mercoledì 30 ottobre 2024

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

LA MESSA IN SCENA DI VOLPE E LEPRE 


“Questo è Volpe
Questa è Lepre
Volpe è grasso. 
'No!' 
'Si! Volpe, mangi troppo.' 
'Lo so, purtroppo.'
E mangia ancora di più. 
Ecco cosa mangia: 
una fetta di formaggio, un piatto di pappa d'avena, 
una coppetta di panna, 
un bel pezzo di pesce 
e una noce 
e una pera 
con un sacco di succo.”


Volpe e Lepre sono inseparabili amici, vivono nel bosco sotto lo stesso tetto, Gufo è il loro vicino, uccello a dir il vero un po' tonto che vive con un gallo (prima pulcino) chiamato Pio. 
L'incipit della storia ci presenta immediatamente i personaggi come fossero su un palco, neanche il tempo di conoscere il loro nome che l'autrice ci propone subito un dialogo su una questione che scopriremo essere molto frequente nella loro vita: la grande quantità di cibo che Volpe riesce a ingurgitare! 
Volpe è grasso nella stessa misura in cui Lepre è snella, veloce, e controlla la salute dell'amico. 
Il racconto della vita dei due animali si dipana per capitoli brevi, talvolta brevissimi, in cui al centro ci sono questioni di comune sopravvivenza: procurarsi il cibo, ripararsi dal freddo, relazionarsi con il vicino e con le persone estranee. Tutto narrato senza che mai si perda di vista la specie animale dei protagonisti, e non solo perché i loro nomi propri sono esattamente quelli della specie di appartenenza, ma soprattutto perché le loro tipiche caratteristiche riemergono alle volte come dei guizzi improvvisi che si dovrebbe tenere a bada. E quindi può accadere che Volpe si ricordi di essere appunto una volpe e venga improvvisamente investito da un irresistibile desiderio di divorare una lepre prima, un gallo dopo. Ma come se si trattasse di qualcosa di ingiusto, al pari di una marachella, Lepre prontamente interviene per farlo rinsavire. 


Un piano un po' meno evidente su cui si gioca il rapporto non concluso tra specie animale e caratteristica umana è quello del genere e dei ruoli sociali solitamente assegnati. 


Al lettore adulto non sfuggiranno probabilmente alcune situazioni in cui il ruolo femminile di Lepre sembra essere quello tradizionale di cura e di accudimento. Volpe oltretutto le chiede di cucinare, mangia grandi quantità di cibo, necessità di essere riportato in riga. Ma la Vanden Heede è ben attenta a non scivolare in certi tranelli e sembra alle volte lanciare un'esca per poi ridere se il lettore abbocca. Perché è pronta subito a smentire qualsiasi insinuazione e a ribaltare ognuna di quelle occasioni nelle quali si potrebbe riconoscere una intenzione esplicita di fornire contenuti moraleggianti. L’equilibrio fra le parti è sempre ricostruito non tanto allo scopo di mostrare quanto certi stereotipi siano fuori luogo in questa storia come nella vita che ci auguriamo di condurre, ma soprattutto per dichiararsi lontana da qualsiasi volontà didascalica. 
E così capiterà che sia Volpe a prendersi cura di Lepre quando si ammalerà e che i due si scambino in più di un'occasione le mansioni domestiche. 
Volpe e Lepre, e al pari Gufo e Pio, sono personaggi dotati di personalità precise, hanno caratteristiche che il giovane lettore riesce a comporre pian piano procedendo nella lettura del racconto. La freschezza di questa narrazione, che ha capitoli brevi e soprattutto uno stile paratattico con a capo frequenti, fa uso estremamente parco di parole, per cui tutto quello che occorre sapere si evince dalla lettura delle vicende narrate, nessuna descrizione che possa aggiungere altro a quello che ogni lettore avrà il piacere di scoprire, un passo alla volta. 


Il ruolo delle immagini di Thé Tjong-Khing è decisamente centrale: disegni piccoli, per lo più su fondo bianco, in perfetto armonioso rapporto con il testo. Non solo ne rispecchiano il contenuto, moltiplicando spesso la componente comica, ma soprattutto si inseriscono in quelle ampie porzioni di spazio che rimangono nella pagina grazie ai frequenti a capo, la cui scelta si dimostra doppiamente utile: consente una maggiore facilità di lettura, anche per chi è alle prime esperienze, e permettere alle illustrazioni di posizionarsi tra una frase e l'altra. 
L'incipit del libro è già illuminante in proposito e dimostra quanto la sintonia tra i due autori sia completa e quanto questo sia una nota aggiunta e preziosa del valore complessivo del testo che in questo modo si rivela oltretutto piacevolissimo allo sguardo. 
Questo volume recentemente riproposto in Italia da Rizzoli, in Belgio è il primo di una serie più lunga con gli stessi protagonisti. Sinceramente ci auguriamo che anche gli altri volumi possano raggiungere i giovani lettori italiani, dai sei anni in su, ma anche da prima, se fortunati ad avere chi leggerà per loro.

Teodosia 

"Volpe e Lepre", Sylvia Vanden Heede, Thé Tjong-Khing (trad. Laura Pignatti), Rizzoli 2024.

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