IL VECCHIO E IL BAMBINO...
(trad. Giuseppe Bellini)
Edizioni Lapis, 2025
POESIA ILLUSTRATA
"Perché per attendere la neve
s'è svestito l'albero ?
Le foglie d'inverno vivono
in segreto con le radici?
Dove lasciò la luna piena
il suo notturno sacco di farina?"
Dónde dejó la luna llena
su saco nocturno de harina?
Questo è l'ultimo verso della prima poesia della versione originale in spagnolo de il Libro de las preguntas. Neruda non lo vide mai pubblicato. Morto nel 1973, il libro fu pubblicato in Argentina nel 1974.
Nella sua forma originale si tratta di 74 poesie che si compongono tutte, ma proprio tutte, di domande. Ogni poesia è a sua volta composta da un numero variabile di versi, da tre a sei distici, mai in rima, ben inteso.
In tutto sono 320 domande, che Neruda ha collezionato nel corso della sua vita e che ha ordinato in forma poetica poco prima di morire.
Circostanza questa che ha fatto dire che il Libro de las preguntas fosse una sorta di suo testamento poetico e giocoso.
Ecco. Giocoso, forse è una sua chiave di lettura.
O quanto meno è la molla che ha fatto pensare a due importanti e illuminati editori di pubblicarlo nella loro collana per bambini.
Il primo di questi editori è Media Vaca, pazzesca casa editrice spagnola, che lo affida alle illustrazioni di Isidro Ferrer e lo fa uscire nel 2006. Il testo è integrale e le illustrazioni sono, se possibile, un valore aggiunto al testo.
Il secondo di questi editori è Enchanted Lion, altrettanto interessante casa editrice diretta da Claudia Zoe Bedrick. Ed è questa l'edizione che arriva anche in Italia con Lapis.
Claudia, in quanto editor, ne pubblica solo una selezione, 39 poesie contro 74, 70 domande contro 320.
Decide di cogliere letteralmente fior da fiore dalle domande e le riorganizza in un ordine che non ha quasi più niente a che fare con la suddivisione fatta da Neruda all'epoca.
E decide di lasciare, accanto all'inglese, anche il testo originale. Cosa che Lapis purtroppo non fa.
L'editor di Enchanted Lion lo sottopone all'illustratrice, Paloma Valdivía, sperando che accetti.
E così succede.
Paloma, a sua volta, ricevuta la selezione di Claudia, lo stravolge ulteriormente per arrivare a un ordine ancora diverso che però abbia per lei un significato potente e in qualche modo anche "narrativo".
Lei ha due esigenze fondamentali: segnare come forte il principio e la fine. E se si guarda l'immagine che apre il libro e quella che chiude, si percepisce con grande chiarezza cosa lei vada cercando.
Inoltre, appunto, Paloma Valdivia vuole creare all'interno del libro una sorta di narrazione che attraversi tre diversi scenari: l'acqua, la terra e il cielo. E se si guardano i risguardi (!) si percepisce con grande chiarezza cosa lei vada cercando.
E così succede.
Claudia quindi dà carta bianca (sarebbe più corretto dire carta nera) a Paloma Valdivia (che detto per inciso su questo libro da piccola ha imparato a leggere... poteva rifiutare di illustrare il libro della sua infanzia???), dicendole di fare il libro più bello mai fatto finora e dicendole anche di progettarlo senza porsi limiti, perché poi Enchanted Lion avrebbe fatto di tutto per realizzarlo.
Su un'unica cosa è molto determinata: Paloma Valdivia nelle illustrazioni non dovrà mai cercare di dare risposta alle domande.
E così succede.
Una volta deciso il suo proprio ordine di apparizione delle domande, Paloma Valdivia comincia a
ragionare e a studiare: legge tutto Neruda, va mille mila volte a visitare la sua casa e le sue collezioni per capire da dove arrivino queste domande. E poi legge von Humboldt e Darwin, perché pensa che Neruda proprio in quell'ottica si sia posto nell'averle concepite nel corso di una vita.
Come uno scienziato che va alla scoperta di ciò che non conosce, che esplora il mondo, la natura che lo circonda, capendo una cosa fondamentale: in natura tutto sta insieme.
E, postasi in questa condizione mentale, Paloma comincia a disegnare.
E la prima scelta che fa è quella di immaginare spesso il fondo nero, appunto: il colore dell'universo, il colore del mistero, il colore che contiene in sé le cose ignote che sono il grande motore di tante domande.
Poi gioca anche visivamente sulle connessioni tra le parti, legando, senza parere, le linee di una pagina con le linee di quella successiva...
Vanno cercate, sono lì. Basta seguirle con il ditino.
Paloma ha anche bisogno di più spazio per tenere insieme più di due o tre domande di fila; secondo lei sono forti i legami che le uniscono. Per accoglierle, nascono per questo le pagine a bandella, là dove necessarie.
Questo -detto per inciso- accentua il senso di scoperta, di sorpresa che ogni volta si crea in occasione delle sei pagine doppie, inaspettate e irregolari nell'impaginato.
Il colore verde dell'inchiostro è l'ennesimo riferimento che Paloma ha voluto nel libro per rendere omaggio a Pablo Neruda che solo di verde ha scritto ogni suo rigo (chi ha letto il magnifico libro sull'infanzia di Neruda, la storia del piccolo Neftalì, ricorderà che verde era anche li colore della stampa e delle illustrazioni del bellissimo Il sognatore, scritto da Pamela Muñoz e illustrato da Peter Sís).
Tanta cura nel fare un libro, lo studio mattissimo e profondo su Neruda - studio che è durato per tre anni o forse cinque - di Paloma Valdivía hanno avuto un esito: il libro negli Stati Uniti, nel 2022, ha vinto premi prestigiosissimi.
Per chiudere il cerchio, forse però vanno dette due parole in più sul fatto che un libro del genere abbia solleticato due editori - e adesso tre - per bambini.
Se dovessi sintetizzare direi che le domande sono la chiave della loro scelta.
E con esse, quello sguardo stupito di fronte a tutto quello che non si conosce.
Succede un po' così: lo sguardo incuriosito di un bambino non credo sia poi molto diverso da quello di un poeta, ormai vecchio e saggio.
Le domande sono roba da gente curiosa, roba da gente che immagina per mestiere: sono roba adatta ai bambini e ai poeti. I bambini, loro, per prendere la misura del mondo, ne devono fare in continuazione. Peccato poi che tale sana abitudine di interrogarsi si perda, nella maggioranza dei casi, con il crescere
Di questo libro i bambini possono reggere il passo e lo sguardo, sguardo che è nello stesso momento attento e meravigliato, esatto e vago...
E così spero succeda.
Carla






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