mercoledì 11 marzo 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)



FUORI DAL CORO

Il canto del lupo, Paolo Ligabue, Matteo Pagani



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Nella foresta si era ormai sparsa la voce, tutti gli animali al passaggio del lupo balbuziente si scambiavano sguardi d'intesa e sorrisetti di scherno.
Colui che avrebbe dovuto seminare ovunque terrore e spavento era invece costretto a nascondersi per evitare di essere preso in giro dagli altri animali."

Gunther balbetta. Quando è in tensione, ovvero quando deve incutere terrore negli altri animali, a questo lupo che ha tutte le carte in regola per apparire spaventoso agli occhi degli abitanti del bosco, si inceppano le parole in gola e comincia a sillabarle. Come si può essere presi sul serio se nel silenzio tra gli alberi si comincia così: S-s-so-so-sono il l-l-lu-lu-lupo pi-pi-pipi-più ca-caca-caca-cattivo de-de-della foresta? 


Non basta avere gli occhi gialli, i canini affilati e un corpo possente, cervi e alci si prendono gioco di lui e lo lasciano invariabilmente a bocca asciutta. Non solo le sue prede, ma anche i suoi simili, altri lupi come lui, non dimostrano nessuna solidarietà. E Gunther, tra mille pensieri, come unica soluzione al problema vede la fuga.
Cercar fortuna altrove, ma dove se anche nel pollaio le galline nel vederlo fanno co-co-co-coc- coccodè. A Gunther non lo sfiora minimamente il sospetto che quello sia il loro verso naturale, e pensa che anche i polli si stiano prendendo gioco di lui.


Triste e stanco, sotto un albero, Gunther sente il melodioso canto di un uccello: un cardellino su un ramo gli suggerisce il canto come terapia per risolvere quel suo problema. Il cardellino sa il fatto suo perché di mestiere insegna agli altri animali a cantare. Per una notte intera Gunther ci ragiona su, ma non crede nelle proprie capacità quindi rinuncia ancor prima di provare. La curiosità però lo porta a sbirciare dalle parti della scuola di canto, ma il cardellino lo scopre e lo mette a cantare con gli altri.
Cantare a squarciagola è cosa naturale per un lupo. Soprattutto quando si è tra gente che ti rispetta.

Serata adatta per ragionare di lupi. Una luna rossa un po' gibbosa, perché calante, illumina il cielo alle mie spalle. Ambientato in un bosco di betulle, realizzate con pagine tagliate da Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, questo libro vuole rendere omaggio alla più nota balbuzie di Lewis Carroll e a certa sua timidezza, che ritroviamo simile in Gunther, ma anche alla balbuzie e la timidezza di tanti bambini. Questo insolito bosco di betulle è abitato da animali, piccoli o grandi che siano, tutti vestiti come ci si veste nei giorni di festa a Dobbiaco/Toblach: camicie a scacchi, calzettoni di lana pesante al ginocchio, pantaloncini corti con bretelline decorate da stelle alpine o grembiulini a quadretti e treccioline sottili per tenere in ordine i capelli. Capelli? Galline, scoiattola e cinghialina, e cerva hanno tutte sapientemente disegnata una capigliatura sulla testa che le fa assomigliare a tante contadinotte della Pusteria.


Matteo Pagani, decisamente più versato nel disegno no fiction di ogni genere di animale, gioca tanto con i personaggi della storia. Antropomorfizzarli è un suo tema ricorrente: coccodrilli in tutù, bracchetti in giacca e cravatta sfilano pieni di stile nel suo sito. Grandi illustratori prima di lui di questa scelta stilistica hanno fatto la loro sigla. Diverte la sua ironia, che puntella l'intero albo e che spesso è anche diretta al pubblico dei lettori più grandi. Un esempio in tal senso può essere l'immagine del lupo malinconico che calza un paio di Birkenstock e indossa un pigiama tristanzuolo a righine celesti. Tagli dell'immagine, posture dei personaggi raccontano molto altro rispetto al testo, arricchebdo il carattere dei personaggi. Il testo, pur concedendosi diverse incursioni nel comico, va molto più spedito al tema di fondo della storia. Autostima e accettazione di sé passano anche attraverso stima e accettazione da parte degli altri.
Entrambi di Scandiano nel Reggiano, presumibilmente grandi amici, vista l'intesa che traspare tra immagine e testo, Ligabue e Pagani hanno già più volte sperimentato con successo la loro armonica convivenza sulle pagine di uno stesso libro. I due si stimano, è evidente.


Carla

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