venerdì 12 dicembre 2025

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL RE FILOSOFO

Il re e il mare
, Heinz Janisch, Wolf Erlbruch (trad. Angela Ricci) 
Gallucci editore 2025 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni) 

Il re e le nuvole 

" 'Ah, eccovi!' disse il re alle nuvole. 'Di nuovo in viaggio! Non c'è niente che possa dire per farvi restare? Il mio regno è bellissimo, in lungo e in largo. C'è un verde rigoglioso, e prati e campi di terra scura. Ci sono torri alte come...' 
Ma le nuvole erano già passate oltre. 
'Capisco' disse il re sottovoce. Poi sospirò." 


Stesso atteggiamento ebbe quando disse al mare che lui era il re e il mare mormorò la sua risposta alla quale non poté che saggiamente replicare lo so. E poi si mise lì ad ascoltare il mormorio dell'acqua. 
Per non parlare di ciò che fece quando, dopo aver annunciato al gatto che lui era il re, il micio sdraiato comodo al sole lo informò che per oggi il suo re era il sole caldo, altro che omino con la corona... 
Al re, di nuovo saggiamente, non restò che fare tesoro di quelle parole e, dopo essersi tolto la camicia, si sdraiò al sole accanto al gatto. 


Anche con la stella il re provò a imporsi e a farsene beffa, millantando di non averne alcun bisogno. Ma quando la stella sparì e si fece un gran buio, il re dovette tornare indietro e fare ammenda e così la stella tornò, dicendo un lapidario 'Ah, ecco'. 
Solo una volta il re ebbe l'impressione che qualcuno gli ubbidisse: quando chiese con gentilezza al cielo una coperta: la voleva subito e che fosse bella. 
E così nevicò. E questa neve, questa bella coperta, stupì per la prima volta il re. 

Si contano sulle dita di una mano i libri di Janisch tradotti in Italia. 
Pubblicati tutti più o meno vent'anni fa, sono rimasti lì a galleggiare per poi inabissarsi nel silenzio generale e uscire silenziosi dai cataloghi di Arka, Nord-Sud o Donzelli, per esempio. 
Sebbene non si possa non notare che una qualche differenza l'hanno fatta i diversi illustratori che hanno messo le immagini accanto alle sue parole, tuttavia di questo grande autore abbiamo fatto a meno per anni.


Poi, finalmente, nel 2024 vince l'Hans Christian Andersen Award per la narrativa e si accende un faro che illumina il suo catalogo pregresso affinché qualcuno decida di pubblicarlo e dargli il merito dovuto. Parte Gallucci, a ruota orecchio acerbo e poi si vedrà. Rispettivamente con Wolf Erlbruch (bel botto, vederlo libero dal suo giogo editoriale italiano...) e con Helga Bansch. 
In questo libretto quasi quadrato succedono cose meravigliose seppure con poco frastuono. La voce del libro, tanto nelle 21 storielline di Janisch quanto nelle 21 illustrazioni a collage di Erlbruch, è volutamente sommessa (anche se talvolta il re caccia un urlo), pur essendo molto ferma. 
Le immagini sono ridotte al minimo, si riconosce il beige delle sue carte porose, colorate con i pastelli. Si ritrovano i pastrani lunghi a quadri, i pigiami a righe, gli spartiti, le tende a fiorellini, la giusta quantità di nero e di grigio e blu cobalto, il rosso e il colore solo negli uccelli che svolazzano tra le foglie di una finta o vera incisione quattro-cinquecentesca (esattamente come nell'albero di L'anatra, la morte e il tulipano). 
Il libro che nasce in Germania nel 2008 è perfettamente in linea con gli altri grandi libri di Erlbruch, e con quella cifra illustrativa, quella degli anni Duemila che arriva fino a L'orso che non c'era. 


Pochi segni sulla faccia del re per dargli forte espressione e ribadirla con la postura del corpo: occhioni sgranati, pochi segnetti su naso orecchie e guance e un tratto sicuro per la bocca e per gli occhi quando sono chiusi in estasi o in riflessioni. E su tutti questi re, la necessaria corona, a tre punte. Né piccola, né grande. 
I 21 incontri che il re fa con mare, gatto, ombra, pioggia, albero o scoiattolo ecc. ecc. sono delle pietre preziose che prendono luce dal loro essere molate alla perfezione. Sono dialoghi brevi, talvolta brevissimi, intorno a cui si costruisce il contesto che è ridotto all'osso. 
Non ci sono parole superflue, descrizioni inutili, aggettivi accessori. Si va dritti al finale che contiene in sé il nocciolo di senso. E ognuno troverà il proprio. 
Parrebbe che la chiave di tutto stia proprio in quella corona e in quel sentirsi re. 
Re del mondo. 
Ma al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, questo sovrano regna sul nulla, in tutta serenità. A ogni incontro prova ad esercitare un potere, ma essendo pieno di saggezza (cosa insolita nei potenti) è anche molto capace di saper trovare il giusto modo per entrare in contatto con ciò che ha davanti: spesso e volentieri è il silenzio ad aiutarlo, oppure l'accoglienza del punto di vista altrui, in altri divertenti casi è lì a testimoniare la propria inettitudine o peggio la propria sconfitta.


Tanto nitore di pensiero lo si vede nel cerchio che si chiude intorno al mare: da imponente, incombente e verticale si appiana e si fa accogliente. A corona tolta. 
Libro necessario.

Carla

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