UN FULMINE A CIEL SERENO
Se fossi un cavallo, Sophie Blackall (trad. Alessandro Zontini)
Il Castoro 2025
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
Per Jack
"Se fossi un cavallo, galopperei tutto il giorno.
Potrei andare dappertutto.
E tornerei a casa quando è ora di mangiare."
Se fossi un cavallo potrei fare, nella mia vita di tutti i giorni, le cose in modo diverso.
Porterei in groppa mia sorella e la lascerei davanti all'entrata di scuola.
In piscina mi metterei gli occhialini e mi tufferei con il resto della mia squadra e faremmo furore. Ecco perché tutti mi vorrebbero in squadra!
Ed essendo cavallo, nelle mie ore di libertà potrei fare il cavallo al cento per cento, ovvero non avrei paura o fastidio per la pioggia, anzi mi rotolerei nel fango, ridendo a crepapelle (ma quelli non erano i maiali?)
Ma da cavallo si può essere sicuri che qualcuno, una a caso: mia madre, non mi costringerebbe a fare il bagno?
Di una cosa però si può essere certi: non indosserei vestiti, se non per fare una bella sfilata in salotto, davanti a tutti gli altri fratelli e a mamma e papà!
Questo libro è dedicato a Jack. Jack è stato un ragazzino che, una decina di anni fa, in un viaggio di famiglia con Sophie Blackall, stava sonnecchiando in macchina accanto agli altri suoi fratelli e coetanei e, aprendo gli occhi e guardando fuori dal finestrino dell'auto, ha detto, con voce assonnata e trasognata: se fossi un cavallo, galopperei tutto il giorno...
Va da sé che quella frase si è incisa nella testa di tutti i presenti e per anni tra loro i ragazzi rievocavano l'inizio di questa frase ...se fossi un cavallo, e gli altri in coro rispondevano all'unisono... galopperei tutto il giorno.
Quella frase si è incisa anche nella testa di Sophie Blackall che dopo dieci anni ha scritto la storia e l'ha illustrata!
Visto il libro che poi ne è nato, probabilmente le due cose che l'avevano colpita di quel fatto sono state:
1- la velocità di pensiero di un bambino che guarda il panorama, magari una bella brughiera, e all'istante è capace di formulare una dichiarazione di intenti in piena regola. Dichiarazione che parte da una fondamentale congiunzione, se...
2- la capacità di un ragazzino di non porre alcun limite alla propria immaginazione e, nel caso specifico, di saperlo fare al meglio in quei momenti liminari tra sonno e veglia, che sono sempre molto fertili dal punto di vista della creazione.
Su questi due nodi la Blackall ha cominciato a intrecciare la sua storia.
Tutti i più grandi autori di libri per l'infanzia sanno perfettamente che un innesco sicuro per la nascita di una storia, di una buona storia, sta proprio in quel "se". Il "what if" di Antony Browne o il "If apple had teeth" di Milton e Shirley Glaser (nato da un loro gioco per passare il tempo nei lunghi viaggi in treno) o ancora il gioco che William Steig faceva ogni sera con sua figlia prima di addormentarsi: se fossi un ... cosa faresti?
Ad evidenza quella piccola congiunzione ipotetica, che poi corrisponde al ben più diffuso "facciamo finta che" o "facciamo che io ero" è il principio di ogni gioco di bambini.
La cosa bella che ha reso la frase di Jack indimenticabile (e che poi è diventata una storia per un libro) forse sta proprio nella purezza della sua espressione e nell'essere stata pronunciata - presumibilmente - nel silenzio generale e soprattutto fuori contesto: qualcosa di molto simile a un vero fulmine a ciel sereno.
Il resto del libro è farina del sacco di Sophie Blackall che con molta sapienza ed esperienza, e con una cura e sensibilità apprezzabile riguardo alle questioni di genere e al politicamente corretto nella realizzazione dei dettagli delle scene, espande il concetto, come forse lo stesso Jack all'epoca avrebbe potuto fare.
Il suo essere cavallo si cala infatti nella realtà quotidiana di un bambino, per cui dopo aver galoppato, deve andare a scuola, deve fare sport, deve fare il bagno la sera e suo fratello lo ignora, ovviamente, come tutti i fratelli maggiori fanno...
Ma l'occasione è troppo ghiotta per lasciarla ad esaurirsi così: laddove ce ne sia la possibilità, arriva l'assurdo, ossia il cavallo mantiene la sua essenza di cavallo, ma nello stesso tempo anche quella di essere bambino, quindi la sfilata, quindi il tutù nella copertina.
E soprattutto quella maglietta pomellata che rappresenta l'anello di congiunzione tra un cavallo e un bambino che sogna di esserlo!
Carla




Nessun commento:
Posta un commento