Una cosa che si dovrebbe cercare di raggiungere, raccontando una storia con le immagini, è la piccola o grande capriola finale, il colpo di scena!
Stupire il proprio lettore è cosa buona e giusta.
Il piccolo o grande salto di senso, la risata, lo sgranare gli occhi sono tutte reazioni che se messe ad arte intorno all'ultima pagina, non possono che far bene alla storia, al libro.
La forma di un albo illustrato, tra le sue tante doti, ha quella di essere fisicamente adatto a questo genere di emozioni e reazioni. Il giro di pagina sembra essere lì a bella posta. Il tempo che occupa, poco più di un secondo, in cui cosa ci sarà dietro non è dato sapere, è assolutamente un tempo ideale perché il cervello rimanga in stand by lungo la strada segnata. E se invece c'è un bel tornante, una curva secca, sarà tutto più gustoso.
Va da sé che con altrettanta arte la capriola finale va preparata con cura. Ovvero il lettore va spedito in una direzione, va rassicurato che tutto sta andando nel verso previsto. Per assurdo, potrebbe quasi annoiarsi di tanta prevedibilità ed è allora che bisogna colpire!
Tutto questo è per dire che ho sotto mano due libri che hanno la stessa firma, Matilde Tacchini e che finiscono entrambi con delle belle capriole.
Nel primo caso lei è autrice del solo testo, Questo è molto strano...mentre le matite sono di Mercé Galì, una sua vecchia conoscenza.
Nel secondo lei è autrice unica e la capriola che fa fare ai suoi lettori è ben più spettacolare e durevole...Non schiacciate quel bottone!
Questo è molto strano... più che una storia vera e propria è un lungo elenco, una sorta di catalogo, dei vezzeggiativi, paragoni bestiali (nel senso letterale del termine), che di solito i genitori (o chi per essi) usano nei confronti dei piccoli: il piccolo koala di mamma, il topolino di papà, un maialino a tavola, un ghiro a letto, in piscina un pesciolino e via andare...
Tutto chiaro? Il finale deve prevedere un capovolgimento che puntualmente arriva in un ribaltamento di ruolo: sparisce all'istante la tenerezza del koala per lasciare il posto alla rabbia vera che finisce in un urlaccio di quel povero ragazzino, finalmente solo ragazzino, senza peli o zanne, che rivendica, dopo aver ruggito ben bene, la propria identità.
Ma questa capriola, sebbene scandita a chiare lettere, è fin troppo telefonata...
E poi siamo alla penultima pagina, dove il rullo di tamburi si fa sentire....
E infatti, non poteva finire così, la vera capriola la vedremo solo quando anche l'ultima pagina è andata...
Ancora più chiaro il meccanismo appare nel suo ultimo libro per Nomos Edizioni.
La tensione emotiva si percepisce fin dalla copertina, con quel titolo che è un comando, con tanto di esclamativo!
La situazione, anche in questo caso, non è certo la prima volta che la si incontra, tuttavia qui è giocata meglio che altrove.
Contesto: esterno spoglio con solo un ramo visibile su cui far sostare in quota gufo e scoiattolo. Gli altri animali presenti sono tutti sul terreno, ovvero poggiano su una linea nera continua,
Il pulsante è l'anomalia che getta scompiglio nella routine degli abitanti di quel boschetto: orso, fagiano, lepre, volpe, scoiattolo e gufo.
Ognuno di loro si schiera e si fa carico di un'indole umana: c'è l'ottimista, il riflessivo, il prudente, il curioso e via andare...
Naturalmente ognuno di loro si prefigura cosa potrebbe succedere a premere il pulsante rosso: caldo fulminate, glaciazione istantanea, gli alieni. Naturalmente in tutto questo crescendo di ipotesi qualcuno cerca di mantenere la barra del timone diritta.
Ma si sa che, come succede anche nella vita vera, il chiacchiericcio intorno a un fatto non fa che accrescerlo, renderlo sempre più sospetto e potenzialmente pericoloso.
Ciò che non si conosce è per definizione qualcosa che potrebbe portare guai.
Così il loro cicaleccio ai piedi del ramo, intorno al pulsante, si fa sempre più fitto. Si invoca persino uno dei cardini della democrazia (quando si è in un numero maggiore di uno, accade): il voto.
Poi come altrettanto spesso accade, soprattutto in questi ultimi balordi tempi, uno decide per tutti: il più grosso...
E siamo alla penultima pagina...
Carla
"Questo è molto strano..." Matilde Tacchini, Mercé Galì, Kalandraka 2025
"Non schiacciate quel bottone!", Matilde Tacchini, Nomos 2025
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