lunedì 27 giugno 2016

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


ETERNO CICLO


Finché siamo vivi, il nuovo romanzo di Anne-Laure Bondoux, ha una struttura circolare, e complessa. La circolarità è data dal ritorno, nel finale, là da dove si è partiti all'inizio, con la percezione che le vicende dei diversi personaggi seguano la legge non espressa del destino. La complessità nasce non solo da un intreccio articolato, ma in primo luogo dall'uso contemporaneo di diversi linguaggi, che ci raccontano il nostro presente, dalla materialità del lavoro e dei suoi simboli alla durezza insensata della guerra; ma poi si estende al territorio del fantasy, con creature incantate, poteri oscuri e capacità divinatorie.
Il romanzo si sviluppa in quattro parti, con un io narrante che prende corpo a metà romanzo. L'inizio ruota intorno alla storia d'amore di Bo e Hama, entrambi operai nella fabbrica della città e frequentatori del cabaret Al Castoro. Dunque, Bo e Hama si amano, vivono insieme e insieme perdono tutto, quando la fabbrica metalmeccanica esplode. Hama, che ha preso il posto di Bo, perde le mani nell'incidente.
I due innamorati tentano di rifarsi una vita, lui costruendo un grande teatro delle ombre, lei ammaestrando una famigliola di cani. Intorno a loro cresce il sospetto, Bo forse ha portato il malocchio e la creatura che sta per nascere potrebbe essere ancor più nefasta. Sono dunque costretti alla fuga e a lunghe peregrinazioni in terre ostili; il caso, o il destino imperscrutabile, li conducono in un luogo che appare deserto e che invece nasconde una piccola famiglia di nani, dal colore della indivia bollita; vivono in diversi livelli, sottoterra. Qui Bo e Hama si fermano e qui nasce la piccola Tsell, l'io narrante svelato. Dopo qualche tempo, Bo, che ha forgiato per Hama delle elaborate mani meccaniche, vuole ripartire. Ricomincia il viaggio, per approdare ad una penisola tranquilla in cui Tsell può crescere felice insieme ai cani, che non hanno mai abbandonato la famiglia errante.
Una nuova svolta s'impone, si approssima una guerra, la pace trovata non può durare, la famiglia si disgrega: Tsell, ormai adolescente, rimasta sola, comincia la sua fuga in compagnia di un coetaneo, di cui si innamora. Il suo è inevitabilmente un viaggio a ritroso, che ripercorre le tappe di quello dei genitori.

Come si vede, abbiamo di fronte un intreccio non semplice, in cui il realismo si confonde con la magia dei personaggi e degli strani poteri, ma su tutto incombe , secondo me, il sentimento della perdita: il doversi lasciare alle spalle qualcosa, o qualcuno, per poter andare avanti. E' quello che succede con la crescita, quando ci si lascia alle spalle l'infanzia e magari gli oggetti che la rappresentano, ma vale anche per il lutto, la separazione da qualcuno che amiamo. Andare avanti significa, dunque, rinunciare anche a qualcosa di sé.
In tutta la storia questo tema viene evocato, così come si sottolinea la ciclicità degli eventi, il continuo ritorno alle origini, le esperienze che si ripetono da una generazione all'altra; la fatica del vivere, portando avanti le proprie aspirazioni in un contesto ostile.
In questa densità di contenuti, in questa complessità non risolta sta il limite, secondo me, di un romanzo che pretende troppo dalla lettrice e dal lettore alle prime armi, consegnandogli un testo lontano dal perfetto equilibrio di Le lacrime dell'assassino o di Figlio della fortuna.
Lettura da proporre alle ragazze e ai ragazzi più allenati, a partire dai dodici anni.

Eleonora

“Finché siamo vivi”, A.L. Bondoux, Mondadori 2016


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