venerdì 5 febbraio 2016

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


CORPO PRIGIONE


E' una curiosa coincidenza che mi sia capitato di leggere, a distanza di pochi giorni, due romanzi diversissimi, ma in cui il tema del corpo ha un'assoluta centralità.
Se nel romanzo della Oates, è la ricerca del corpo perfetto, contrapposto al corpo malato, a essere al centro della narrazione, in Melody, di Sharon M. Draper, tutto ruota intorno al corpo-prigione dell'undicenne, protagonista della storia, costretta su una sedia a rotelle e impossibilitata a parlare.
Passano ben undici anni della sua complicata vita, in cui dispone di rudimentali mezzi di comunicazione, perché qualcuno la doti di un sofisticato apparecchio che consente di verbalizzare i suoi pensieri.
Melody è intelligente e ha voglia di imparare, ma lo sa solo lei; lo pensano, contraddittoriamente, i suoi genitori, la signora V, cui viene affidata, e Catherine, l'ultima insegnante di sostegno capace di affiancarla nel difficile inserimento nel mondo dei 'normali'. I primi anni di scuola, infatti, li passa insieme ad altri bambini disabili, con capacità intellettive molto diverse. Poi, finalmente, questo gruppo di ragazzi viene inserito in una classe normale. Con l'aiuto della nuova 'macchina' parlante, Melody riesce finalmente a mostrare le sue capacità, tanto da essere inserita nella squadra che partecipa ad una gara a quiz per classi delle elementari.
Tutto sembra andare a meraviglia, salvo che, quando si tratta di partecipare alla finale, una serie di eventi casuali, e non, le impediscono di partecipare; non solo, un incidente mette a repentaglio la serenità della famiglia, coinvolgendo la sorellina più piccola.
Questo è lo snodo importante nel racconto: se fino a quel momento poteva sembrare una storia coronata dall'inevitabile lieto fine, ricordando da vicino Wonder, la presa d'atto che una condizione di minorità fisica non si modifica dall'oggi al domani rappresenta un solido aggancio con la realtà, quella fatta di pregiudizi, esclusioni, diffidenza, imbarazzo. Difficile fare amicizia con una bambina che a volte non controlla i propri movimenti, che sbava quando mangia, che è esteticamente 'diversa'. Bisogna essere 'speciali' per superare il muro dell'incomprensione: non a caso l'idolo di Melody è Stephen Hawking. D'altra parte, è anche comprensibile come la piccola protagonista si senta anche responsabile, colpevole degli 'incidenti' che le capitano.
L'autrice, madre di un bambino disabile, conosce bene la durezza della realtà e racconta con partecipazione cosa possa voler dire sentirsi imprigionati in un corpo che non obbedisce ai desideri, che non si muove come quello degli altri, sentendosi capace di dire moltissime cose senza essere in grado di pronunciare verbo.
Come in Wonder, anche qui i giovani lettori vengono coinvolti molto sul piano emotivo, ma il finale problematico consente anche di fare un passo indietro e di guardare a questa storia con una maggiore lucidità alle tante diversità che arricchiscono la nostra varia umanità, alle difficoltà che incontrano i disabili, alle incomprensioni di cui siamo tutti, chi più chi meno, portatori.
Lettura coinvolgente per ragazze e ragazzi a partire dai dodici anni.

Eleonora

“Melody”, S.M. Drapner, Feltrinelli kids


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