C’è una piccola collana che si coltiva un posticino molto particolare sugli scaffali delle librerie. Si chiama I notturni, è edito da Edizioni Piuma e no, non sono i notturni di Chopin, gli amabili brani cantabili, quelli che raccoglie. Questi notturni prendono il lato appunto ‘oscuro’ della notte e lo allargano con il solo potere delle parole, immaginando storie paurose, ambientandole in luoghi tenebrosi, con personaggi insoliti.
Sono piccoli perché occorre leggerli in solitudine, lasciarsi trasportare da fantasmi, maledizioni, oscure morti. Sono neri, come la notte, le copertine hanno nella parte bassa un occhio che ti scruta, muto. Ancora più in basso due triangoli trafitti da una linea: nella simbologia alchemica il triangolo che ha il vertice in alto significa Aria, mentre l’altro rappresentato, col vertice verso il basso, rappresenta la Terra.
È dunque subito chiaro l’ambito in cui si muovono i testi proposti: quello del romanzo gotico, che si spinge fino all’horror, che ha come grandi vati Edgar Allan Poe e Lovecraft.
I libri sono avvolti in un cofanetto a tre ante, che abbraccia il libro: sotto il libro che pare diventare ancora più piccolo una volta spogliato, un taccuino nero anch’esso, ma da riempire con parole immagini suggestioni.
La quarta di copertina è nel cofanetto.
Nel caso di Eppur si muove, scritto da Laura Marinelli e illustrato da Giulia Ferla, la storia che si narra è quella di Mariano, un bambino di otto anni nato con una minuscola malformazione della mano destra: il bambino, infatti, ha sei dita in quella mano, undici in tutto. Che numero strano, dispari. Il mignolo è fonte di vergogna per il piccolo protagonista, che vive con la madre, donna di servizio presso un conte, a Napoli.
Mariano e la madre convivono con questo mignolo strano, che pare viva di vita propria, che anticipa gli stati d’animo del bambino dimenandosi, sfuggendo al controllo. Lo tengono nascosto, consolati solo dal fatto che non sia la sinistra, la mano del diavolo, a essere malformata. Mariano gironzola tra la cucina del conte e la grande sala dove si accolgono gli ospiti e lì conosce Clementina, nipote del conte, sua coetanea, che diventerà grande amica del bambino. Intorno a Mariano aleggia il pregiudizio fin dalla nascita che percepiamo pagina dopo pagina e che esplode nel momento in cui Clementina scompare.
Capro espiatorio per eccellenza, Mariano ha nel proprio corpo le prove di appartenere al Male.
Il piccolo romanzo in realtà è scritto su un doppio binario: solo dopo i primi capitoli si capisce che il racconto è scritto di proprio pugno da un Mariano ventenne, disperato ancora dalla scomparsa misteriosa di Clementina.
La scrittura di Laura Marinelli non è piana: è come l’andamento del libro, che passa dalla lingua italiana al dialetto napoletano, che cambia piani temporali, che saltella nelle menti dei personaggi. Piano piano tesse una narrazione che inevitabilmente porta al momento catartico, in cui tutto esploderà? In cui tutto sarà chiaro? In cui finalmente si saprà?
Di certo le caratteristiche gotiche del romanzo sono quasi da manuale: fantasmi, prelati oscuri, vecchi castelli, crocefissi capovolti improvvisamente.
In tutto questo un solo animale abita i luoghi con saggia postura: le chiocciole, che portano una casa su di sé, che paiono così inermi, così vulnerabili e lente, ma.
Il libro è abilmente illustrato da Giulia Ferla, le cui illustrazioni accompagnano in modo composto il testo, emergendo solo a fine capitolo e aggiungendo quel giusto all’atmosfera orrorifica del racconto.
Era da tanto tempo che non leggevo un horror e nel farlo ho pensato che è bello leggere sul bordo tra vita, morte, passaggi, superstizioni. Che è proprio vero quello che si dice che tanta morte chiama tanta vita, come alla fine scopre Mariano.
Ho anche pensato che occorra ridare vita a questo genere amato e richiesto da ragazzini e ragazzine, qui i lettori ideali sono gli undicenni, e questa piccola collana ha questo grande obiettivo e merita tutto lo spazio possibile.
Nel centro della custodia, se si tolgono completamente il libro e il taccuino, c’è una curiosa annotazione sull’origine della chiocciola che usiamo quotidianamente quando mandiamo le mail.
È una quieta e tenera chiocciola? O nasconde dell’altro?
Forse occorre sfogliare i codici miniati del Trecento per capirlo.
Valentina
"Eppur si muove", di Laura Marinelli, ill. Giulia Ferla, Edizioni Piuma
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