ETERNO CICLO
Finché
siamo vivi, il nuovo romanzo di Anne-Laure Bondoux, ha una
struttura circolare, e complessa. La circolarità è data dal
ritorno, nel finale, là da dove si è partiti all'inizio, con la
percezione che le vicende dei diversi personaggi seguano la legge non
espressa del destino. La complessità nasce non solo da un intreccio
articolato, ma in primo luogo dall'uso contemporaneo di diversi
linguaggi, che ci raccontano il nostro presente, dalla materialità
del lavoro e dei suoi simboli alla durezza insensata della guerra; ma
poi si estende al territorio del fantasy, con creature incantate,
poteri oscuri e capacità divinatorie.
Il
romanzo si sviluppa in quattro parti, con un io narrante che prende
corpo a metà romanzo. L'inizio ruota intorno alla storia d'amore di
Bo e Hama, entrambi operai nella fabbrica della città e
frequentatori del cabaret Al Castoro. Dunque, Bo e Hama si
amano, vivono insieme e insieme perdono tutto, quando la fabbrica
metalmeccanica esplode. Hama, che ha preso il posto di Bo, perde le
mani nell'incidente.
I due
innamorati tentano di rifarsi una vita, lui costruendo un grande
teatro delle ombre, lei ammaestrando una famigliola di cani. Intorno
a loro cresce il sospetto, Bo forse ha portato il malocchio e la
creatura che sta per nascere potrebbe essere ancor più nefasta. Sono
dunque costretti alla fuga e a lunghe peregrinazioni in terre ostili;
il caso, o il destino imperscrutabile, li conducono in un luogo che
appare deserto e che invece nasconde una piccola famiglia di nani,
dal colore della indivia bollita; vivono in diversi livelli,
sottoterra. Qui Bo e Hama si fermano e qui nasce la piccola Tsell,
l'io narrante svelato. Dopo qualche tempo, Bo, che ha forgiato per
Hama delle elaborate mani meccaniche, vuole ripartire. Ricomincia il
viaggio, per approdare ad una penisola tranquilla in cui Tsell può
crescere felice insieme ai cani, che non hanno mai abbandonato la
famiglia errante.
Una
nuova svolta s'impone, si approssima una guerra, la pace trovata non
può durare, la famiglia si disgrega: Tsell, ormai adolescente,
rimasta sola, comincia la sua fuga in compagnia di un coetaneo, di
cui si innamora. Il suo è inevitabilmente un viaggio a ritroso, che
ripercorre le tappe di quello dei genitori.
Come si
vede, abbiamo di fronte un intreccio non semplice, in cui il realismo
si confonde con la magia dei personaggi e degli strani poteri, ma su
tutto incombe , secondo me, il sentimento della perdita: il doversi
lasciare alle spalle qualcosa, o qualcuno, per poter andare avanti.
E' quello che succede con la crescita, quando ci si lascia alle
spalle l'infanzia e magari gli oggetti che la rappresentano, ma vale
anche per il lutto, la separazione da qualcuno che amiamo. Andare
avanti significa, dunque, rinunciare anche a qualcosa di sé.
In
tutta la storia questo tema viene evocato, così come si sottolinea
la ciclicità degli eventi, il continuo ritorno alle origini, le
esperienze che si ripetono da una generazione all'altra; la fatica
del vivere, portando avanti le proprie aspirazioni in un contesto
ostile.
In
questa densità di contenuti, in questa complessità non risolta sta
il limite, secondo me, di un romanzo che pretende troppo dalla
lettrice e dal lettore alle prime armi, consegnandogli un testo
lontano dal perfetto equilibrio di Le lacrime dell'assassino o
di Figlio della fortuna.
Lettura
da proporre alle ragazze e ai ragazzi più allenati, a partire dai
dodici anni.
Eleonora
“Finché
siamo vivi”, A.L. Bondoux, Mondadori 2016
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