostra intenzione era quella di arrivare anche al concetto di morte, ma senza forzature e con leggerezza. Quando dopo la lettura - a immagini sedimentate - gli insegnanti lavorano coi ragazzi sul libro però ci siamo accorti che emergono proprio questi aspetti: la perdita temporanea o duratura di adulti di riferimento e la volontà di farcela e di diventare autonomi nonostante quanto accaduto. Insomma, CRAC è anche un libro che suggerisce di accettare le perdite e di “danzare” nonostante esse." 
Dunque un racconto articolato capace di fare di una assenza una domanda, una possibilità di riflessione per i giovani lettori e le giovani lettrici, tra i sette e i dieci anni, e per chi con loro sa farsi interrogare da un bel libro. 

Patrizia 

“CRAC”, Matteo Pompili e  Lorenzo Monaco, ill. Luogo Comune, Camelozampa 2024 
 

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